1. DUNQUE IL NANO MILIARDARIO ANNASPA E IL MONARCA LO FA DONDOLARE SULLA RUOTA (GRAZIA SÌ, GRAZIA FORSE, GRAZIA UN CAZZO) COME UN CRICETO NELLA GABBIETTA 2. ULTIME DAL PAESE CHE ALLA FINE RIMASE UNA SEMPLICE IMMAGINE SU GOOGLE MAPS 3. PRIVA DI MONETA, INDEBITATA FINO AL COLLO CON L’ESTERO, INCRAVATTATA DALLE SUE STESSE BANCHE, GUIDATA DA UNA CLASSE DIGERENTE INCAPACE O CORROTTA, L’ITALIA SI È TRASFORMATA DAL NOVEMBRE 2011 (CACCIATA A COLPI DI SPREAD DEL BERLUSKA DA PALAZZO CHIGI) IN UNA MONARCHIA CON LE BORSE ESTERE AL POSTO DEL POPOLO 4. RE GIORGIO II LA GOVERNA CON MANO FERMA - ALMENO LUI - PER SUPREME ESIGENZE INTERNAZIONALI E ANCHE OGGI LE PEGGIO GAZZETTE DEL REGNO NE DANNO SINCERA CONTEZZA

a cura di Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota)

1. SALVE, VI HANNO ESPATRIATO LA PATRIA (ma non è un problema: l'ultimo spenga la luce)
Ultime dal Paese che alla fine rimase una semplice immagine su Google Maps. Priva di moneta, indebitata fino al collo con l'estero, incravattata dalle sue stesse banche, guidata (si fa per dire) da una classe digerente incapace o corrotta (spesso tutte e due le cose insieme), l'Italia si è trasformata dal novembre 2011 in una monarchia con le borse estere al posto del popolo. Re Giorgio II la governa con mano ferma - almeno lui - per supreme esigenze internazionali e anche oggi le peggio gazzette del Regno ne danno contezza con apprezzabile sincerità.

Quid novi? C'è che oggi abbiamo raggiunto l'astrazione finale, con Bellanapoli che comanda diramando note ufficiali in cui non compare neppure più il suo nome. Fateci caso. Prima pagina del Corriere delle banche: "Il Quirinale contro la crisi: Berlusconi sosterrà Letta. ‘La rottura comporterebbe gravissimi rischi per il Paese'. Scrive il giornale diretto da don Flebuccio de Bortoli: "Un intervento in extremis. Il capo dello Stato fa trapelare attraverso una nota ufficiosa del Quirinale la sua forte preoccupazione". Il Capo fa trapelare e noi della grande carta stampata, modestamente, trapeliamo.

La Stampa dei Lingotti in fuga: "Il Quirinale: no a una crisi rischiosa". Poi, sotto la bizzarra dicitura "Il caso", ecco la regia velinazza: "Napolitano bandisce la parola ‘preoccupazione'. Il Colle evita di seguire il pendolo degli umori del Cavaliere" (p. 8). E per non dipendere dal pendolo del Banana, via a nuovi trasformismi - ma per il bene della Monarchia, s'intende - : "Operazione neoresponsabili. In Senato è caccia a 14 voti. In vista di una possibile crisi occhi puntati su grillini e colombe deluse. Girano due liste" (Messaggero, p. 5).

Re Giorgio ancora nel mirino dei fogli di proprietà del Cav: "Napolitano prova a spegnere il nuovo video di Berlusconi. Si muove il Colle. Messaggio a Pdl e democratici: ‘Una rottura sarebbe molto rischiosa" (Giornale, p. 3). E poi, le blandizie infantili: "Lo scontro sulla clemenza. Quando vuole, Napolitano dà la grazia". Cattivo, cattivo, cattivo.

2. NANO DECADENCE
Dunque il nano miliardario annaspa e il Monarca lo fa dondolare sulla ruota (grazia sì, grazia forse, grazia un cazzo) come un criceto nella gabbietta. E allora il condannato gli manda a rapporto ora lo zio del premierino ora il tutore delle ditte di famiglia: "Confalonieri, missione al Colle.

Si tenta l'ultima mediazione. Colloquio riservato con l'ok del Cavaliere e di Marina. Il patron del Biscione ha ‘consultato' anche amici e avversari. Non si contano più le volte che ‘Fedele' ha ripetuto a ‘Silvio' che ‘facendo cadere Letta non si porta a casa nulla" (Corriere, p. 13).

Scrive bene Massimo Giannini su Repubblica: "Destabilizzato dalla condanna in Cassazione e dalla mancanza di ‘pacificazione', per lui unico movente che giustifica le Larghe Intese, il Cavaliere alterna i giorni dell'ira a quelli della paura. La sera siede a tavola con la pitonessa Santanchè e annuncia la crisi. La mattina siede sul divano con il barboncino Dudù e si rimangia tutto. Così non si può andare avanti" (p. 1).

"Così non si può andare avanti" deve averlo pensato anche quel curioso personaggio un po' sopra le righe che si fa chiamare Sabina Began, incompresa spasimante del Banana. La notizia l'abbiamo già data ieri sul sito e oggi vi consigliamo la lettura di un pezzo magistrale di Filippo Ceccarelli: "E il dramma di Silvio ridiventa commedia. Consulenza d'oro all'ape regina Began. La società Infront, legata al Milan, ha ingaggiato l'attrice per 370 mila euro" (Repubblica, p. 9). Per inciso, la mossa ha anche un peso nelle vicende giudiziarie del Sultanino di Hardcore.

2. OK, SCENDEVA A PATTI CON LA MAFIA. E ALLORA?
Una volta le sentenze definitive non si commentavano, si applicavano e basta. Adesso si interpretano, come nel caso della maxi evasione fiscale del Banana. Oppure vengono retrocesse allo stadio delle indagini preliminari. Ecco come il Corriere ha cucinato le motivazioni, gravissime, della sentenza di condanna per mafia del sedicente bibliofilo Girolamino Dell'Utri: "Caso Dell'Utri. Le nuove ombre" (p. 1). Ma certo, Dell'Utri è "un caso" e le sentenze sono "ombre". Le notizie si trovano sul concorrente: "Dell'Utri garante tra Berlusconi e i boss'. Le motivazioni della condanna a sette anni: il Cavaliere pagò la mafia fino al ‘92" (Repubblica, p. 9).

3. NON SIETE STATO, VOI
Ieri è successa una bella cosa, in Parlamento. La lobby del sedicente gioco legale ha preso una batosta imprevista su un provvedimento che le stava a cuore. Niente di grave, solo una modesta e inutile mozione su cui la maggioranza delle larghe intese è andata sotto.

L'aspetto comico è che dalla lettura dei giornali si capisce chiaramente che si sono sbagliati. Questi non fanno mai una cosa giusta e quando la fanno chiedono scusa e dicono che si sono sbagliati. La Stampa: "Gioco d'azzardo, governo battuto. Passa la mozione della Lega contro le nuove licenze. Il Tesoro: stop inapplicabile, a rischio 6 miliardi di entrate" (p. 13).

Sul Corriere parla un certo sottosegretario Giorgetti che riesce addirittura a far sembrare un genio l'altro Giorgetti, quello della Lega: "Demagogia pura. Così si fa un favore alla criminalità". L'intervistatore gli offre un'ultima occasione di redenzione e gli domanda: "Ma non crede che negli ultimi anni, anni di crisi nera per le famiglie, il settore sia cresciuto troppo?".

Risposta dello sciagurato: "Il problema c'è e credo che nel tempo si debba diminuire il numero degli apparecchi così come migliorare i meccanismi di identificazione del giocatore per tutelare i soggetti più deboli. Ma non si possono bloccare le concessioni appena rilasciate, come dice invece la mozione, e demonizzare un intero settore che ha sottratto spazi all'illegalita" (p. 10). Dal che si ricava, a parte l'ipocrisia odiosa sui "soggetti deboli", che sottrarre la merda ai cessi equivale a trasformarla in morbido pan di spagna.

4. ULTIME DAL VENTENNIO A COLORI
Pur essendo un paese notoriamente imbelle e disorganizzato (abbiamo altre doti, per altro), ogni tanto ci piace mostrare i muscoli. Lo aspettavamo da giorni, il pezzo idiota sulla beltà degli armamenti italici, e oggi è puntualmente arrivato: "La super nave da guerra. Scudo per i caschi blu italiani. L'unità della Marina di ultima generazione già davanti al Libano.

IN POSIZIONE (e stikazzi!). Dalle prime luci dell'alba il cacciatorpediniere Andrea Doria pattuglia le coste del Libano. SUPPORTO (de che?). La nave, con i suoi sistemi ultra moderni, è pronta a intervenire in aiuto dei soldati italiani. DIFESA (ma da chi?). In assetto difensivo, il Doria agirebbe se i caschi blu dovessero trovarsi tra due fochi" (Marco Nese, Corriere delle banche armate, p. 6).

5. "OLTRETEVERE" A CHI?
Chi comanda a Roma? Chi è quello che sta veramente dall'altra parte del Tevere? L'Italia o il Vaticano? Per saperne di più ecco altre mail dell'ex capoccione di Santander e Ior in Italia: "Troppi investimenti sbagliati', lo scontro tra lo Ior e Bertone sulle finanze del Vaticano. E Gotti Tedeschi raccomandò Grilli per Bankitalia.

"Leggendo il nuovo organigramma i medici del San Raffaele sono saltati sulla sedia: quei due sono dei banditi". "Tra i prezzi pagati dal Governatorato per gli acquisti e quelli di mercato scostamenti tra il 50 e il 150%" (Repubblica, p. 17). La Stampa punta sugli ex telefoni di Stato: "C'è una spia a Telecom Brasil. Se la troviamo la licenziamo'. Nelle mail di Gotti, ex presidente Ior, anche la vicenda della controllata di Telecom" (p. 18).

6. TELECOM-MEDIA
E forse qualcuno ci mette dei soldi, in questa Telecom depredata da anni di gestione "privata" e distratta da spionaggi vari. L'oligopolista telefonico è a un punto di svolta e il suo traballante ad si batte come un leone. I giornali amici, imbottiti negli anni dalla sua pubblicità, fanno quel che possono per sostenere Franchino Bernabè, pur dovendo tener conto degli umori delle banche presenti in Telco, per nulla soddisfatte della sua gestione.

"Telecom-Telefonica, pressing sul merger. Al cda del 19 settembre il piano di Bernabè. Ultima ratio l'aumento di capitale. Il titolo vola dell'8%. Anche se le ipotesi alternative infiammano la Borsa, è la fusione con il colosso iberico che resta la prima opzione per il superamento di Telco. L'ingresso di nuovi soci è condizionato da due fattori: la scelta di Madrid sull'Italia e lo scioglimento effettivo della holding Telco" (Sole 24 Ore, prima pagina del dorso Finanza&Mercati). Bella merce in mostra sul Corriere: "Telecom fa gola. Da Sawiris a At&t e Slim. E il titolo sale dell'8%. In cinque sedute un rialzo del 25%" (p. 27).

7. LE FAMOSE "BANCHE DEL TERRITORIO"
Ieri i curatori di questa modesta rassegna chiedevano al ragionier Berneschi se vadano per caso riscritti i bilanci della Carige di questi ultimi anni. Bene, sembra proprio che la risposta a questa elementare domanda, il ragioniere ligure dovrà darla presto ai pm. E anche sul credito facile agli amici degli amici.

Lo spiega bene un pezzo di Mario Gerevini, che dal 2006 denuncia le magagne dell'ex Scajola-bank: "Quell'agenzia fantasma di Carige. Tutte le carte dei favori in banca. In procura i risultati dell'ispezione della Banca d'Italia. Dopo l'invenzione di Filadelfio Arcidiacono, il cliente fittizio per gestire conti transitori" (Corriere, p. 29)

8. MI CHIAMO DOMENICO MICA PER CASO
Un caldo e sincero bentornato all'ex ministro Domenico Siniscalco, vecchio amico di questa modesta rassegna e insuperabile miscuglio di agilità borbonica e savoir faire sabaudo. Il moderno presidente di Assogestioni, nella sua qualità di supremo spacciatore di risparmio gestito, viene intervistato dal Corriere alla voce "ripresa" e Fabio Tamburini a un certo punto cerca di farlo litigare con quelli che gli pagano lo stipendio. Domanda: "Quali sono i fondi di maggior successo?". Risposta di Domenico detto Domingo: "La verità è che stanno crescendo un po' tutti: gli italiani come gli esteri, gli azionari come gli obbligazionari" (p. 8). Insomma, accattateveli tutti chè tenimmo solo robba buona.

colinward@autistici.org

 

 

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