olimpiadi torino 2006 by balich

''VOLEVO FARE LE OLIMPIADI, OGGI SONO IL LORO CERIMONIERE'' - MARCO BALICH È IN LIZZA ANCHE PER TOKYO 2020, MA RACCONTA ANCHE IL CONCERTO DEL 1989 DEI PINK FLOYD A VENEZIA: ''ARRIVAI BELLO TRONFIO, IN REALTÀ FU UN DISASTRO. MIA MADRE PIANGEVA, SALTÒ LA GIUNTA. UNO SBERLONE CHE MI FECE CAMBIARE ROTTA'' - ''L'ULTIMO VIDEOCLIP? BAGLIONI, CHE MANDAI A QUEL PAESE PERCHE'...''

Piera Anna Franini per il Giornale

 

Marco Balich

Marco Balich, 56 anni, di Venezia, è il gran cerimoniere d' Italia, nota firma di spettacoli delle meraviglie. Su tutti: le cerimonie per le Olimpiadi di Torino 2006, Sochi 2014 e Rio de Janeiro 2016. Ora è in corsa per Tokyo 2020.

 

E' il re Mida dello show. Del resto, solo uno come lui riesce a trasformare il Giudizio Universale di Michelangelo in uno spettacolo cui partecipano i Musei Vaticani, Sting per la colonna sonora, Susan Sarandon come voce della Bibbia, Pierfrancesco Favino, esperti di videogame. «Giudizio Universale - Michelangelo and the secrets of the Sistine Chapel», è una delle sue ultime creature.

 

Tutto prende corpo nella Balich Worldwide Show, società produttrice di eventi live che fattura 100 milioni, conta 119 dipendenti, opera a Milano e fa viaggiare spettacoli nel mondo intero. E spesso nei Paesi che dopo anni d' ombra ora vogliono raccontarsi in modo spettacolare e hanno le risorse per affrontare costi importanti. Nel portfolio clienti svettano gli Emirati Arabi, Kazakistan, Turkmenistan, Cina, quindi colossi industriali e dell' imprenditoria decisi a celebrare i propri marchi.

 

marco balich

C' è poi chi si rivolge alla BWS per eventi privati, come matrimoni galattici, un genere che piace ai magnati indiani e russi o comunque a chi vuole stupire con effetti speciali e non bada a spese.

 

Ora siete in lizza per le cerimonia delle Olimpiadi di Tokyo.

«Se andasse in porto sarebbe davvero l' incoronazione».

 

Ma l' esordio fu con le Olimpiadi nel 2002 a Salt Lake City. Possiamo considerarlo il vostro battesimo?

«Sicuramente. Ero lì per seguire il primo passaggio di bandiera a Torino, la città che avrebbe ospitato le Olimpiadi successive. L' 11 settembre non era lontano, ed il clima era pesante. C' erano controlli pazzeschi su tutto ma vidi lo show più bello del mondo, e soprattutto non c' era nessuna presenza politica. Era presente il gotha dello spettacolo a stelle e strisce, dal regista delle tournée di Michael Jackson ai grandi coreografi, produttori, costumisti, autori di colonne sonore: era un consesso di talenti pazzeschi. Questo è quello che voglio fare da grande, mi dissi».

 

olimpiadi sochi 2014 by balich

Vide la luce?

«Ero fortemente determinato a portare a casa le cerimonie d' apertura delle Olimpiadi di Torino: divenne il mio obiettivo prioritario. In quella fase, il mercato era dominato da americani, inglesi e australiani. Mi sentivo come uno che scala l' Everest».

 

Che strategia adottò?

«Io non sono un regista, quindi iniziai a chiedere a vari registi di cinema, teatro e opera chi di loro avrebbe voluto fare le Olimpiadi. Nessuno. Taluni dicevano che le Olimpiadi erano operazioni da multinazionali, altri temevano di rovinarsi la carriera, altri avevano l' agenda piena. Non avevano colto importanza dell' evento. Così decisi che lo avremmo fatto noi in prima persona. E alla bell' età di 45 anni ho iniziato a fare il regista e il direttore creativo dei grandi show».

 

E da allora anche una società italiana è entrata nel ristretto novero dei produttori di show.

«La cerimonia di Torino era piaciuta. Il nostro approccio convinse. Ora nel mondo dei grandi show siamo in tre: noi, un' azienda americana e una australiana».

 

olimpiadi torino 2006 by balich carla bruni

Cosa continua ad attrarla delle cerimonie olimpiche?

«Il fatto di essere al servizio di un marchio gigantesco, di preparare qualcosa per il mondo. Sei chiamato a tradurre temi di grande impatto come la fratellanza, il rispetto fra le persone, la laicità delle nazioni. Che poi sono i temi riportati nella carta dei diritti dell' uomo. Sai che domina l' equità per cui Paesi ricchi e poveri una volta tanto sono sullo stesso livello. Alle ultime Olimpiadi abbiamo visto sfilare le due Coree. E' un momento di aggregazione, un appuntamento con la storia di un Paese. Tutto va raccontato con grandi metafore, il mondo s' aspetta una narrazione super-spettacolare».

olimpiadi torino 2006 by balich

 

Che vincoli avete voi cerimonieri? A cosa non potete non rinunciare?

«C' è uno scheletro della cerimonia, punti fermi come l' accensione della torcia, la citazione della colomba della pace. Però a ogni edizione si aggiunge qualcosa. Ad aver introdotto la torcia, per esempio, fu Albert Speer, l' uomo che si vendette al diavolo (fu l' architetto personale di Adolf Hitler ndr), ma a cui va riconosciuto il merito di aver impresso un senso di solennità alle cerimonie che così cambiarono marcia».

 

Sono feste faraoniche dai costi stellari. Ma quanto stellari?

olimpiadi torino 2006 by balich

«70 milioni per Rio, ma a Londra 160: questo è stato lo spettacolo più costoso fino ad ora. Del resto l' audience è straordinaria: per Rio la cerimonia venne seguita da 3 miliardi di persone. Tutti si sentono rappresentati. E' lo spettacolo con il cast più esteso al mondo».

 

Quante persone coinvolge?

«Fra le 5mila e le 6 mila. Tutti volontari».

 

Quindi da svezzare.

«Devono essere formati, ci vogliono almeno quattro mesi di prove. E poi vanno trattati bene, altrimenti se ne vanno. In realtà sono loro i più grandi fan. Sanno che stanno facendo qualcosa di unico».

 

olimpiadi sochi 2014 by balich

In quanto si monta una cerimonia?

«Per i primi sei mesi selezioniamo il team creativo e l' idea portante, per i sei mesi successivi si va a creare il budget. Altri sei mesi la prototipizzazione, e gli ultimi sei per le prove».

 

Lei che rapporto ha con lo sport?

«Mancai per un pelo le Olimpiadi di Mosca. Tiravo di scherma. Avevo tante speranze, lo ammetto».

 

Pratica ancora la scherma?

«Non ho tempo. Però scio e cerco di muovermi il più possibile in bicicletta. Vede, per Milano ho questa bici con le gomme larghissime così non ho problemi con le rotaie del tram».

 

Il vostro Giudizio Universale è costato 9 milioni. Un atto di coraggio imprenditoriale

olimpiadi sochi 2014 by balich.

«Sì, rischiamo tanto. Vorrei sottolineare che è un servizio offerto alla città, però è un investimento tutto nostro. Non un soldo pubblico».

 

E' quasi un azzardo investire nella Roma di questi tempi

«Ho pensato a Roma, perché ha bisogno di pacca sulla spalla».

 

E comunque state avendo successo, cosa non scontata all' inizio.

«Stiamo colmando un vuoto. Nella grandi città come Parigi, Londra o New York vi sono sempre spettacoli permanenti. Ora lo stiamo sperimentando anche noi. Lo show viene trasmesso due volte al giorno per sei giorni, all' Auditorium Conciliazione di fronte ai Musei Vaticani».

giudizio universale by balich

 

Perché celebrare la Cappella Sistina?

«Perché è un' icona dell' umanità. Vorremmo seminare delle curiosità, soprattutto fra le nuove generazioni. E' un' esperienza complementare alla visita».

 

E' stata un' impresa convincere i Musei Vaticani?

«Ci sono voluti tre anni. Però eccoci qua».

 

Cosa risponde a chi non approva l' idea di spettacolarizzare l' arte?

giudizio universale by balich.

«Avevamo messo in conto che in tanti ci avrebbero aspettato al varco coi fucili spianati. Abbiamo voluto spettacolarizzare l' arte senza timori di snobismo intellettuale applicando la tecnologia dei grandi show al nostro patrimonio culturale. Abbiamo sintetizzato in modo nobile un contenuto reso fruibile, o almeno questa è la nostra sensazione. Non dimentichiamoci che è dall' epoca della nascita dell' opera lirica, quindi dal Seicento, che l' Italia non esporta formati di intrattenimento. Da allora importiamo e basta».

 

giudizio universale by balich.

Chi sono le figure professionali del vostro studio?

«Di base sono creativi con diverse formazioni. Persone che stanno fra teatro, opera, eventi, concerti, tutti elementi che se vissuti singolarmente devono star stretti. Chi lavora in BWS è pungolato dalla curiosità di andare oltre, è attratto dall' adrenalina, non si sente mai sazio semmai è desideroso di digerire tutto. Io stesso sono uno che va a vedersi uno show a Las Vegas poi un concerto di monaci».

 

Lei che formazione ha?

«Ho fatto 19 esami di Giurisprudenza. E con gran rammarico di mamma, non completai gli studi. C' erano già i primi impegni lavorativi».

giudizio universale by balich

 

Era nello staff dei tour degli U2, di Peter Gabriel

«Un promoter mi aveva chiesto di accompagnare una band. Poi ne seguirono altre per un totale di 72 tournée. Venivo da una famiglia normale, e improvvisamente mi ritrovai in alberghi e ristoranti super, discoteche gratuite, glamour. Piuttosto emozionante per un ventenne».

 

E nel 1989 arrivò il concertone dei Pink Floyd a Venezia. Fu un patatrac.

«Arrivai bello tronfio, sicuro che avrei portato qualcosa di speciale nella mia città. Pensavo all' orgoglio di mamma, dei vicini. In realtà fu un bel disastro».

 

Pare annunciato.

albero della vita expo by balich

«L' idea era quella di un evento epocale, a San Marco, su una zattera, fra 10mila barche il tutto culminante coi fuochi d' artificio della festa del Redentore. Non avevamo calcolato che il pubblico non sarebbe stato composto dalle tradizionali famigliole della festa del Redentore, infatti arrivarono 200mila persone da tutt' Europa. Venezia era impreparata a gestire questa situazione. Il giorno dopo c' era immondizia dappertutto, spazzini in sciopero. Un' esplosione di polemiche con la giunta che saltò».

 

E mamma?

«Piangeva».

 

Una sberla.

«No, uno sberlone. Di quelli che fanno cambiare rotta. Presi valigetta e andai a Milano. Andai a fare video clips, allora nascevano Jovanotti e Ligabue. Poi dopo 300 video clip dedicati a tutti i grandi, da Vasco a Bocelli, Celentano, Pausini, Zucchero, mi stancai. Ricordo il mio ultimo videoclip su Baglioni al quale non andavano mai bene le inquadrature. Mi aveva sfinito, lo mandai a quel Paese. Dissi basta.

143 marco balich;natalia bianchi;lapo elkann nin 6060

Così passai ai primi programmi televisivi applicando i videoclip».

 

Un' altra svolta...

«Fondai l' Heineken Jammin Festival all' autodromo di Imola. Bellissimo, si facevano dei soldi, recuperavo una parte del mio passato. Tutto bene fino a quando arriva un nuovo direttore marketing e il progetto viene azzerato. Cosa fare? Decisi di spostarmi sugli eventi. Non appena Torino assunse l' impegno delle Olimpiadi, chiamai il Comitato di Torino per occuparmi del passaggio della bandiera. Partecipai alla gara e la vinsi. Nel 2002 ero a Salt Lake City. La svolta».

 

Dopo questi continui cambi, che rapporti ha con la professione che s' è cucito addosso?

«Sono appassionato di quello che faccio. Riesco a unire istinto primordiale con cultura e ricerca. Passare dallo show del Carnevale di Rio ai protocolli vaticani e alle sensazioni delle Olimpiadi è un qualcosa che non ha prezzo. E prima di tutto, mi dà energia sentire la gente che si entusiasma e confessa di provare brividi vendendo i nostri spettacoli».

 

Bracco e Balich - "The beauty of Imaging"

Quanto viaggia?

«Vivo in aereo e hotel. Però ricavo sempre spazio per i miei figli».

 

Dicono che sia lavoro-dipendente

«Impossibile non esserlo quando devi rispettare certe scadenze».

 

Gli ultimi record da stakhanovista?

«87 giorni di fila di lavoro dalle 9 del mattino alle 11 di sera, sette giorni su sette. Ammetto che a 54 anni inizi a soffrire un po'. Però è un po' come l' esame di Maturità. Alla fine sei spossato, ma pieno di emozioni, gradualmente ti rendi conto che hai fatto qualcosa che ha sollecitato le emozioni di tantissima gente. Inizi a ricevere sms e email da ovunque.

BALICH

Godo da morire vedendo cosa si apre dopo un anno di lavoro».

 

E' questo il sale del suo invidiabile ottimismo?

«Per creare non puoi essere cinico. Devi essere onesto e fresco di fronte alle novità».

 

 

Ultimi Dagoreport

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO