murgia lipperini

OGGI QUEER, DOMANI DIOR - SU, METTETEVI IN FILA AL ''MATRIMONIO SURROGATO" DI MICHELA MURGIA PER RICEVERE L’ANELLO QUEER DI APPARTENENZA, UNA RANA BIANCA, E TANTI VESTITI CHIURI & CHIARI - NEL GIARDINO GREEN, TRA CANZONI CORRECT E POSE PRE-RAFFAELLITE, LO SPOSO LORENZO, CHIARA (VALERIO), NICOLA (LAGIOIA), CLAUDIA (DURASTANTI), PAOLO (REPETTI), ROBERTO (SAVIANO), CELEBRANO “QUEER, IL NUOVO MOSTRO” – "QUANDO MICHELA SCRIVE DI RIGETTARE LA FEDELTÀ IN FAVORE DELL'AFFIDABILITÀ, DICE UNA COSA BELLISSIMA..." (CIAO CORE!)

DAGOREPORT

 

michela murgia roberto saviano al matrimonio

Roberto, i' vorrei che tu Lorenzo ed io fossimo presi per incantamento, come accadde a Mary Shelley, Byron e Polidori a Villa Diodati, Cologny, nella freddissima estate 1816. Loro scrissero “Frankstein, il mostro” e diedero vita al Romanticismo.

 

Ecco, i’ vorrei che noi, in questa estate bucata dall’ozono, nel mio giardino green, di alberi fluidi e vestiti Chiuri & chiari, di canzoni correct, di pose preraffaellite …, i’ vorrei che tu, Lorenzo, Chiara (Valerio), Nicola (Lagioia), Claudia (Durastanti), Paolo (Repetti, Einaudi oh!, cannibale ohhh!), compagnia bella ed io celebrassimo “Queer, il nuovo mostro”.

 

Come Frankestein, Queer è creato ma non generato dalla stessa sostanza della madre, è un mostro politico che procrea senza accoppiarsi “animalescamente”, che sta “sulla soglia” (de che? Della camera da letto?), che slitta, surfa, fluidifica.

 

Queer il mostro non vuole figli di sangue “perché sanguinari”, non li vuole naturali, quindi innaturali. Il mostro Queer è cambiamento strutturale (ma la struttura, insegnava l’amichetto Foucault, non è “qualcosa che non cambia”?): “Se uno non cambia moglie o marito nasconde al suo interno strumenti di oppressione, è un sanguinario”, dice Queer. Rigettare la fedeltà è “una cosa bellissima”.

matrimonio di michela murgia 2

 

Queer è il mostro eracliteo, il profeta del “tutto passa”, del non devi dire mai “per sempre” perché ciò è “condannarsi alla infelicità”. Tutto è mutabile con Queer (oggi queer, domani là) perché “il rapporto non-queer nasconde al suo interno l’oppressione dell’altr*a/o”. 

 

Queer “è generazione di volontà”, alla Nietzsche, ovvero “capacità non di ri-prodursi (col trattino, come Heidegger e Cacciari) “banalmente animalesca”. Queer è il mostro non animalesco, perché la violazione della fedeltà “è l’alibi delle violenze domestiche”.

 

Queer il mostro esce dai territori della produzione e riproduzione “per formare alleanze estranee alla logica del sangue e della somiglianza, alla genealogia e all’ereditarietà, basate su forme di cura e genitorialità surrogata”. Guai a voi se andate a trovare i vostri parenti in ospedale: è una opprimente fedeltà che vi guida.

 

E se andate sulla tomba dei genitori altro non siete che testimoni perversi della genealogia. E poiché “la politica identitaria è la politica del sesso riproduttivo”, non accoppiatevi mai più e non sarete giudicati, cambiate moglie/marito e sarete salvati e beati voi quando smetterete di educare i figli (ma ci aveva già pensato Rousseau e non andò benissimo), li scambierete e cesserete di essere voi stessi per essere altro da sé, cambierete nome, genere, specie e diventerete dei non umani.

anello del matrimonio di michela murgia

 

E’ il mostro Queer che vi parla. Su, mettetevi in fila per ricevere dagli amichetti scrittori l’anello Queer di appartenenza, una rana bianca: baciate la rana, il rospo. Chi vi invita è Loredana Lipperini dalle pagine di “la Stampa”, il giornale della borghesia piemontese, il giornale detto “la bugiarda”: questo sì che è molto queer.

 

È QUEER LA FESTA

Estratto dell'articolo di Loredana Lipperini per “La Stampa”

 

Come molte e molti, ho aspettato che su Instagram uscissero le storie che raccontano la festa nel giardino di Michela Murgia, che è un giardino cercato e desiderato con amore: del resto, la storia di Michela e della sua famiglia queer questo è, una storia d'amore.

 

Che possiamo solo immaginare nelle foto, guardandola mentre sorride fra Alessandro Giammei e Chiara Valerio o mentre posa con la sua famiglia in salotto. Però abbiamo potuto seguire nel tempo come si è sviluppata l'idea stessa di queer: nei fatti, Michela ha sempre scritto di questo, in Accabadora, in Chirù e infine, in forma compiuta, in God Save the Queer, dove tutti coloro che continuano a chiedere "ma che vuol dire famiglia queer?" potrebbero trovare le risposte, a volerle cercare.

roberto saviano al matrimonio di michela murgia

 

matrimonio di michela murgia 3

Poi ho guardato i video e le foto (incluse quelle, inedite, pubblicate qui) e ho pensato che quella a cui assistevo non vista era una festa e anche un rito, perché hanno la bellezza del rito gli abiti bianchi dei partecipanti, ampi e candidi e intercambiabili, in modo che si potessero ricombinare come si desidera, gonne, pantalone, camicette, disegnati da Maria Grazia Chiuri di Dior.

 

Però non era un rito nuziale. Come si sa, Michela Murgia e Lorenzo Terenzi si sono sposati qualche giorno fa «per avere diritti che non c'era altro modo per ottenere così rapidamente».

 

(...) quando Michela scrive di rigettare la fedeltà in favore dell'affidabilità, dice una cosa bellissima, ovvero che quel che conta è poter rifondare la propria scelta ogni volta («la mia responsabilità è direttamente proporzionale alla libertà con cui posso agirla»).

chiara valerio al matrimonio di michela murgia

 

Quando scrive che venerare l'immutabilità («non ti lascerò mai») significa condannarsi alla sofferenza, perché nessuno è immutabile, dice che è il cambiamento che ci salva: «La queerness, che è una pratica della soglia, accoglie il cambiamento come strutturale. Se non cambia, anzi, se pretende di non cambiare, il rapporto non è queer e nasconde al suo interno strumenti di oppressione dell'altr?. 

 

(...) «la politica identitaria è la politica del sesso riproduttivo, ma ciò di cui abbiamo bisogno è la rigenerazione, non la riproduzione. I legami di sangue sono sanguinosi, e la pace si potrà raggiungere solo quando l'umanità si formerà al di sotto o al di là dei legami di parentela "naturale".

 

Uscire dai territori della produzione e della riproduzione significa formare alleanze non familistiche e non speciste estranee alla logica del sangue e della somiglianza, alla genealogia e all'ereditarietà, e invece basate su forme di cura e genitorialità "surrogata"».

LAGIOIA RAPETTI

 

È una rivoluzione? È una possibilità, mi viene da dire. La stessa che dà a se stesso il protagonista de Il passeggero di Cormac McCarthy: in un mondo dove tutto può essere simulato, conserva per sé la possibilità di portare bellezza nelle tenebre. Che è forse quel che di più grande possiamo desiderare.

chiara valerio al matrimonio di michela murgia 1

MICHELA MURGIA CHIARA VALERIO alessandro giammeiMICHELA MURGIA E ROBERTO SAVIANOmatrimonio di michela murgia 1

matrimonio di michela murgia

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