bignardi

LA MARZIANA BIGNARDI TORNA NEL SUO PIANETA FATTO DI TARTINE E PROSECCHINI (CHE NON AVEVA MAI LASCIATO) - NEANCHE LEI È SOPRAVVISSUTA ALLA NUOVA, RABBIOSA, ONDATA DI ROTTAMAZIONE RENZIANA: A ROMA NON LA VEDEVANO MAI, HA SEMPRE PREFERITO DEDICARSI A MILANO E ALLE SUE RUBRICHE SU ‘VANITY’. MICA COME ORFEO, UNO CHE MOLLA L’UFFICIO SOLO PER UNO SNACK DA SETTEMBRINI

Francesco Bonazzi per La Verità

 

daria bignardidaria bignardi

«Hanno tutti paura delle vacanze, ma non lo dicono. Aspettiamo l' imprevisto che ci ricordi chi siamo davvero», scriveva la scorsa settimana Daria Bignardi nella sua elegante rubrica su Vanity Fair. E ieri, l' imprevisto che poi tanto imprevisto non era, è arrivato: l' ex conduttrice delle Invasioni barbariche ha lasciato la direzione di Rai 3 dopo soli 17 mesi (sarà sostituita dal vicedirettore Stefano Coletta, figura storica della terza rete).

 

Uno in meno di Flavio Cattaneo in Telecom Italia, ma senza buonuscita milionaria. Anzi, pare senza buonuscita in assoluto. Anche se i 300.000 euro l' anno d' ingaggio che le aveva accordato Mamma Rai le dovrebbero garantire comunque delle vacanze lunghe e, speriamo, senza imprevisti.

 

andrea fabiano ilaria dallatana daria bignardiandrea fabiano ilaria dallatana daria bignardi

Il sito Dagospia, che sulle faccende Rai è difficilmente battibile, l' aveva scritto già venerdì scorso: la Bignardi sta trattando l' uscita. Era onestamente difficile che potesse sopravvivere alla nuova, rabbiosa, ondata di rottamazione renziana. Quella partita dall' esilio di Rignano sull' Arno e che a fine maggio aveva già travolto Antonio Campo Dall' Orto, costretto a lasciare la direzione generale per lasciare il posto a Mario Orfeo, considerato da Renzi più combattivo in vista della prossima campagna elettorale.

 

rischiatutto fabio fazio con i concorrenti foto di daria bignardirischiatutto fabio fazio con i concorrenti foto di daria bignardi

Bignardi, ferrarese, 56 anni, studi al Dams di Bologna purtroppo non conclusi, era una protetta di Campo Dall' Orto e nella sua direzione della terza rete non ha raggiunto i risultati sperati.

 

Il fallimento più grande è stato la consegna del martedì sera a La7, con la cancellazione di Ballarò, l' addio a Massimo Giannini e il lancio di Politics, affidato a Gianluca Semprini.

 

Dopo pochi mesi, programma chiuso in anticipo, sotto i colpi di uno share imbarazzante.

Incauto anche il trasloco forzato di Report dalla domenica sera al lunedì sera, collocazione dove il programma condotto da Sigfrido Ranucci ha perso ascolti, per non dare fastidio a sua maestà Fabio Fazio.

 

CAMPO DALL ORTO BIGNARDICAMPO DALL ORTO BIGNARDI

Che casualmente ha lo stesso agente che aveva la Bignardi, ovvero quel Beppe Caschetto che con Donna Daria ha potuto ulteriormente fare il bello e il cattivo tempo. Unica scelta baciata dagli ascolti è stata la maggior visibilità concessa alla simpatica banda di Dario Bianchi, in arte Zoro, con il suo Gazebo.

 

Peccato che poi le abbiano fatto ciao con la mano e dalla prossima stagione li si vedrà su La7. Pare infine che Bignardi abbia molto tenuto a quelle sei puntate di Stato civile, il programma in seconda serata dello scorso inverno in cui si raccontava la vita di alcune coppie omosessuali. Con uno share medio del 5% c' è solo la soddisfazione di aver spesso doppiato Politics.

 

Di sicuro, e va tutto a suo onore, in Viale Mazzini Bignardi ha dimostrato di non essere una donna di potere.

DARIA BIGNARDIDARIA BIGNARDI

Quando e dove ha potuto, raccontano a Rai 3, ha sempre difeso i giornalisti e non è mai stata arrogante con nessuno. Anzi. Sempre gentile e sorridente con tutti, non si è neppure messa a trafficare con appalti e contratti. Insomma, il contrario di una zarina.

 

Ma se in Rai oggi le contestano un errore è quello di essere scesa poco a Roma, di essersene rimasta sempre comodamente seduta nella sua Milano. Insomma, di non aver presidiato a sufficienza la poltrona. Il contrario di uno come Orfeo, che si allontana dall' ufficio al massimo per andare a mangiare da Settembrini, con somma preoccupazione del suo dietologo.

DARIA BIGNARDIDARIA BIGNARDI

Bignardi, inghiottita e risputata dal caimano Rai, viene dunque restituita anzitempo alla «società civile» milanese di cui è profondamente invaghita.

 

Quella, per intendersi, che spazia da Lella Costa a Giuliano Pisapia, passando per Moni Ovadia e Miuccia Prada. Del resto, l' ex direttrice di Rai 3 è come il nero, fa fine e non impegna. Su qualunque tema AristoDaria ha sempre un' opinione che s' intona alla perfezione con quello che passa il cameriere, ovvero tartine e prosecchino. Nella sua rubrica su Vanity Fair, ha commentato con indignazione le polemiche sul caso del piccolo Charlie Gard: «Nessuno ha strumentalizzato questo caso come l' Italia», lamentando che i nostri politici non abbiano fatto ancora una legge sul fine vita.

luca sofri e daria bignardiluca sofri e daria bignardi

 

E si è naturalmente schierata a favore dello ius soli, sostenendo che non c' è nessun pericolo di invasioni di immigrati e che, anzi, «sarebbe bello che diventare italiani significasse, per tutti, superare un esame di correttezza, onesta e civiltà».

Immaginiamo le rigide selezioni della legge Bignardi sulla cittadinanza, da tenersi all' Emporio Armani Caffè.

 

Nel suo piccolo, comunque, anche Bignardi può essere definita un migrante economico. È già partito il conto alla rovescia per l' annuncio del suo ritorno a La7 dal nuovo direttore generale Andrea Salerno, anche se ovviamente non si può escludere che sia Sky ad offrirle il prossimo contratto. Del resto con Le invasioni barbariche, in undici anni ha ospitato sulla rete di Urbano Cairo tutta la bella gente della nazione, a cominciare dai politici in ascesa.

MATTEO RENZI DARIA BIGNARDI INVASIONI BARBARICHEMATTEO RENZI DARIA BIGNARDI INVASIONI BARBARICHE

 

Matteo Renzi ha cominciato a invitarlo con regolarità impressionante fin da quando era sindaco di Firenze e ne ha intuito fin da subito le enormi potenzialità di carriera. Ma l' intervista da rivedere è quella realizzata a metà gennaio del 2015. Sono 45 minuti di domande soffici come meringhe, che danno modo all' allora premier di elogiare un Giorgio Napolitano che si è appena dimesso, di spiegare tutte le bellissime e giustissime cose che il governo ha già fatto per gli italiani, di sostenere che «ai vertici delle principali aziende abbiamo messo tutte donne» e fanfaronate così.

urbano cairo daria bignardiurbano cairo daria bignardi

 

Poi, sul finale, arriva anche il domandone personale. Bignardi tira fuori con maestria un articolo di Giuliano Ferrara sul Foglio (il suo giornale di riferimento) che definisce Agnese Renzi «bellissima», a cominciare da quel suo naso che sarebbe «la testimonianza dell' intelligenza costruttiva di Dio». Un colpo talmente basso che Renzi per un attimo non sa cosa dire e allora lo soccorre lei: «Ma su, pensavo che lei dicesse: mia moglie è bellissima». Renzi si riprende ed esegue.

 

Al termine della trasmissione, le telecamere del Fatto Quotidiano intercettano il marito della Bignardi, Luca Sofri (figlio di Adriano) che corre a salutare l' allora presidente del Consiglio e gli si rivolge così: «Ciao Capo, ottima, ottima (l' intervista)».

BARBARA D URSO LUCA SOFRI E DARIA BIGNARDI BARBARA D URSO LUCA SOFRI E DARIA BIGNARDI

Con ben 13 mesi di ritardo, il Capo la spedirà in Rai. Adesso che se ne torna nella sua Milano, Bignardi potrà comunque aspettare in santa pace il Renzusconi prossimo venturo. Le si intona alla perfezione.

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