
“CONTRO NOI EBREI SEMPRE PIÙ ATTACCHI D’ODIO, MA MOLTI HANNO FATTO FINTA DI NON VEDERE” – HOWARD JACOBSON, IL PIÙ FAMOSO SCRITTORE EBREO INGLESE, PARLA DELL’ATTENTATO ALLA SINAGOGA DI MANCHESTER CHE HA CAUSATO DUE MORTI – “QUESTA TRAGEDIA ERA NELL’ARIA. GLI ATTACCHI ANTISEMITI SONO IN CRESCITA VERTIGINOSA DAL 7 OTTOBRE 2023. INTELLETTUALI E ANCHE EBREI, INSISTONO NEL DIRE CHE OGGI NON C’È ANTISEMITISMO, CHE IL NOSTRO È SOLO VITTIMISMO. QUESTA È LA DIMOSTRAZIONE CHE SI SBAGLIANO TREMENDAMENTE”
Antonello Guerrera per repubblica.it - Estratti
attentato sinagoga di manchester
«Questa tragedia era nell’aria. Ma molti hanno fatto finta di non vedere». Howard Jacobson, 83 anni, è il più famoso scrittore ebreo inglese, ha vinto il Booker Prize — il massimo premio letterario britannico — e il suo nuovo romanzo “Howl” in uscita a marzo riguarderà proprio il crescente e torbido antisemitismo oltremanica, che lui da tempo denuncia.
Non solo. Jacobson è di Manchester, e la sua sinagoga da bambino era proprio la Heaton Park Shul attaccata dai terroristi ieri. Lì ha ricevuto il bar mitzvah — la cerimonia che nell’ebraismo segna il raggiungimento della maggiore età religiosa maschile a 13 anni e un giorno — e nel quartiere ha ancora parenti, inclusa sua sorella.
Stanno bene, Jacobson?
attentato sinagoga di manchester
«Sì, grazie a Dio. Mia nipote stava andando in sinagoga con i figli, ma suo marito stava leggendo le notizie e l’ha fermata. Ma resta la paura. Tanta paura. Una paura che non abbandona mai noi ebrei, né nello Stato di Israele mai accettato dai vicini arabi né in Occidente. Dove gli attacchi antisemiti sono in crescita vertiginosa dal 7 ottobre 2023».
E questo attacco ha insanguinato un luogo a lei molto caro
«Sì, da bambino lì pregavo e giocavo a ping pong. Oggi è una sinagoga più ortodossa dei miei tempi, quindi i suoi fedeli sono un obiettivo maggiormente visibile.
Una tragedia in un giorno apicale come lo Yom Kippur, di riflessione e pentimento per gli ebrei. Non sono particolarmente osservante, ma anche io oggi sono andato in sinagoga. Insomma, è il giorno in cui si possono fare più vittime».
Si aspettava un attacco del genere?
«Certo. Era nell’aria. Ho amici, soprattutto intellettuali e anche ebrei, che insistono nel dire che oggi non c’è antisemitismo, che il nostro è solo vittimismo. Questa è la dimostrazione che si sbagliano tremendamente.
Nei mesi scorsi, si sono moltiplicati gli attacchi di odio contro gli ebrei nelle strade d’Inghilterra: spinte, calci, sputi, offese. Ma molti hanno preferito voltarsi dall’altra parte, o non ascoltare gli slogan anti-ebrei dei campus universitari».
Ora ha più paura?
«Sì, molta. Per me e la mia famiglia. Anche se sinora non mi è successo niente di grave, a parte un’offesa antisemita ricevuta da un’anziana due anni fa. Ma vivere a Londra non mi rende meno vulnerabile. Ho cari amici ebrei che hanno abbandonato il Regno Unito e l’Europa perché si sentono più al sicuro in Israele, nonostante i missili dall’Iran. Siamo obiettivi ambulanti, sempre e ovunque».
Il massacro di palestinesi nell’offensiva di Netanyahu a Gaza, secondo alcuni genocidio, ingrassa l’antisemitismo?
attentato sinagoga di manchester 3
«Ho sempre criticato Netanyahu, come molti ebrei in patria e qui, e credo che la feroce offensiva a Gaza sia decisamente sbagliata (...) Tuttavia, non sono d’accordo con la definizione di genocidio».
(...)
La tragedia alla sinagoga di Manchester arriva proprio pochi giorni dopo il riconoscimento dello Stato palestinese da parte del primo ministro britannico Keir Starmer. Un errore secondo lei?
«Assolutamente sì. Sono sempre stato a favore di uno Stato palestinese. Ma, a soli due anni dal 7 ottobre, questa mossa affrettata ha ricompensato i terroristi di Hamas, che non ha mai riconosciuto l’esistenza e la legittimità di Israele».
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accoltellamento fuori una sinagoga a manchester 2
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