
“ERAVAMO POVERI. A SCUOLA ERO QUELLO VESTITO MALE, CON LA PARMIGIANA PER MERENDA MENTRE TUTTI MANGIAVANO PANINI CON BURRO D'ARACHIDI” – JOE BASTIANICH PARLA DEL “SOGNO AMERICANO” DEI SUOI GENITORI, IMMIGRATI ISTRIANI A NEW YORK CHE HANNO COSTRUITO UN IMPERO NELLA RISTORAZIONE: “LA CONDIZIONE ECONOMICA DA CUI SONO PARTITO HA DETERMINATO MOLTO DI QUELLO CHE SONO DIVENTATO. QUELLA RABBIA E QUELLA FRUSTRAZIONE CHE PROVAVO DA BAMBINO MI HANNO SEGNATO” – LA MUSICA, LO SPETTACOLO A TEATRO E I PROGETTI FUTURI… - VIDEO
Estratto dell’articolo di Sara Chiappori per “la Repubblica”
[…] Joe Bastianich si mette alla prova in teatro con Money — Il bilancio di una vita, scritto con Tobia Rossi e Massimo Navone (che firma anche la regia) e prodotto da Show Bees, al debutto il 24 ottobre al Rossetti di Trieste e poi in tournée fino a dicembre con tappe a Milano, Torino, Bologna.
[…] Stare sotto i riflettori non è una novità per Bastianich: è arrivato al successo da scaltro imprenditore della ristorazione, ma la fama la deve al piglio con cui si è affermato in televisione, dalle diverse edizioni di Masterchef all'ultima avventura di Foodish.
Cominciamo dal titolo. "Money", soldi. Perché?
«I soldi sono un tema che riguarda tutti, chi li ha e chi non li ha. Io li ho fatti, ma ne ho anche persi. Sono un problema concreto e sono un simbolo, muovono desideri e paure, condizionano le scelte. Un argomento universale e anche piuttosto scomodo, che va a toccare questioni esistenziali profonde.» […]
La sua, di esperienza, comincia come figlio di immigrati istriani a New York, cresciuto nella trattoria di famiglia.
«Trattoria molto umile, eravamo poveri. I miei si ammazzavano di lavoro ma non era mai abbastanza per non farci sentire da meno. La condizione economica da cui sono partito ha determinato molto di quello che sono diventato. Quella rabbia e quella frustrazione che provavo da bambino mi hanno segnato.
Sono cose che possono distruggerti o darti lo slancio. In modo leggero, nello spettacolo cerco di parlare di disuguaglianze, di un mondo sempre più diviso tra poveri e ricchi, di responsabilità sociali. E infatti racconto anche dei miei studi di filosofia al Boston College quando ho provato a capire Marx».
[…] Parliamo del Bastianich musicista. Nello spettacolo canta e suona brani composti da lei.
«Si, ho scritto pure un pezzo rap, anche se la mia formazione è quella di un ragazzo cresciuto nel Queens negli anni Settanta a pane, Grateful Dead e Led Zeppelin. La verità è che la musica era l'unica cosa che mi faceva sentire americano, anche se a scuola restavo quello vestito male, con la parmigiana di melanzane per merenda mentre tutti mangiavano panini con burro d'arachidi. La gioia più grande è stata quando con grossi sacrifici mia nonna, la stessa che poi mi ha dato i soldi necessari ad aprire il mio primo ristorante, mi ha regalato una chitarra. Non ho più smesso».
[…] Supponiamo che molti dei suoi desideri siano stati esauditi. Ce ne sono altri?
«Vorrei girare un documentario sull'emigrazione istriana. E magari anche un film di fiction. Ho 57 anni, la fortuna e le risorse per potermi dedicare alla mia parte creativa. Voglio essere il regista degli anni che mi rimangono».
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JOE BASTIANICH
IL RISTORANTE DI JOE BASTIANICH
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JOE BASTIANICH DA BAMBINO