CAPOLAVORO PER CASO – “IL PADRINO”? NESSUNO VOLEVA FARLO A COMINCIARE DA FRANCIS FORD COPPOLA, I PRODUTTORI DELLA PARAMOUNT E PERSINO MARIO PUZO, AUTORE DEL LIBRO – COPPOLA RISCHIÒ PIÙ VOLTE IL LICENZIAMENTO: I PRODUTTORI NON CREDEVANO IN LUI E NON VOLEVANO MARLON  BRANDO – IL “COMPLOTTO” DEL MONTATORE AVAKIAN E LE PRESSIONI DI FRANK SINATRA E LA PAROLA MAFIA NON FU MAI PRONUNCIATA...

 

Antonio Monda per "la Repubblica" -articolo del 2008

 

IL PADRINO

Tra tutti i miti, gli aneddoti e i racconti apocrifi che circondano la realizzazione del "Padrino" ce n´è uno assolutamente vero: era un film che nessuno voleva realmente fare, a cominciare da Francis Ford Coppola, i produttori della Paramount e persino Mario Puzo.

 

il padrino 2

Non è l´unico paradosso che ha caratterizzato la lavorazione di uno dei più grandi successi di tutti i tempi: gli attori scelti da Coppola furono osteggiati dai produttori sino al momento dell´inizio delle riprese, e Coppola fu ripetutamente sul punto di essere licenziato, per l´iniziale delusione dei produttori di fronte al materiale girato, e persino per un complotto ordito dal montatore Aram Avakian il quale riferiva alla Paramount che il materiale girato era inutilizzabile, sperando di rimpiazzare il regista.

nusret il padrino

 

......

La Paramount acquistò i diritti del libro di Mario Puzo per farne una pellicola di genere. Nessuno riteneva che fosse necessario dedicarle un´attenzione superiore a quella di un film di serie B, e dal suo canto lo scrittore non aveva alcuna aspettativa: aveva scritto il libro per puri fini commerciali, scoraggiato dalla mediocrissima accoglienza della critica ai suoi primi lavori.

 

Anche all´interno della Paramount c´erano molte resistenze, dopo lo scarso successo di "Fratellanza", un film di ambientazione simile, diretto da Martin Ritt. Il genere gangster sembrava in pieno declino, e le storie di mafia e famiglia non apparivano attraenti per un pubblico in pieno rinnovamento generazionale dopo i fervori del Sessantotto.

robert de niro in il padrino parte ii

 

In un primo momento vennero contattati Elia Kazan, Sergio Leone, Costa-Gavras e Arthur Penn. Nessuno di loro sembrò interessato, e venne quindi convocato Sam Peckinpah, il quale lasciò sconcertati i suoi interlocutori spiegando che avrebbe girato "Il Mucchio Selvaggio" tra i mafiosi. Fu Robert Evans ad avere l´idea di scritturare allora un regista italo-americano, ma sul nome di Coppola si scatenò una netta ostilità: i suoi primi film avevano ottenuto incassi disastrosi, e quel regista barbuto che aveva fondato una propria casa di produzione e si ostinava a vivere a San Francisco aveva una fama terribile per Hollywood: pensava di testa propria.

 

al pacino a savoca

Tuttavia Coppola riuscì ad affascinare i produttori grazie ai racconti della sua famiglia italiana e al modo in cui spiegò che la saga dei Corleone era la storia di un re che aveva tre figli: «Il primo ha ereditato dal padre la dolcezza, il secondo la forza, il terzo l'intelligenza». Ma dopo l´iniziale momento di seduzione iniziarono le battaglie: Coppola rifiutò di spostare la collocazione temporale del film all´epoca delle riprese e l´ambientazione a St. Louis, molto più economica di New York. Per il ruolo di don Vito, la Paramount propose una lista lunga e inverosimile di nomi (tra i quali Laurence Olivier e persino Carlo Ponti) pur di non cedere all´idea di Marlon Brando, in piena crisi di successo al botteghino.

 

Coppola si sentì ripetere infinite volte «non farà questo film», e quando vinse la sua battaglia dopo che Brando aveva accettato di sottoporsi ad un provino con dei batuffoli di cotone all´interno delle guance, fece pronunciare la battuta al produttore che si rifiuta di scritturare Johnny Fontane/Frank Sinatra, e cede solo dopo che trova nel letto la testa del suo purosangue prediletto.

matrimonio il padrino a savoca

 

Proprio Sinatra fece pressioni affinché il personaggio non potesse essere ricondotto a lui, e nel giro di poco tempo arrivò un altro tipo di pressione, ben più inquietante: un emissario della famiglia Colombo chiese ed ottenne che la parola mafia non fosse pronunciata nel film. La battaglia sul cast si spostò su altri fronti: Coppola era assolutamente convinto del talento del semisconosciuto Al Pacino, ma per il ruolo di Michael i produttori volevano Robert Redford o Ryan O´ Neal.

 

Non diversa la lotta per i comprimari, e se Robert Evans racconta non troppo scherzosamente che pensava all´amico Henry Kissinger per il ruolo del Consigliori, Abe Vigoda (Tessio) racconta nel documentario di essere stato scelto, contro il parere dei dirigenti, perché era assolutamente sconosciuto. Coppola riuscì ad imporre come musicista Nino Rota, ma non fu facile convincere i finanziatori che il musicista di Fellini fosse giusto per un gangster movie.

 

robert duvall nei panni di tom hagen

Non meno ardua la battaglia per l´immagine del film: la grande idea di regia di offrire una suggestione etica sin dalla fotografia spaventò a morte la Paramount, ma entusiasmò Gordon Willis, che girò l´intero film in un chiaroscuro molto contrastato, e, negli interni, non illuminò gli occhi dei protagonisti.

 

talia shire e' connie corleone

Ancora più ardua la battaglia sul montaggio: il ritmo epico immaginato da Coppola, con lunghe digressioni narrative alternate ad esplosioni di violenza, lasciò sconcertati i responsabili dello studio e offrirono l´occasione ad Avakian di proporre un montaggio alternativo, basato tutto sull´azione. Coppola si rese conto per miracolo di quanto stava avvenendo e, licenziato Avakian, riuscì a salvarsi dopo aver rimontato personalmente la sequenza dell´omicidio di Sollozzo.

 

L´ultimo fronte si aprì sul nepotismo: Coppola scritturò la sorella Talia nel ruolo di Costanza, il padre Carmine per dirigere le musiche di Rota e persino la figlia Sofia, appena nata: è lei ad essere battezzata nel finale del film. Non solo: affidò al pupillo George Lucas il montaggio della guerra di mafia.

pacino interpreta michael corleone

 

Anche quest´ultimo ricorda il clima di sfiducia e il tentativo costante di licenziare Coppola. Alla prima del film nessuno aveva grandi aspettative, ma Il Padrino divenne all´epoca il più grande successo di tutti i tempi, oltre che un fenomeno culturale tuttora imprescindibile. Se ne accorse per primo Henry Kissinger, allora segretario di Stato, che uscendo dalla prima dichiarò: «È un film che parla a tutti: non è molto diverso da quello che vedo ogni giorno a Washington»

 

robert de niro il padrino parte iicoppola e picciotticoppola e pacino il padrinoAMARO IL PADRINO Il PadrinoIl PadrinoMarlon Brando - Il Padrinocoppola e gli attori del padrinoIl Padrinode niro nel ruolo di vito corleonejames caan interpreta sonny corleone IL CAST DE IL PADRINO - 45 ANNI DOPOal pacino al pacino il padrinoMarlon Brando ne Il Padrino Il Padrino oscar CoppolaIl Padrino foto scenail-padrino

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni francesco acquaroli antonio tajani matteo salvini donald trump

DAGOREPORT: A CHE PUNTO È L'ARMATA BRANCA-MELONI? TORNATA SCORNATA DAL G7 MENO UNO (TRUMP SE NE FOTTE DI LEI E DELL'EUROPA), I PROBLEMI REALI BUSSANO ALLA PORTA DI PALAZZO CHIGI. A PARTIRE DALL'ECONOMIA: LA GUERRA IN MEDIORIENTE POTREBBE FAR SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, E CONSEGUENTE AUMENTO DI OGNI PRODOTTO - AGGIUNGERE LA LOTTA CONTINUA CON SALVINI, LA PIEGA AMARA DEI SONDAGGI NEI CONFRONTI DEL GOVERNO E LA POSSIBILE SCONFITTA NELLE MARCHE DEL SUO FEDELISSIMO ACQUAROLI: IL PD CON MATTEO RICCI E' IN VANTAGGIO DI 5 PUNTI E LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA DI ANTICIPARE IL VOTO NELLE MARCHE A SETTEMBRE – SULLE ALTRE QUATTRO REGIONI, LA FIAMMA E' INDECISA SUL TERZO MANDATO CHE FAREBBE FELICE ZAIA IN VENETO, DESTABILIZZANDO IL PD IN CAMPANIA. MA IERI, PRESSATO DA VANNACCI, SALVINI HA PRESO A PRETESTO IL "NO" DI TAJANI, PER SFANCULARE VELOCEMENTE (E SENZA VASELINA) I SUOI GOVERNATORI, ZAIA E FEDRIGA - IL ''NO'' DI TAJANI ERA TRATTABILE: L'OBIETTIVO E' LA FUTURA PRESIDENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA (IL CANDIDATO ''COPERTO'' DI FORZA ITALIA È..)

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…