ubaldo pantani nei panni di dago a quelli che dopo il tg -4

IL MARCHESE FULVIO ABBATE IN LODE DI UBALDO PANTANI: “E’ IL NOSTRO DIABOLIK TELEVISIVO, ANDREBBE LIBERATO DALLA GABBIA NEL QUALE LE MODESTE REGOLE DEL BON-TON POST-DEMOCRISTIANO LO BLINDANO, DOVE IN LUOGO DI “COGLIONE” COSTRINGONO A DIRE “SCIOCCHINO” - TRA I SUOI PERSONAGGI, PRIMO FRA TUTTI, C’È UNA MASCHERA CHE ANDREBBE PORTATA ALLE ESTREME CONSEGUENZE COMICHE ED È DI SICURO LA MASCHERA DI ROBERTO D’AGOSTINO…” - VIDEO

Ubaldo Pantani imita Dago a ''Quelli che...dopo il TG''

 

 

Fulvio Abbate per “il Dubbio”

 

FULVIO ABBATE

Ecce Ubaldo, il nostro Diabolik televisivo. Sì, Ubaldo Pantani, attore, imitatore, fantasista, faccia (all’occorrenza) di gomma multipla, batiscafo vivente delle movenze dei pubblici casi umani, sempre lì pronto a sondare, con i suoi trucchi somatici essenziali (mai che, insomma, diventino mascherone) le miserie, le diarree interiori e i tic altrui, Ubaldo che, come ogni vero implacabile Diabolik, andrebbe liberato dalla gabbia nel quale le modeste regole del bon-ton e del cin-cin post-democristiano televisivo lo blindano, dove in luogo di “coglione o cojone” costringono a dire “schiocchino”.

ubaldo pantani massimo cacciari

 

Spiego meglio: un talento come il suo dovrebbe essere fornito di speciale salvacondotto. In che senso e modo? Semplice: qualcuno, magari direttamente il capo della Polizia (o piuttosto, dai, il suo corrispettivo presso la benemerita squadra del buoncostume) dovrebbero magari insieme prenderlo da parte, e intanto dirgli così: Pantani, faccia lei, faccia come meglio crede, sì, li smerdi davvero tutti, già duro, li ha visti in faccia, diventi lo sfollagente che tutti auspichiamo, non sarebbe un invito al fascismo, semmai alla liberazione dalla protervia…

 

DAGO BY UBALDO PANTANI

D’altronde, una società fondata sulla pubblica supponenza delle classi dirigenti e dei suoi raccattapalle non merita altro se non l’avvento di un imitatore che inchiodi al legno del ludibrio uno a uno proprio i personaggi che contano, la “gente che piace”, povere facce di cavolo, presto piantati tutti sulla croce della propria miseria, ma per far questo occorre appunto un salvacondotto, cioè che Pantani possa liberamente usare gli implacabili acidi del turpiloquio liberatorio.

 

DAGO BY UBALDO PANTANI

Tra i suoi personaggi, primo fra tutti, ora che ci penso, c’è una maschera che andrebbe portata alle estreme conseguenze comiche, di più, affidato all’assoluto scenico dell’anarchico Antonin Artaud e del suo “teatro della crudeltà”, ed è di sicuro la maschera di Roberto D’Agostino; peccato invece che diversamente dalla fluorescenza del Dago reale, Pantani, lì nel piccolo chalet gaio come te di Raidue, “Quelli che il calcio”, non possa sgranare da subito il rosario del “cazzo fica culo pompino ecc…”, cioè l’occorrente completo della satira stessa, come si addice agli spiriti liberi, pronti a fare il verso a chi a sua volta, come Dago, fa professione di disinvoltura, di mannaia liberatoria.

 

030 ubaldo pantani alf 2283

In compenso, Ubaldo nostro, nonostante la mordacchia posta dall’orrendo freno a disco nazionalpopolare domenicale, è riuscito comunque a crocifiggere, anzi, a garrotare il perbenismo un po’ untuoso da “commesso di antica libreria”, così il compianto Gianfranco Funari definiva Augias, aggiungendo ancora che quell’uomo in tweed “parla dei libri come se gli avesse scritti tutti lui”.

 

Già soltanto per quest’opera di igiene essenziale d’ogni prosopopea Ubaldo Pantani dovrebbe essere acclamato, a meno che tu abbia la perversione di apprezzare Augias al mattino nella sua pensione gozzaniana di Raitre, dai, basterebbe il modo in cui Augias si rivolge agli studenti in gita-premio nel suo programma da anime belle PD per acclamare l’acido muriatico, sia pure diluito, attraverso cui Ubaldo lo stigmatizza.

ubaldo pantani massimo giletti

 

Peccato soltanto che Augias sia già parodia di se stesso, se è così non rimane allora che andare a vedere gli altri personaggi del circo Pantani, non prima di avere consultato le “Satire” di Termofono, citate proprio dal doppio di Augias, si spera esistano davvero sugli scaffali.

 

Ma dicevamo che Pantani andrebbe pienamente liberato da ogni vincolo di presunto buon gusto. E in questo senso mi viene incontro un ricordo del suo antenato professionale Noschese, decano per grazia di Dio e volontà della nazione catodica DC degli imitatori italiani.

 

UBALDO PANTANI GILETTI

Questi, oltre che a “Canzonissima”, si esibiva talvolta perfino alle feste dell’Unità, dove un manifesto ne annunciava lo spettacolo con parole dirimenti: “Noschese senza censura!” Il messaggio in quel caso era semplice, implicito: in casa Bernabei non possiamo dire tutto quello che vorremmo, perché Fanfani o Moro o Rumor o perfino Vittorino Colombo ci rimarrebbero incazzati come bisce, invece tra noi compagni comunisti Alighiero può sfogarsi… Approfitto di questo ricordo sulle piccole miserie censorie del Palazzo per fare ritorno al Renzi trasfigurato da Pantani.

 

Matteo-Ubaldo parla infatti dall’improbabile treno del PD, che non ha nulla di epico diversamente da quello di Lenin e Trotsky, non per nulla in luogo di uno slogan assoluto come “tutto il potere ai soviet” il locomotore rignanese suggerisce piccoli conteggi orgogliosi da “Carta Italo”, pensieri da piccolo cabotaggio provinciale, dove la forza retorico-espressiva di Renzi viene restituita attraverso una recitazione oserei dire adenoidea, è il canto delle sue tonsille.

UBALDO PANTANI

 

Già, il Matteo di Ubaldo più che di un consiglio dei ministri necessiterebbe di un consulto dall’otorino, dove le smorfie ne restituiscono l’insignificanza perfino dialettica, e dunque ancora una volta sembra di vedere in dissolvenza incrociata Roberto D’Agostino che gli concede il titolo di “Cazzaro di Rignano”.

 

In repertorio c’è però perfino un altro Matteo, non meno aderente alla miseria culturale del primo, il Salvini di Pantani è pura faccia da mastice, bostik, da Colla “Artiglio”. Ubaldo, di Salvini, restituisce per intero ogni filamento di silicone ideologico e mentale, così infine il leader della Lega appare come un inenarrabile monoblocco estraneo a ogni possibile ironia.

 

Perfino Lapo Elkann tra le dita di Pantani, nonostante il limite della caricatura, diventa pongo in confezione hipster, di più, il concessionario con prenotazione obbligatoria, sia ben chiaro, della banalità glamour… Povero Ubaldo costretto ancora a imitare perfino questo o quell’altro allenatore per dovere e concessione al novantunesimo minuto della banalità condivisa. 

UBALDO PANTANI

 

Ma ora facciamo macchina indietro nella storia dell’arte dell’imitazione… Potrò qui dire che lo spettro a forma di pera cotta di Noschese nell’antico nosocomio televisivo democristiano, nonostante lui fosse bravo, suggeriva un gran “però che palle!”? L’arrivo di Pantani libera invece il mestiere specifico dell’Imitatore dalla sua sostanza “servile”, ossia subalterna al soggetto rappresentato, quasi che l’Imitatore si ritrovi a essere una sorta di “usciere” dell’estro comico.

UBALDO PANTANI

 

Per un attimo, in dolente processione, mi sembra di rivederli tutti, i poveri Imitatori che hanno attraversato il nostro filo dell’orizzonte spettacolare, dal mite Franco Rosi, povero, sempre lì costretto a deformarsi in Franco Franchi o a gigioneggiare, occhiali in mano, per diventare Mike Bongiorno, e poi perfino la Goggi con la sua Patty Pravo o Mina “a gentile richiesta”, e addirittura quel Carlo Frisi ospite dei primi pomeriggi anni Ottanta, per chi lo rammenta, e il compianto Gigi Sabani, anch’egli inchiodato a vivere di rendita sulle smorfie e le rughe d’espressione altrui, e Virginia Raffaele che cerca ora di sfuggire alla morsa facendosi soubrette…  

 

UBALDO PANTANI D'AGOSTINO

 Dove voglio arrivare? Vorrei dire che con Ubaldo Pantani la cornice del genere finalmente è pronta a spezzarsi per diventare finalmente, pienamente (o quasi) satira piena, sembra di intuire dietro di lui perfino il riso demolitore del “Male” e di “Cuore”, non ci siamo ancora, ma il punto di frattura è visibile, forse il tempo delle pere cotte cucinate per non addolorare il funzionario di controllo di turno è lì lì per tramontare definitivamente. Ubaldo Pantani, il nostro Diabolik, speriamo davvero che li stermini tutti. Nel frattempo, dimenticavo, ha messo perfino al mondo del ridicolo perfino Massimo Cacciari, il filosofo, il sindaco della Laguna, direbbe sempre Dago, “per mancanza di prove”.

UBALDO PANTANI UBALDO PANTANI UBALDO PANTANI UBALDO PANTANI virginia raffaele ubaldo pantanivirginia raffaele ubaldo pantaniDI CANIO IMITAZIONE UBALDO PANTANI

Ultimi Dagoreport

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)

benjamin netanyahu giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – CORRI A CASA IN TUTTA FRETTA, C’È UN CAMALEONTE CHE TI ASPETTA: QUELLA SIGNORINA ALLA FIAMMA CHE VUOLE MANTENERE UN RAPPORTO CON L’EUROPA MA NELLO STESSO TEMPO, TEMENDO DI ESSERE SCAVALCATA A DESTRA DA SALVINI, SBATTE GLI OCCHIONI A TRUMP. LA STESSA CHE IMPLORA LA FINE DELLA TRAGEDIA DI GAZA MA L’ITALIA CONTINUA A FORNIRE ARMI A ISRAELE (SECONDO PAESE DOPO GLI USA DOPO LA DECISIONE DI MERZ DI FERMARE L’INVIO DI ARMI A NETANYAHU) - A UNA DOMANDA SULL'EXPORT MILITARE ITALIANO VERSO ISRAELE, CROSETTO IN PARLAMENTO HA DETTO: "ABBIAMO ADOTTATO UN APPROCCIO CAUTO, EQUILIBRATO E PARTICOLARMENTE RESTRITTIVO". RISULTATO? NESSUNO È PIÙ IN GRADO DI SAPERE CON ESATTEZZA COSA L’ITALIA VENDE O ACQUISTA DA ISRAELE – TRA LA DISCORDANZA DELLE DICHIARAZIONI UFFICIALI E LA TRACCIABILITÀ REALE DELLE FORNITURE BELLICHE A NETANYAHU, C’È DI MEZZO LO SPORT PREFERITO DEL GOVERNO MELONI: IL SALTO TRIPLO DELLA VERITÀ… - VIDEO

elly schlein giuseppe conte goffredo bettini gaetano manfredi piero vincenzo de luca roberto gualtieri silvi salis vincenzo decaro michele emiliano

DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)

beppe grillo marco travaglio giuseppe conte elly schlein eugenio giani

DAGOREPORT: IL CONTE TRAVAGLIATO - DI BOTTO, SIAMO RITORNATI AI TEMPI DI BEPPE GRILLO: SULL’OK ALLA CANDIDATURA IN TOSCANA DEL DEM EUGENIO GIANI, CONTE NON TROVA IL CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA E RICICCIA IL ''REFERENDUM'' ONLINE TRA GLI ISCRITTI, L’UNO VALE UNO, LA “BASE” DA ASCOLTARE - MA L'EX "AVVOCATO DEL POPOLO" NON DOVEVA ESSERE IL LEADER CHE I 5STELLE NON HANNO MAI AVUTO, QUELLO CHE SI IMPONE E TRACCIA LA VIA AL SUO PARTITO? - DATO CHE GIANI, PER VINCERE, PUO' FARE A MENO DEI VOTI 5STELLE, NEL PD S'INCAZZANO CON LA SUBALTERNITÀ A CONTE DI ELLY SCHLEIN CHE HA ACCETTATO E PROMOSSO LA CANDIDATURA DEL 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA: "QUESTI INGRATI È MEGLIO LASCIARLI CHE PRENDERLI" - MA TRA ELLY E PEPPINIELLO, C’È DI MEZZO LA COLONNA DI PIOMBO DI MARCO TRAVAGLIO, CHE DETTA OGNI MATTINA I DIECI COMANDAMENTI DELL'IDEOLOGIA M5S, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" PD-M5S SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL''ARMATA BRANCA-MELONI...