1- CON MONTI A PALAZZO CHIGI E IL SAN RAFFAELE IN MANO AL SUO AZIONISTA GIUSEPPE ROTELLI, IL “CORRIERE” PUO’ PERMETTERSI DI SPALANCARE IL POZZO NERO DI DON VERZE’ 2- E SI CAPISCE CHE IL SAN RAFFAELE ERA SULL’ORLO DEL DISASTRO FINANZIARIO DA ALMENO DIECI ANNI E CHE I BUCHI LI COPRIVANO I POLITICI AMICI, CON I SOLDI DELLA SANITÀ PUBBLICA 3- IPNOTIZZATI DAL LODEN VERDE DI MARIO MONTI L’ARROTINO, OGNI TANTO CI DIMENTICHIAMO CHE NELL’ITALIETTA DELLA SEDICENTE SECONDA REPUBBLICA PER ANNI SI SONO COMBATTUTE A TUTTI I LIVELLI (BANCARI, POLITICI, SPIONISTICI E GIORNALISTICI) SVARIATE BANDE DI POTERI MARCI. CENTINAIA DI CARRIERE SONO STATE ACCELERATE O BLOCCATE DAL FATTO DI MILITARE CON POLLARI O CON DE GENNARO, CON BERNHEIM O CON GERONZI, CON LETTA O CON TREMONTI, CON BISIGNANI O CON POLLARI E VIA INFEUDANDO

A cura di MINIMO RISERBO e FALBALA'

1- UN SERVIZIO DA POLLARI: PROTEGGERE GERONZI...
Ipnotizzati dal loden verde di Mario Monti l'Arrotino, ogni tanto ci dimentichiamo che nell'Italietta della sedicente Seconda Repubblica per anni si sono combattute a tutti i livelli (bancari, politici, spionistici e giornalistici) svariate bande di poteri marci. Centinaia di carriere sono state accelerate o bloccate dal fatto di militare con Pollari o con De Gennaro, con Bernheim o con Geronzi, con Letta o con Tremonti, con Bisignani o con Pollari e via infeudando.

A rinfrescarci la memoria arrivano oggi Mario Gerevini e Simona Ravizza, che sul Corriere squadernano un po' di documenti e intercettazioni: "Formigoni scrisse a don Verzè: ecco i miei atti su misura per te. Abitualmente non autorizzo certe cose" (p. 23). Dai documenti in possesso del Corriere, si capisce che il San Raffaele era sull'orlo del disastro finanziario da almeno dieci anni e che i buchi li coprivano i politici amici, con i soldi della sanità pubblica.

La titolazione su Formigoni forse farà piacere a chi non ne può più del Celeste e del potere di Comunione & Fatturazione nella sanità lombarda. Ma nella bella inchiesta, che domani prosegue con il libro "I segreti di don Verzè", allegato al giornale di via Solferino) c'è molto, ma molto di più. C'è l'ex capo del Sismi, Nicolò Pollari, che intercettato per sbaglio nell'ufficio del prete volante, candidamente confessa: "Proteggo Cesare Geronzi".

E con il "sacerdote-manager" (si è poi visto quanto "manager") lo Spione Capo snocciola la formazione dei nemici del ragioniere di Marino: Bernheim, Valori, Tremonti, l'ex pm Achille Toro. E la conversazione, come scrivono pudicamente sul foglio diretto da don Flebuccio de Boertoli, "prosegue sciolta su Giovanni Bazoli, Matteo Arpe, ecc....". Pollari era ed è uno snodo importante della palude nostrana, non a caso salvato in tribunale dal sedicente segreto di Stato messogli a disposizione tanto da Prodi quanto da Berlusconi.

Ora il Corriere pubblicherà migliaia di file audio. E per chi si diverte a vedere come l'illusione del potere corrompa prima di tutto i cervelli saranno giorni di somma goduria. Altri, impegnati in delicate battaglie di soldo e di reciproche influenze (Fonsai, Mediobanca, Generali, Ior e lo stesso Corriere), tenteranno di isolare - e portare a immediato dividendo - singoli squarci di questa visione un po' raccapricciante di poteri in decomposizione.

Intanto, su Affari&Finanza di Repubblica, Alberto Statera si porta avanti con il lavoro e con un colonnino al vetriolo racconta "i veleni di Geronzi per liberare la poltrona dello Ior". Poltrona sulla quale, ovviamente, si siederebbe volentieri egli stesso (p.4 e non P4, fare attenzione).

2- L'ETICA AL SERVIZIO DELLA COTICA...
"Catricalà: ‘La Tav dovere morale' (Corriere, p. 5). Il rappresentante di Gianni Letta - e di tutto quel che resta dell'Ancien Régime geronziano - nei Governo dei Sapientoni scavalca la balaustra e tiene il suo illuminato pistolotto: "Abbiamo il dovere morale, civico e politico di portare avanti il progetto per non essere allontanati dall'Europa". Ha dimenticato giusto il "dovere economico".

Poi, sempre nella stessa pagina, passa l'ex giudice Violante, anche lui tenutario della sua brava fondazione autofinanziata ("Italiadecide") e secerne la perla del giorno: "Se si deve fare o no una Grande Opera non lo possono decidere i cittadini, dico per dire, di Bussoleno. Perché riguarda anche molti altri, in questo caso da Kiev alla Spagna". E lui, da ex comunista e uomo di mondo, sa benissimo quanto contano i cittadini di Kiev.

3- ULTIME DAL VENTENNIO A COLORI...
"Zittiamo i No Tav. L'Italia ostaggio dei violenti. Il loro leader: "Polizia nazista". Facciamo sentire da che parte sta il Paese reale" (Giornale, a tutta prima). Molto divertente, invece, il pezzo pubblicato a pagina 2 del giornale di Feltrusconi: "La stampa di sinistra deraglia: tutti contro tutti. Scalfari contraddice Sofri sulle colonne di Repubblica, La Stampa e il Fatto scrivono l'opposto sul gradimento transalpino al progetto". A destra, invece, non c'è dibattito.

4- NON FA SOSTA LA SUPPOSTA...
La Repubblica degli Illuminati, come sempre più spesso accade da quando non c'è più il Banana, s'incarica di scartocciare le caramelle del governo Monti. "Sgravi, posti di lavoro e hotel pieni. Il piano per convincere la Val Susa. Pronti 50 milioni" (p. 6). La Stampa lingottata, invece, continua a fare il suo dovere sull'altro fronte: "Gli ammortizzatori? Dobbiamo trovare i soldi".

Non tragga in inganno questo titolo che sembra uno scambio di battute tra operai, alla catena di montaggio della Panda. Qui si parla della famosa "riforma del lavoro". "Catricalà sulla proposta della Fornero: ‘Non c'è nessun tesoretto'. Poi, la classica doppia intervista per la solita finta par condicio. Ichino: "Bisogna cambiare per il bene dei lavoratori". Fassina (Stefano, non Piero): "Le risorse andavano prese dai tagli alle pensioni" (Stampa, p. 6)

5- AVVISI AI NAVIGATI...
"Fini negli Usa: per Obama Napolitano è un grande uomo". Vista così, in un boxino del Messaggero a pagina 4, sembra una marchettina istituzionale in multiplex. E invece apprendiamo che "Fini è arrivato a Washington dove ha iniziato ieri la sua visita ufficiale negli Stati Uniti alla convention dell'Aipac, uno dei più potenti e influenti gruppi d'interesse e di pressione americani, che si autodefinisce America's pro Israel lobby". Ah, però.

6- DISECONOMY...
"La ricetta di Harvard: chi delocalizza non vince. Lo studio sui modelli per le società del benessere in competizione con l'Asia. Il caso Italia. General Electric fa marcia indietro sugli impianti all'estero. ‘Meno scontri in politica'. Fa piacere, dopo anni di minchiate a senso unico, leggere sul Corriere un pezzo del genere (p. 17)

7- L'IDIOTA IN REDAZIONE (E L'IPOCRISIA AL POTERE)...
"Altri ospiti del Cie hanno divelto alcune grate e hanno tentato di fuggire, ma sono stati fermati dalla polizia prima che riuscissero a lasciare le strutture del centro" ("Torino, rivolta al Cie. Sassi e lacrimogeni tra immigrati e agenti", Repubblica p. 19). Notoriamente se sei "ospite" ti mettono le grate. Nulla ha più il suo nome nella società della presa per il culo: una galera la chiamano "centro" e le celle sono "strutture".

8- CARO, PRENDITI UNA VACANZA...
"In Europa è sempre stata importante la razionalità". Incipit della rubrica dell'esimio professor Francesco Alberoni sul Giornale di oggi. Più avanti svela anche: "Non basta l'apprendistato, occorre un sapere che arricchisce l'impresa".

 

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