jovanotti e la figlia teresa

QUANTO È (POCO) DIFFUSO IL TUMORE DA CUI È GUARITA TERESA, LA FIGLIA DI JOVANOTTI – IL LINFOMA DI HODGKIN COLPISCE SOPRATTUTTO I GIOVANI, SPECIE ATTORNO AI 20 ANNI, MA LE CAUSE SONO ANCORA SCONOSCIUTE. OLTRE L'80% DEI MALATI GUARISCE - CAUSE, SINTOMI E TERAPIE – “TERESA NON TRATTA IL TUMORE COME UNA GUERRA MA IL MESSAGGIO CHE RIESCE A LANCIARE VA OLTRE: IL CANCRO È UNA MALATTIA SOLITARIA, PER VINCERLO SERVE IL…

Federica Taddia per la Stampa

 

teresa cherubini 3

«È stata pazzesca». C' è tutto il Jovanotti che conosciamo in questa frase, un urlo d' amore paterno che avvolge la figlia Teresa. Teresa, la figlia che pazzesca forse non si è mai sentita, proprio perché da sempre ha cercato una sua normalità, una sua strada, fuori dai clamori.

 

Prima fan del padre, spesso presenza sorridente e dallo sguardo orgoglioso e incuriosito nei backstage, ma che mai si è fatta distrarre dai decibel dello show. Una serenità concreta e gioiosa, che traspare in ogni frase scelta per raccontare una storia da non raccontare prima di conoscerne la fine. Parole che arrivano dirette, che penetrano, che nella loro spontaneità sono una sferzata di energia e consapevolezza da cui attingere nei momenti di riserva.

 

LINFOMA HODGKIN 1

Ed è proprio ai giovani, ai suoi coetanei, che Teresa sembra parlare. A 22 anni, quando la vita sta per esplodere, parole come malattia, cancro, chemioterapia fanno ancora più orrore. Appaiono ingiuste.

 

Lontane. Inaccettabili. Teresa le ha usate. Dando il giusto nome alle cose. Puntando gli occhi verso il male, così come punta gli occhi verso le siringhe in vena nel proprio braccio. Senza ostentare, senza nascondere: ma affrontando la situazione. Da protagonista. Sono parole che fanno bene quelle di Teresa, e non solo perché sono la trama di una guarigione.

 

jovanotti e la figlia teresa 4

Fanno bene perché non parla di una battaglia, non tratta il tumore come una guerra, dove vinci se sei il più forte, se sei il più coraggioso, se sei il più combattente. Certo, lo devi essere, ma il messaggio che Teresa riesce a lanciare «in questo giorno bellissimo» va oltre: il cancro è una malattia solitaria, per vincerlo serve il supporto, il sostegno, la vicinanza. Il fidarsi e l' affidarsi quindi, alla famiglia e ai medici. Agli affetti e alla scienza. La cura passa dal prendersi cura. Dal farsi prendere cura.

 

E nei suoi grazie a mamma, a papà, a tutto il personale medico, c' è il grazie di una aspirante fumettista abituata a dare corpo alle immagini e che mai avrebbe immaginato di essere tradita dal proprio corpo. Un corpo di cui dovrà imparare ancora a fidarsi, ma dal quale proprio ripartire, tagliando i capelli come segno da rinascita. Si può ripartire, si può - silenziosamente - affrontare il baratro, si può e si deve trovare la volontà di farlo dentro di sé e facendosi abbracciare, stringere, da chi ci vuole bene. Si può aver timore - tanto - del male. Della solitudine. Del futuro.

 

jovanotti e la figlia teresa 3

Ma esplorare, tentare, affrontare strade per uscirne, e già un po' uscirne. Tante volte non basta - lo sappiamo - ma è doveroso verso l' esistenza provarci. A vent' anni come a 80. E' quella tensione vitale così ben spiegata da quel gigante della filosofia che era Franco Bolelli. Quella tensione evolutiva così tante volte cantata da Lorenzo Jovanotti. Quella tensione che non ci fa essere immortali, ma ci fa andare avanti, affrontando la quotidianità qualunque essa sia. E ci dà la scintilla, anche dopo essere caduti, di ricominciare a vivere.

 

 

LINFOMA DI HODGKIN

Vera Martinella per corriere.it

 

Quello che a soli 22 anni ha colpito Teresa Cherubini, figlia del cantante Lorenzo Jovanotti e di Francesca Valiani, è un tumore poco frequente e che, fortunatamente, ha una buona prognosi. Sono circa 1.200 i nuovi casi di linfoma di Hodgkin diagnosticati ogni anno in Italia: si presenta soprattutto nei giovani (prima dei 45 anni, è più frequente nelle fasce d’età intorno ai 20 anni, ma può svilupparsi più raramente anche oltre i 60) e oltre l’80 per cento dei pazienti è vivo e può essere considerato guarito a cinque anni dalla diagnosi.

jovanotti e la figlia teresa 2

 

Oggi, grazie ai progressi della ricerca scientifica, le moderne terapie consentono in molti casi di ottenere la guarigione anche se la malattia si è diffusa ad altri organi. O quanto meno di mantenerla in remissione per molti anni.

 

Almeno l’80% dei pazienti con linfoma di Hogkin guarisce

I linfomi si dividono in due macro-gruppi: il linfoma di Hodgin (dal nome del medico inglese Sir Thomas Hodgkin, che l’ha descritto per primo nella prima metà dell’800) e i linfomi non Hodgin (tutti gli altri). Si tratta di un gruppo di malattie eterogenee, comprendenti vari sottotipi anche molto diversi fra loro, che possono avere un’evoluzione e un’aggressività differenti e che quindi richiedono trattamenti specifici a seconda della singola patologia.

 

jovanotti e la figlia teresa 1

«Si sviluppano a seguito della degenerazione maligna del tessuto linfatico, diffuso in varie parti del nostro organismo, ma più spesso nelle ghiandole linfatiche (linfonodi) superficiali e profonde - spiega Corrado Tarella, direttore dell'Oncoematologia dell'Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) di Milano, dove Teresa Cherubini è stata curata -. Talvolta c’è poi anche il coinvolgimento di milza e midollo osseo e, meno frequentemente, di fegato, stomaco e altri organi.

 

Fortunatamente i linfomi rappresentano indubbiamente uno degli esempi di neoplasia in cui la moderna onco-ematologia ha ottenuto i migliori risultati terapeutici e, secondo le statistiche più recenti, oltre l'80% dei pazienti con un linfoma di Hodgkin è vivo all'importante traguardo dei 5 anni dalla diagnosi, superato il quale i controlli si fanno sempre meno frequenti e si può parlare di guarigione».

LINFOMA HODGKIN

 

Come tutti i malati di cancro ben sanno, bisogna infatti aspettare a lungo prima di potersi considerare completamente fuori pericolo da una recidiva, ma è molto importante che a conclusione del ciclo di terapie non resti alcuna traccia del tumore: per questo nel suo post su Instagram Teresa Cherubini (che ha ricevuto la diagnosi e iniziato le cure a luglio 2020, dopo aver notato l’ingrossamento di un linfonodo ascellare asportato da Paolo Veronesi, direttore della Divisione di Senologia Chirurgica dell’Ieo) si dichiara «ufficialmente guarita» dopo l'ultimo controllo effettuato il 12 gennaio 2021.

teresa cherubini 1

 

 

Terapie e cadute dei capelli

Quali sono le cure? «Ad oggi, i principali tipi di trattamento del linfoma di Hodgkin sono chemioterapia e radioterapia, che possono essere usate da sole o in combinazione in funzione dello stadio della malattia, ed eventualmente anche la terapia intensificata con un trapianto di cellule staminali - risponde Tarella -.

 

Negli ultimi anni si sono poi resi disponibili anche nuovi farmaci biologici «intelligenti» che riescono a guarire una proporzione consistente di pazienti nei quali la malattia non è più controllata dai trattamenti tradizionali. Quali strategie scegliere, fra le molte disponibili, dipende dal sottotipo di tumore, dalle sue caratteristiche, dall'età del paziente e da molti altri parametri che vanno considerati caso per caso».

teresa cherubini 2

 

Ogni anno circa 32mila italiani devono fare i conti con un tumore del sangue, le cui cause sono ancora oggi in gran parte sconosciute. I linfomi sono, insieme a leucemie e mieloma, fra i tipi più frequenti e da soli costituiscono più di un terzo di tutte le neoplasie del sangue, ma ne esistono molti tipi diversi e la prognosi dei pazienti può variare molto.

 

Anche per quanto riguarda la temutissima caduta dei capelli ci sono molte variabili da tenere in considerazione: è un effetto collaterale molto comune in corso di chemioterapia, ma non tutti i farmaci citotossici causano l’alopecia, che a volte può essere talmente lieve da essere quasi irriconoscibile. In altri casi può verificarsi invece un’alopecia temporanea, parziale o totale, ma quasi sempre i capelli ricrescono: a seconda del tipo di tumore e quindi della terapia effettuata, la ripresa del ciclo vitale del capello vari e generalmente, a 3-6 mesi massimo la ricrescita è compiuta.

 

Sintomi ed esami diagnostici

Quali sono i sintomi che devono insospettire? «Purtroppo è difficile giungere a una diagnosi precoce di un tumore del sangue perché i segnali iniziali sono sempre piuttosto vaghi e poco specifici e potrebbero essere spia anche di molte altre patologie (come nel caso de prurito riferito dalla figlia di Jovanotti, ndr) - sottolinea Tarella -.

 

jovanotti. ph Bob Krieger

È però importante parlare con un medico in presenza di: febbre o febbriciattola (in particolare pomeridiana o notturna) e un senso di debolezza che perdurano senza cause apparenti per più di due settimane; perdita di appetito e dimagrimento importante e ingiustificato; formazione di ematomi o lividi spontanei; sanguinamenti e ulcerazioni che non guariscono (come quelle del cavo orale); gonfiore, spesso indolore, di un linfonodo superficiale del collo, ascellare o inguinale.

 

Possono essere presenti anche una sudorazione eccessiva, soprattutto di notte, che obbliga a cambiare gli indumenti e un prurito persistente diffuso su tutto il corpo». In presenza di sintomi sospetti è bene andare dal medico di medicina generale che, dopo la visita, può prescrivere degli accertamenti (esami del sangue più o meno specifici a seconda dei sospetti) e, se lo ritiene opportuno, suggerire di consultare un ematologo per una più approfondita valutazione ed eventuale esecuzione di ulteriori indagini (come una biopsia del midollo osseo o di un linfonodo ingrossato).

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