giorgia meloni

IO SONO GIORGIA – LA MELONI SI RACCONTA IN UN LIBRO: "IL POSSIBILE SECONDO POSTO DI FRATELLI D'ITALIA NEI SONDAGGI? NON CI AVREI SCOMMESSO UN SOLDO NEL 2018. NON VOGLIO L'ABOLIZIONE DELLA LEGGE SULL' ABORTO. IL DDL ZAN? L'HANNO SMONTATO PERFINO LE FEMMINISTE. LA LIBRAIA DI SINISTRA CHE NON VENDERA' IL MIO LIBRO? LA RINGRAZIO..." - "UNA DONNA DI DESTRA È OGGETTIVAMENTE SUCCUBE, COMPLICE E VITTIMA DEI SUOI CARNEFICI MASCHILISTI MA IO NON HO PAURA DI NIENTE. NON SONO RICATTABILE. SONO UN SOLDATO...” –  QUANDO FECE INCAZZARE IL CAVALIERE E QUEL TAILLEUR ALLA PLATINETTE

Antonello Piroso per "la Verità"

 

meloni governo berlusconi giuramento

«Un catarifrangente con le gambe». Quando si arriva a questo passaggio, anche il detrattore più avvelenato nei confronti di Giorgia Meloni non può trattenere un sorriso. È il punto del suo libro Io sono Giorgia in cui racconta di come si fosse addobbata per il giuramento al Quirinale quando divenne ministro della Gioventù nel quarto governo di Silvio Berlusconi: «Avevo acquistato un costoso tailleur cangiante che poteva piacere solo a me e forse a Platinette».

 

GIORGIA MELONI

Meloni può piacere o non piacere, ma leggendo il volume di una cosa le va dato atto: non scansa le accuse che sul piano politico (e non solo) le vengono rivolte, ma le affronta e le ritorce sui suoi avversari, argomentando contro quelle che lei giudica ipocrisie da sepolcri imbiancati: «Lo ripeterò fino allo sfinimento: non voglio l' abolizione della legge sull' aborto. Ma ne rivendico la piena applicazione, in particolare sulla prevenzione. Il ddl Zan sulla omotransfobia? Un cavallo di Troia per far passare l' autocertificazione di genere, l' hanno smontato perfino le femministe».

GIORGIA MELONI DA PICCOLA

 

Non solo: prende di petto ogni aspetto della sua biografia, pubblica ("Il possibile secondo posto di Fratelli d' Italia nei sondaggi è un risultato su cui non avrei scommesso un soldo nel 2018") e privata (i critici che lei cita: «Parli tanto di famiglia fondata sul matrimonio, Meloni, ma intanto non sei sposata"), e li sviscera senza infingimenti. Rivendicando sempre di essere «donna, madre, italiana, cristiana».

 

Una combattente. «Tosta» per dirla con Carlo Calenda. Che non si sottrae mai al confronto, anche quando a bruciapelo le domando della notizia degli 11 indagati con l' accusa di minacce e offese al capo dello Stato, Sergio Mattarella, con tanto di perquisizioni, «soggetti gravitanti in ambienti di estrema destra e a vocazione sovranista»:

giorgia meloni a pranzo a ostia con la mamma

 

«Non ho elementi per commentare. Ho letto che c' è stata una operazione dei Ros su disposizione della Procura di Roma su questa presunta rete sovranista. Al presidente va la mia solidarietà per gli insulti e le minacce ricevute, ma al momento non so altro. Però mi faccia aggiungere: mi auguro ci siano elementi molto consistenti per disporre perquisizioni in casa, in un contesto in cui spesso i politici - me compresa - ricevono quotidianamente contumelie e pesanti intimidazioni dagli haters. Perché se questi elementi più che solidi non ci fossero, allora ci troveremmo davanti a una preoccupante anomalia».

GUIDO CROSETTO E GIORGIA MELONI

 

In chiusura del penultimo capitolo - l' ultimo è dedicato a sua figlia Ginevra - la sua determinazione la rivendica apertis verbis: «Non ho paura di niente e di nessuno, se non quella di deludere me stessa e chi crede in me. Non sono ricattabile. Non sono sola, e chi ha scelto di accompagnarmi in questa battaglia è molto simile a me. Sono sempre stata sottovalutata, e questa è una grande fortuna. Per questo non diserterò. Io sono un soldato».

 

Battuta inevitabile: dal Soldato Jane al Soldato Giorgia.

«Be', ci può stare se intende riferirsi al fatto che ho dovuto farmi spazio in un mondo prevalentemente maschile. Ma come spiego nel libro, in tutta la mia storia politica non mi sono mai sentita davvero discriminata in quando donna. Certo, mi sono sempre impegnata e non ho mai abbassato la guardia, ma alla fine non è stato così complicato. Come sosteneva con un sorriso Charlotte Whitton, sindaco di Ottawa negli anni Cinquanta: "Le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per essere giudicate brave la metà. Per fortuna non è difficile"».

GIORGIA MELONI CON LA MADRE E LA SORELLA

 

Un' autobiografia a 44 anni. Era proprio necessario?

«Non è un' autobiografia né un manifesto. Piuttosto un "diario minimo"...».

Alt. Le rimprovereranno l' appropriazione indebita. Diario minimo è un titolo di Umberto Eco. Nel libro evoca il Pier Paolo Pasolini di Saluto e augurio, da lei definito un testo «conservatore di straordinaria bellezza». Alla Camera, nel dichiarare il suo no al governo di Mario Draghi, ha citato Bertolt Brecht. Fino a La canzone di Marinella di Fabrizio De André, con cui tuttora addormenta sua figlia Ginevra di 4 anni. Vuole acquisire meriti a sinistra?

giorgia meloni cover

«Guardi, la destra che piace alla sinistra è quella che non vince. Io rimango me stessa potendo benissimo apprezzare parole e concetti di autori anche ideologicamente distanti da me. Non ho pregiudizi, io».

 

La sottolineatura è riferita alla signora che non metterà in vendita Io sono Giorgia nella sua libreria?

«Scherza? Io la ringrazio, piuttosto, per la pubblicità che mi ha fatto. E per il pessimo servizio reso alla libertà d' espressione vista da sinistra. Pensi se una cosa del genere l' avesse annunciata un libraio con simpatie di destra su un' opera di un politico del Pd. Sarebbe stato invocato l' intervento dei caschi blu e sarebbero partiti i girotondi.

 

Mi conforta che Calenda e Enrico Letta abbiano espresso altre valutazioni, il primo sull' autenticità di quello che sostengo, il secondo affermando che il libro lo leggerà.

 

L ARTICOLO DEL FINANCIAL TIMES SU GIORGIA MELONI

L' ho scritto perché mi sono resa conto di quanto fossero distanti le mie idee, la mia vita dalla rappresentazione distorta che se ne fa. Volevo semplicemente esporre chi sono e in cosa credo, qui e ora, alla luce di quello che è stato ed è il mio vissuto. Chi intende sostenermi e votarmi è giusto che sappia con chi ha a che fare. Sentendolo da me».

 

Qual è l' immagine che le è stata cucita addosso, e come?

GIORGIA MELONI CON LA FIGLIA GINEVRA

«Gli anglosassoni la chiamano character assassination, in italiano suona pure meglio: la distruzione della reputazione. Chi è Giorgia Meloni, secondo la vulgata accreditata dal sinedrio dei sacerdoti del politicamente corretto? Una bigotta retrograda oscurantista omofoba. Una razzista. Una xenofoba, una che odia ogni diversità, che plaude o ha nostalgia per chi ha sterminato milioni di ebrei con le camere a gas, o ha piazzato bombe in banche e stazioni, schiavizzato i neri, sottomesso e stuprato le donne, perché nell' immaginario delle donne di sinistra, o delle femministe radicali, una donna di destra è oggettivamente succube, complice e vittima dei suoi carnefici maschilisti. Io stessa proverei un irrimediabile disprezzo per me, se questa descrizione fosse anche solo lontanamente vera».

giorgia meloni a verissimo 1

 

Il vittimismo non le si addice, soldato Giorgia.

«Ma quale vittimismo! Conosco bene le asprezze della lotta politica, l' anno prossimo saranno 30 anni da quando, quindicenne, andai a bussare al portone blindato della sezione del Fronte della Gioventù della Garbatella. Ma io non sono spaventata da quello: è quando lo scontro si fa sleale, che allora mi batto con tutte le mie forze. Smontate le mie argomentazioni, se ne avete di valide da oppormi. Non inventatele. Cosa fa dire Oliver Stone a Gordon Gekko nel sequel di Wall Street? "Quando smetterete di dire balle su di me, io smetterò di dire la verità su di voi"».

 

giorgia meloni si commuove a verissimo

Lei scrive: «Se sanno fare il loro lavoro, i giornalisti non sono amici tuoi». Il tutto perché, parlando schiettamente da ministro del governo Berlusconi IV con un collega, il giorno dopo si ritrovò lo sfogone a tutta pagina.

«Erano uscite intercettazioni tra lui, dirigenti tv e giovani attrici in cerca di raccomandazioni. Dissi che tutto l' insieme mi faceva tristezza e che il comportamento del Cavaliere in quel frangente non mi era piaciuto. Ovviamente che titolo poteva fare il giornale? Questo Silvio non mi piace. All' alba mi chiamò Ignazio La Russa, capodelegazione di Alleanza nazionale al governo: "Mi ha telefonato Berlusconi, è fuori dalla grazia di Dio. Ha detto: la ragazza mi ha già rotto le palle"».

 

GIORGIA MELONI

Lei dovrebbe essere grata al Cavaliere: se nel 2012 non avesse cancellato le primarie per il segretario del Pdl, per cui lei si era candidata, non avrebbe mai visto la luce il partito di Fratelli d' Italia. Nome che tra l' altro non è un' idea sua.

«Fu Fabio Rampelli a pensare all' Inno di Mameli. Io avevo proposto "Noi italiani". Anche se la nostra prima scelta fu "Figli d' Italia", che accantonammo rendendoci conto che quel "Figli di..." avrebbe incentivato un banale quanto scurrile doppio senso. La mannaia di Berlusconi sul dibattito interno sulle primarie ha fatto da detonatore. Ma il malessere accumulato anche per la scelta di sostenere il governo di Mario Monti era tale che prima o poi il divorzio ci sarebbe stato comunque. Io sono del Capricorno, concreta, rigorosa, abituata a valutare il pro e il contro, ma sono anche fatalista: mi lascio guidare dalla follia dell' istinto, affidandomi all' ultimo a Nostro Signore».

giorgia meloni francesco lollobrigida

 

E al suo angelo custode, di nome Harael. Ma davvero dialoga con lui?

«Sì, ma non è argomento da barzelletta new age. La voce del nostro angelo custode non è altro che ciò che noi chiamiamo coscienza. Ha presente quando percepiamo una voce interna che ci avverte di qualcosa, noi tiriamo diritto e poi a cose fatte confessiamo: "Ci avevo pure pensato"? Ecco, quella voce è l' angelo custode. Mi sono così appassionata all' angelologia, che ho perso il conto di quante statuette ho che li raffigurano».

«Non so esattamente cosa sia la felicità. Io l' ho rincorsa tutta la vita e credo di non averla afferrata davvero mai.

 

La felicità è soprattutto attesa di qualcosa che, pensi, ti renderà felice». Come Fdi primo partito alle elezioni? O come essere la prima donna presidente del Consiglio?

GIORGIA MELONI

«Lo scrivo a mia figlia Ginevra nell' ultima pagina: "Anche se possedessi tutte le cose del mondo, ti accorgeresti che non hai quasi nulla. Egoismo, cattiveria e arrivismo non ti porteranno mai da nessuna parte. È l' amore la benzina del mondo. E la felicità, ricorda, esiste solo se la puoi condividere. Continua a ridere, per tutto il resto troveremo un rimedio"».

giorgia meloni con la sorella arianna ADOLFO URSO GIORGIA MELONIgiorgia meloni con le stampelle alle consultazioniMELONI DRAGHIGIORGIA MELONI E DANIELA SANTANCHEGIORGIA MELONIBERLUSCONI SALVINI MELONI AL QUIRINALEMELONI STORACEgiorgia meloniGIORGIA MELONI VOTA NO ALLA FIDUCIA A MARIO DRAGHI striscia e il fermo immagine del tg3 sulle gambe della meloni 2GIORGIA MELONIGIORGIA MELONIgiorgia meloni enrico lettagiorgia meloniGIORGIA MELONI

Ultimi Dagoreport

elly schlein giorgia meloni giuseppe conte matteo salvini elezioni

DAGOREPORT - COME FAR FUORI IL NEMICO PIÙ INTIMO E VIVERE FELICI? È LA DOMANDA CHE TORMENTA DA UN PEZZO GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI APPENA SI APPALESA LA SILHOUETTE SOVRAPPESO DI MATTEO SALVINI - RIPOSTO IN CANTINA IL PREMIERATO, BRUCIATO IL VOTO ANTICIPATO, CHE FARE? ALLE MENINGI DEI FAZZOLARI E DEI LA RUSSA È SPUNTATA LA RIFORMA ELETTORALE CHE NON SOLO PENALIZZEREBBE LA LEGA A FAVORE DI FRATELLI D'ITALIA MA TOGLIEREBBE DI MEZZO LE CHANCE DI VITTORIA DI UN’OPPOSIZIONE MIRACOLATA IN “CAMPO LARGO” - E QUI ARRIVA IL BELLO: COME FAR INGOIARE A PD-ELLY IL ROSPO DI UNA LEGGE ELETTORALE CHE LI PENALIZZA? C'EST FACILE! SE QUEEN GIORGIA VUOLE ASFALTARE SALVINI, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO SOGNA DI TOGLIERSI TRA I PIEDI QUELLA QUOTIDIANA ROTTURA DI COJONI DI GIUSEPPE CONTE…

riarmo armi pedro sanchez elly schlein giorgia meloni giuseppe conte donald trump

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI! DUE SVALVOLATI SI AGGIRANO PER L’EUROPA: PEDRO SANCHEZ E ELLY SCHLEIN – CON LA NATO MORENTE (TRUMP SOSTIENE CHE L'ARTICOLO 5, CARDINE DELL'ALLEANZA, SI DEBBA "INTERPRETARE"), I DUE SINISTRATI DEL PSE, CHE INSIEME AL PPE SOSTENGONO LA MAGGIORANZA URSULA, MINACCIANO DI STACCARE LA SPINA DICENDO "NO" AL RIARMO UE: UN "NO" CHE SAREBBE UN REGALONE ALLA GIORGIA DEI DUE MONDI CHE NON VEDE L'ORA DI DIVENTARE LA STAMPELLA DEL PPE (DOVE E' ATTESA A BRACCIA APERTE: AL VERTICE DELL'AJA HA SEDOTTO A COLPI DI SMORFIE TRUMP SUI DAZI AL 10% ALL'UE) - LA MOLLA DI TANTO TAFAZZISMO GEOPOLITICO DI ''FALCE & MART-TELLY'' È IDEOLOGICA, TROVANDOSI STRETTA TRA L'INCUDINE DEI RIFORMISTI PD E IL MARTELLO A CINQUESTELLE DI CONTE, CHE L'HA SCAVALCATA A SINISTRA A SUON DI MANIFESTAZIONI, SLOGAN E PROCLAMI "ARCOBALENO", SORPASSANDO PERFINO AVS - E TRA I DUE LITIGANTI, LA DUCETTA SE LA GODE... 

elly e alessandro onorato, goffredo bettini e dario franceschini, matteo renzi , ernesto maria ruffini schlein giuseppe conte

DAGOREPORT - ‘’AAA CERCASI UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE’’. IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO, ELLY SCHLEIN, HA CAPITO CHE NON BASTA UN’ALLEANZA CON CONTE E FRATOIANNI PER RIMANDARE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO IL GOVERNO MELONI. PER SPERARE DI VINCERE, OCCORRE DAR VITA A UN NUOVO ULIVO PRODIANO CAPACE DI FEDERARE LE VARIE ANIME DEI CENTROSINISTRATI, AL PARI DELLA DESTRA DOVE SI SFANCULANO DA MANE A SERA MA ALLA FINE IL COLLANTE DEL POTERE È PIÙ FORTE DELLA LORO EGOLATRIA – IL PRIMO A METTERSI IN MOTO È STATO MATTEO RENZI CHE, DA ABILISSIMO MANOVRATORE QUAL È, SI È TRASFORMATO IN UN ARIETE MEDIATICO DELL’OPPOSIZIONE – ALLA DISPERATA RICERCA DEL CENTRO PERDUTO, DOPO SALA E RUFFINI, OGGI SCENDE IN CAMPO ALESSANDRO ONORATO, ASSESSORE AL TURISMO DEL CAMPIDOGLIO, CHE MIRA A FEDERARE UNA RETE RIFORMISTA FORMATA DALLE PRINCIPALI REALTÀ CIVICHE DI CENTROSINISTRA PRESENTI IN ITALIA PER TOGLIERE L'ESKIMO A "FALCE E MART-ELLY''...

donald trump benjamin netanyahu iran israele stati uniti khamenei fordow

DAGOREPORT – COME MAI TRUMP HA PERSO LA PAZIENZA, IMPRECANDO IN DIRETTA TV, SULLE "VIOLAZIONI" DELLA TREGUA IN MEDIO ORIENTE DA PARTE DI NETANYAHU? "NON SANNO COSA CAZZO STANNO FACENDO. DOBBIAMO FAR CALMARE ISRAELE, PERCHÉ STAMATTINA SONO ANDATI IN MISSIONE"? - È EVIDENTE IL FATTO CHE IL “CESSATE IL FUOCO” CON L’IRAN NON RIENTRAVA NEI PIANI DI BIBI NETANYAHU. ANZI, IL PREMIER ISRAELIANO PUNTAVA A PORTARE A TERMINE GLI OBIETTIVI DELL’OPERAZIONE “RISING LION” (DOVE SONO FINITI 400 CHILOGRAMMI DI URANIO?), MA È STATO COSTRETTO AD ACCETTARLO DA UN TRUMP IN VENA DI PREMIO NOBEL PER LA PACE. D’ALTRO CANTO, ANCHE A TEHERAN LA TREGUA TRUMPIANA NON È STATA PRESA BENE DALL’ALA OLTRANZISTA DEI PASDARAN… – VIDEO

elly schlein gaetano manfredi giorgio gori stefano bonaccini pina picierno vincenzo de luca matteo ricci

DAGOREPORT - MENTRE ASSISTIAMO A UNO SPAVENTOSO SVALVOLAMENTO GLOBALE, IN ITALIA C’È CHI SI CHIEDE: ‘’COME SI FA A MANDARE A CASA LA SPERICOLATA ELLY SCHLEIN?’’ - ANCHE SE HA UN IMPATTO MEDIATICO PIÙ TRISTE DI UN PIATTO DI VERDURE LESSE, LA FANCIULLA COL NASO AD APRISCATOLE HA DIMOSTRATO ALTE CAPACITÀ DI TESSERE STRATEGIE DI POTERE, PRONTA A FAR FUORI IL DISSENSO DELL’ALA CATTO-DEM DEL PD - SE IL CENTRO RIFORMISTA HA LA MAGGIORANZA DEGLI ISCRITTI DEL PD, HA PERMESSO DI AVERE UN RISULTATO IMPORTANTE ALLE EUROPEE E FA VINCERE CON I SUOI CANDIDATI LE PROSSIME REGIONALI, PERCHÉ NON TIRA FUORI UN LEADER ALTERNATIVO AL SINISTRISMO FALCE & MART-ELLY? -  LIQUIDATO BONACCINI, ORMAI APPIATTITO SULLA SCHLEIN, SCARTATO DECARO PRIVO DEL CORAGGIO PER SPICCARE IL VOLO, SULLA RAMPA DI LANCIO CI SONO IL SINDACO DI NAPOLI, GAETANO MANFREDI, MA SOPRATTUTTO GIORGIO GORI. L’EUROPARLAMENTARE ED EX SINDACO DI BERGAMO È IN POSSESSO DEL FISICO DEL RUOLO PER BUCARE LO SCHERMO E IL MELONISMO PAROLAIO. A PARTE LE GELOSIE INTERNE DEI RIFORMISTI, LA BASE, CON LA GRUPPETTARA ELLY AL COMANDO, OGGI È TALMENTE RADICALIZZATA CHE RIUSCIRÀ AD INGOIARE UN EX MANAGER DI MEDIASET SULLA PRIMA POLTRONA DEL NAZARENO?

alessandro giuli

DAGOREPORT - MA COME SCEGLIE I COMPONENTI DELLE COMMISSIONI L’INFOSFERICO MINISTRO DELLA CULTURA, ALESSANDRO GIULI? I DIRETTORI DI CINQUE MUSEI STATALI (MUSEI REALI DI TORINO, GALLERIA DELL’ACCADEMIA E BARGELLO DI FIRENZE, COLOSSEO, MUSEO NAZIONALE ROMANO E MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI) SARANNO SELEZIONATI DA UNA COMMISSIONE FORMATA DALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DA GIURISTI - PEGGIO CI SI SENTE SE SI PENSA CHE I TRE CANDIDATI PER CIASCUN MUSEO SCELTI DA QUESTA COMMISSIONE GIURISPRUDENZIALE SARANNO POI SOTTOPOSTI AL VAGLIO FINALE DEL LAUREANDO MINISTRO…