
“MIO PADRE NON VOLEVA CHE LE PERSONE PROVASSERO PENA PER LUI. LO TROVAVA RIDICOLO” – JACK OSBOURNE, FIGLIO DI OZZY, RACCONTA GLI ULTIMI ANNI DI VITA DEL PADRE: “ERA FRUSTRATO PERCHÉ NON RIUSCIVA A ALZARSI IN PIEDI, SI SENTIVA UTILE SOLO QUANDO LAVORAVA” – “L’ULTIMO CONCERTO? È STATO COME UN FUNERALE IN VITA. C’ERA COME UNA PERFEZIONE DIVINA E AL TEMPO STESSO STRANA. È STATO COME METTERE UN PUNTO FINALE” – “ROGER WATERS HA DETTO CHE LA SUA MORTE È UNA ‘DISTRAZIONE’? CHE IDIOTA DEL CAZZO, PENSO SIA GELOSO. QUANDO MORIRA’, AL MASSIMO GLI DEDICHERANNO UN BRINDISI AL PUB SOTTO CASA…” - VIDEO
Ozzy Osbourne
(Dec 3 1948 - July 22 2025)
Mama I'm Coming Home - Ozzy at Black Sabbath's final concert, titled "Back to the Beginning," took place on July 5, 2025, at Villa Park in Birmingham, England. pic.twitter.com/XT7icY3RgW
— Metalhead Marv?? (@MetalheadMarv) July 24, 2025
Estratto dell’articolo di Kory Grow per www.rollingstone.it
ozzy osbourne con il figlio jack
Jack Osbourne ha dovuto condividere il padre col resto del mondo, o almeno questa è sempre stata la sua impressione. «Era sempre in tour», racconta il figlio minore di Ozzy che oggi ha 39 anni. «Posso dire d’averlo conosciuto davvero solo quando ero oramai adulto, ai tempi della serie tv World Detour».
È vero che prima c’erano stati Gli Osbourne e sembrava che il legame fra padre e figlio fosse stretto, ma World Detour, che è andato in onda per tre stagioni tra il 2016 e il 2018, ha dato a Jack l’opportunità di passare del tempo di qualità con l’uomo che ha contribuito a inventare l’heavy metal coi Black Sabbath e che ha raggiunto una fama ancora maggiore come solista. «Mentre filmavamo, pensavo che ero fortunato», racconta della serie in cui i due giravano l’America come turisti. «Dico fortunato perché è stato l’ultimo periodo in cui è stato bene».
Ozzy Osbourne in sedia a rotelle
La caduta in casa nel 2019 e le complicazioni dovute al morbo di Parkinson e ad altre patologie hanno reso difficile il resto della vita di Ozzy. […] È una storia al centro del nuovo libro autobiografico di Ozzy Last Rites e dal documentario Ozzy: No Escape from Now. Entrambi raccontano tra le altre cose gli sforzi dell’arista per riuscire a partecipare al concerto finale Back to the Beginning.
[…] «Quando papà è morto ci siamo chiesti se forsse giusto portare avanti il progetto del libro», racconta Jack. «Alla fine ci siamo detti che era quello che avrebbe voluto lui. Ci ha lavorato fino a due giorni prima di morire, non pubblicarlo sarebbe stato sbagliato».
ozzy osbourne con il figlio jack
[…] Come te la passi?
Sono giorni strani, ma penso sia normale quando perdi un genitore. Ma è ok. Avere dei figli e tornare alla routine scolastica mi obbliga ad andare avanti.
Sono certo che anche Ozzy lo avrebbe voluto.
Al 100%. L’ho sentito dire mille volte «Ma perché piangete?». Sono certo che avrebbe trovato tutto questo ridicolo.
[…] Di sicuro Ozzy non voleva che le persone provassero pena per lui. Perché, per come la vedi tu, era importante per lui scrivere il libro e spiegare la vita che gli è toccato fare dopo l’incidente?
Credo lo abbia scritto almeno in parte per chiarire certe voci e per mettere in chiaro la sua verità: «Ok, sono stato malato, ma non provate pena per me, è la vita…». Non aveva rimpianti. Ha fatto una bella vita, ha fatto un viaggio incredibile, penso che scrivendo volesse condividerlo con gli altri.
ozzy osbourne al concerto back to the beginning 1
[…] E tu come hai vissuto Back to the Beginning?
Sono arrivato lì qualche giorno prima. Ho visto le prove. È stato potente in modo sorprendente. Sapevo sarebbe stata una giornata dura per tutta la famiglia e soprattutto per lui. Come ho già avuto modo di dire, è stato come un funerale in vita. C’era come una perfezione divina e al tempo stesso strana. È stato come mettere un punto finale. Ha incontrato gente che non vedeva da una trentina d’anni, amici, fan. E stare nella sua città natale è stato forte ed emozionante.
Lui cosa t’ha detto?
Era contento. Da quando s’era ammalato stava molto sui social, Instagram, TikTok, YouTube. Gli toccava stare fermo e quindi passava molto tempo a scrollare i social. E quello è stato il primo concerto dove ha visto subito la risposta della gente sui social. […]
Nel libro spiega quanto lavoro e terapia ci sono voluti per prepararsi al concerto. È stata una grande vittoria per lui.
Enorme. Era frustrato perché non riusciva a alzarsi in piedi, ma tutto considerato ha fatto un gran lavoro.
[…] Come avete cercato di tirargli su il suo morale dopo l’incidente?
Si sentiva utile quando lavorava, quando registrava il disco con Andrew Watt o collaborava con Billy Morrison o faceva il podcast con noi. Era nei periodi in cui non lavorava che si abbatteva. Lavorare gli piaceva e quando non lo faceva, non era se stesso, non era al meglio. […]
ozzy osbourne con il figlio jack
Cosa lo rendeva felice?
Quando certi amici andavano a trovarlo era molto, ma molto felice. Oppure quando si organizzava una grande cena a casa. Non era sempre felice, ma ho molti ricordi di lui che ride. E anche di lui che si fa delle gran risate per delle battute inopportune. Una battuta con dentro la parola “cazzo” lo mandava in visibilio.
Era cambiato dopo l’incidente?
Dato che il ritmo di vita era rallentato, era diventato più tranquillo. Rallentare gli ha fatto vedere le cose in prospettiva. In un certo senso, era molto più presente. Era più silenzioso, ma continuava a sparare la musica a dieci miliardi di decibel. Diciamo che era una versione diversa di sé stesso.
Cosa metteva a tutto volume?
Cose molto diverse, a caso. A un certo punto ha attraversato una fase Michael Jackson, e poi una fase anni ’80 molto intensa. Ascoltava sempre Peter Gabriel. Una delle cose che mi fanno più incazzare di tutta quella stronzata di Roger Waters è che lui ascoltava sempre i Pink Floyd. Che idiota del cazzo è diventato quel tipo. Penso sia gelosia. Quando morirai tu, al massimo ti dedicheranno un brindisi al pub sotto casa.
Fa arrabbiare leggere delle tante operazioni a cui si è dovuto sottoporre e soprattutto della prima che gli ha causato ancora più problemi. Come la vedete voi della famiglia oggi?
È una rabbia che mi porto dietro da tanto tempo. È la benedizione e la maledizione dei medici di Los Angeles. Ci sono dottori bravissimi, ma non vogliono passare per quelli che hanno rovinato la vita di qualcuno e quindi non ti dicono mai come stanno davvero le cose. Quello che ho notato con l’esperienza di mio padre è che i dottori sono troppo spaventati per essere sinceri riguardo alle operazioni.
Ci sono stati un paio di medici ottimi, ma da quella prima operazione è andato tutto a rotoli. Quel chirurgo non avrebbe mai dovuto eseguirla in quel modo. Ha messo in moto una serie di eventi che hanno reso tutto estremamente difficile. E poi è arrivato il Covid… Ogni volta speravamo che fosse l’operazione giusta, quella che lo avrebbe messo a posto, guarito, ma ormai il danno causato dalla prima operazione era irreparabile, impossibile tirarsene fuori.
[…] Come sta affrontando il lutto tua madre?
Sta bene non stando bene. Ci sono alti e bassi. Sta cercando di capire da dove ripartire, come orientarsi, qual è la nuova normalità, il nuovo punto di riferimento, cosa fare senza lui. Ma è circondata da amore e sostegno. La sto riportando a Los Angeles questa settimana. In realtà domani volo in Inghilterra, perché giovedì è il suo compleanno. Dobbiamo continuare ad andare avanti. Lo diceva anche lui: detestava sapere che la gente provava pena per lui, voleva sempre guardare avanti. […]
Una delle cose che mi ha colpito di più del documentario è stato vedere quanto fosse forte il legame tra i tuoi genitori.
Sì. Ed è quello che dicevo sulla benedizione e la maledizione dell’infortunio e della necessità di rallentare i ritmi di vita. Ha rafforzato la loro relazione. Hanno avuto i loro problemi, questo lo si sa, ma credo che quella fase abbia contribuito a guarire tante ferite. Il lato positivo, se ce n’è uno di questi ultimi sette anni, è che abbiamo passato un sacco di tempo con lui.
ozzy osbourne gen 2024 by rolling stone uk
Che cos’ha lasciato tuo padre al mondo?
Molti diventano rockstar, lui l’ha vissuta con l’idea di fondo che tutto può svanire da un momento all’altro. Non è mai rimasto fermo. Ha saputo rischiare e cambiare coi tempi. Non c’è stato un decennio in cui non abbia lasciato il segno, e non lo dico per dire, è un dato di fatto.
Nell’ultimo capitolo del libro, tuo padre scrive: «Ho avuto una vita rumorosa. Ora sono pronto per un po’ di silenzio». Ci credeva sul serio?
Al 100%. Ricordo una volta in cui si è girato verso di me e m’ha detto: «Penso che mi farò crescere la barba e mi taglierò i capelli». E io: «Cosa?». «Sì, non sono più una rockstar». «Oh, ma vaffanculo». Se l’avesse fatto, avrebbe avuto l’aspetto di un hipster di Brooklyn. […]
ozzy osbourne con il figlio jack
Ozzy: No Escape From Now
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