mughini dell'utri

MARCELLO, COME HERE! - MUGHINI: "QUANTO È VANO LO SCANDALO PER LA PAGINA DI AUGURI A DELL'UTRI SUL CORRIERE. CHE COSA PENSO DEI PRESUNTI RAPPORTI DI MARCELLO CON IL BOSS STEFANO BONTATE? CHE QUEI RAPPORTI CI SONO STATI MA SE IO FOSSI STATO AL SUO POSTO NELLA REALTÀ DI PALERMO (CHE NON E' QUELLA DEL QUARTIERE LATINO A PARIGI) AVREI CERCATO ANCH’IO DI PROTEGGERE I BENI DELLA FININVEST E I FIGLI DI BERLUSCONI. MI SENTO INFINE IN COLPA PER..."

Giampiero Mughini per huffingtonpost.it

 

 

pagina corriere per dell utri

Quando lavoravo nei giornali, me ne importava un fico secco di chi e che cosa era scritto nella pagina accanto a quella in cui c’era un mio articolo, quella era una questione che toccava l’editore e il direttore del giornale. Figuriamoci poi quanto me ne sarebbe importato di una pagina pubblicitaria pagata da privati cittadini che volevano fare degli auguri a un loro caro, sempre che non si fosse trattato di Adolf Hitler o di Giuseppe Stalin.

 

Laddove mi pare di capire che il comitato di redazione del “Corriere della Sera” sia stato pesantemente turbato per il paginone di auguri a Marcello Dell’Utri pagato da chi aveva lavorato alle dipendenze di Dell’Utri a Publitalia e di lui conservava un ricordo affettuoso.

mughini

 

Per andare subito al sodo, se qualcuno mi avesse chiesto di apporre la mia firma a un messaggio collettaneo di auguri a Dell’Utri avrei risposto di sì o di no? Di sì, ovviamente. Non che io fossi un amico stretto di Dell’Utri. Negli anni ci siamo visti poche volte, ma buone. Ci affratellava la comune passione per i libri rari, quelli di alta epoca nel caso suo, quelli del Novecento nel caso mio. Ero un frequentatore entusiasta di quella fiera milanese del libro d’antiquariato che lui s’era inventato quando era a capo di Publitalia.

berlusconi dell'utri

 

Una volta che lo vidi passare a distanza gli lanciai a voce che in uno stand avevano la prima edizione, “la ventisettana”, de “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni, un libro di cui lui era certamente ghiotto. Sempre a distanza mi replicò che lo aveva già, nobilitato da una dedica importante. Una volta che era venuto a cena nella mia vecchia casa romana, ci raccontò di quella volta che un siciliano che abitava dalle parti di Racalmuto e di cui era ben nota l’ascendenza mafiosa aveva chiesto a Leonardo Sciascia di dedicargli un suo libro e che l’autore de “L’affare Moro” quella dedica non sapeva come farla.

 

Mughini

 

Quando irruppero sulla scena pubblica le prime accuse nei confronti di Dell’Utri, di essere stato un confidente del boss mafioso siciliano Stefano Bontate e di avere combinato con lui una sorta di protezione dei beni della Fininvest in Sicilia e specificamente della famiglia Berlusconi a Milano (da cui l’arrivo a Milano dello “stalliere” Vittorio Mangano, un tipino che aveva al suo attivo alcuni omicidi), l’allora direttore di “Panorama”, Giuliano Ferrara, mi mandò a intervistare Dell’Utri.

 

giampiero mughini foto di bacco

Non che io fossi uno specialista di mafioserie e di tutti i relativi annessi e connessi, ma so come si fa un’intervista. Feci le mie domande, Dell’Utri rispose senza mai tirarsi indietro. Ovviamente si autoassolveva dall’accusa di avere avuto rapporti stretti e continuativi con Bontate, rapporti che in qualche caso erano documentati.

 

Che cosa ne pensavo io? Che quei rapporti c’erano stati e che se io fossi stato al posto di Dell’Utri, ossia avere a che fare con la realtà di Palermo e non con quella del Quartiere latino a Parigi, avrei cercato anch’io di proteggere i beni della Fininvest e i figli di Silvio Berlusconi. Mi direte che non è una buona risposta. Forse non lo è ma è una risposta leale. Nelle risposte che mi aveva dato  Dell’Utri la procura palermitana vide un elemento di contraddizione interna tanto che una prima volta mi convocarono negli uffici romani dell’Antimafia dove impiegai tre ore a confermare virgola per virgola quello che era stato pubblicato da “Panorama” e una seconda volta al tribunale di Palermo (dove andai a mie spese) a riconfermare a viva voce  _ virgola per virgola _ quanto pubblicato.

dell'utri

 

Naturalmente fin dal primo momento dissi che non ero uno specialista di mafioserie e che avevo un rapporto amicale con Dell’Utri. Finita la mia deposizione salutai Dell’Utri e il suo avvocato difensore, un catanese che era stato un compagno dei miei anni giovani. Nell’andar via passai innanzi al magistrato d’accusa, che se ne stava rincantucciato in un angolo quasi senza guardarmi.

 

mughini

Al che mi fermai e gli allungai ostentatamente la mano nel segno del saluto, al che  lui scattò in piedi a contraccambiarlo. Credo si fosse immaginato che io fossi uno del “partito” di Dell’Utri e non quello che ero, uno che gli era semplicemente amico.

 

Ho poi visto l’ultimissima volta Dell’Utri alcuni anni fa su un Frecciarossa che andava a Milano, e subito gli ho chiesto delle accuse che gli avevano fatto, di stare in combutta con un mascalzoncello che aveva svuotato una delle più importanti biblioteche pubbliche italiane, la Girolamini, accusa che mi sembrava ancor più grave che quella di avere confabulato con Bontate. Accuse da cui Dell’Utri è stato successivamente assolto.

 

 

dell utri corriere

Mi sento infine in colpa per non avere mai mandato un saluto amicale a Dell’Utri mentre le sue condizioni di salute in carcere peggioravano visibilmente. Non avevo l’indirizzo delle varie carceri in cui andava via via traslocando. In termini di responsabilità inerenti a un rapporto amicale, me ne faccio una colpa di non averglielo mai mandato un saluto e un augurio. Per tutto il resto provvederà Dio e quanti studieranno senza pregiudizi il nostro tempo. Non che il loro compito sia facile.

DELL'UTRIdell utri 25

 

dell utri 2dell utri 25

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…