collage freud

IL NAZISTA ‘BUONO’ E IL SEGRETO DI FREUD - PERCHE’ FREUD RIMASE PER MOLTI GIORNI NELLA VIENNA OCCUPATA DAI NAZISTI? UN UFFICIALE TEDESCO, ANTON SAUERWALD, INCARICATO DI INDAGARE SU DI LUI, NE DIVENNE AMICO E LO AIUTO’ FINO ALLA FINE

Massimo Ammaniti per “la Repubblica

 

ELIETTE ABECASSIS CON LIBROELIETTE ABECASSIS CON LIBRO

Nonostante Sigmund Freud non credesse nel valore delle biografie, che tradirebbero la verità, la sua vita è stata ripetutamente ricostruita e raccontata dai suoi allievi, dal suo medico personale Max Schur, dai suoi pazienti e da studiosi in campo storico.

 

In un saggio di qualche anno fa, lo storico e psicologo David Cohen aveva cercato di ricostruire le ultime settimane di Freud a Vienna, dopo l’annessione dell’Austria alla Germania nazista nel 1938, e la sua travagliata partenza per Londra, dove sarebbe morto

l’anno successivo.

 

ELIETTE ABECASSISELIETTE ABECASSIS

Attorno a questa partenza di Freud si addenserebbe un mistero: mentre i suoi allievi e i suoi familiari avevano già abbandonato Vienna per sfuggire alle persecuzioni naziste contro gli ebrei e alla condanna della psicoanalisi, accusata di essere “una scienza ebraica”, Freud che in quei giorni aveva raggiunto gli ottantadue anni, vi rimase più a lungo.

 

Che cos’è che lo spinse a ritardare la sua partenza, nonostante le perquisizioni della Gestapo nel suo appartamento di Berggasse 19 e l’arresto e l’interrogatorio della figlia Anna? A tentare di rispondere a questo interrogativo, esce adesso in Francia un romanzo della scrittrice francese di origine marocchina Éliette Abécassis:

FREUD LIBRO DI COHENFREUD LIBRO DI COHEN

 

Un secret du Docteur Freud.

Il segreto del Dottor Freud ha un nome, il commissario nazista Anton Sauerwald, di origine austriaca, che deve indagare su Freud e la sua famiglia, sui loro conti e le loro proprietà, perché le famiglie ebree possono disporre solo di pochi soldi e il resto viene incamerato dal governo di Hitler.

 

Ma il compito di Sauerwald è ancora più impegnativo: deve smantellare la Società Psicoanalitica di Vienna, che ha rappresentato nei primi decenni del Novecento un faro non solo per gli psicoanalisti e gli psichiatri di tutto il mondo, ma anche per l’intero mondo della cultura, da Albert Einstein a Thomas Mann.

 

La Casa Editrice Psicoanalitica fondata da Freud deve essere ugualmente chiusa, perché i suoi libri hanno “infettato” il mondo. Ed è sempre Sauerwald che dovrebbe concedere a Freud e ai suoi familiari il visto per lasciare l’Austria. Nel marzo del 1938 Freud riunisce quanti sono rimasti della Società Psicoanalitica di Vienna — c’è anche la psicoanalista francese Marie Bonaparte, principessa e moglie del pretendente al trono di Grecia — e ne decreta lo scioglimento, raccomandando ai suoi membri di lasciare Vienna.

 

ANNA FREUDANNA FREUD

Ma Freud, nonostante i suoi anni e il suo precario stato di salute non si perde d’animo: «Dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme il rabbino chiese l’autorizzazione di aprire una scuola per lo studio della Torah», esempio della capacità degli ebrei di non piegarsi di fronte alle persecuzioni.

 

Quanto al Commissario Sauerwald, a cui si fa cenno brevemente nella biografia di Max Schur, aveva aderito al partito nazista fin dal 1933, si era laureato in chimica e aveva impiantato una fabbrica che produceva esplosivi che venivano poi utilizzati per gli attentati terroristici dei nazisti.

 

Inizialmente si era mostrato con Freud e i suoi familiari molto intimidatorio, aveva frugato nei loro conti, aveva sequestrato le loro carte e i loro beni, aveva controllato i bilanci della casa editrice secondo i voleri di Berlino, che avrebbe voluto cancellare la psicoanalisi e bruciarne tutti i libri.

 

ANNA FREUD 2ANNA FREUD 2

Passano le settimane, i familiari di Freud, fra cui la cognata Minna, lasciano Vienna, come molti altri psicoanalisti ebrei, ma il grande maestro resta in città, nonostante le sollecitazioni e le implorazioni di tutti i suoi amici. Forse Freud spera di salvare il suo enorme archivio e la grande eredità della psicoanalisi.

 

Anche perché il nazista Sauerwald mostra qualche cedimento, si mostra più disponibile, addirittura nasconde i documenti dei conti bancari svizzeri della famiglia Freud, correndo il rischio di essere scoperto dalla Gestapo e finire in un campo di concentramento.

 

Ancora una volta l’occhio clinico di Freud coglie i segni del cambiamento, questa volta in Sauerwald: probabilmente il contatto col maestro è stato decisivo, ne ha scoperto l’umanità e ha imparato a rispettarlo.

 

Finalmente dopo ripetute lungaggini burocratiche e le incombenze finanziarie coperte tutte da Marie Bonaparte, Freud riesce ad ottenere il visto, con l’aiuto di Sauerwald, e parte in treno, l’Orient Express, per raggiungere Londra, dove viene accolto con grandi onori.

 

FREUDFREUD

Ma la storia non finisce qui: l’anno successivo Sauerwald si reca infatti a Londra da Freud, ufficialmente per verificare la situazione finanziaria lasciata a Vienna, in realtà per non perdere il legame con lui. Addirittura accompagna a Londra il chirurgo viennese Pichler, che già aveva operato Freud per il suo tumore alla bocca, visto che quel male è tornato di nuovo. Forse è proprio lui a pagargli la sua parcella.

 

Freud muore e di Sauerwald non si hanno più notizie. Fino a che Harry Freud, nipote del grande maestro nonché membro dell’esercito americano che ha liberato Vienna, cerca in ogni modo di far incriminare il commissario nazista, da poco uscito da un campo di prigionia.

 

È un uomo distrutto, malato di tubercolosi: viene imprigionato per due anni e deve essere giudicato dal tribunale popolare per crimini di guerra, e per essersi appropriato dei beni della famiglia Freud.

 

freudfreud

A questo punto la moglie di Sauerwald, che è a conoscenza del segreto del marito, si rivolge alla principessa Bonaparte e ad Anna Freud per scagionarlo. Anna scrive una testimonianza decisiva in suo favore: «La verità è che dobbiamo le nostre vite e la nostra libertà a Sauerwald, che usò la sua posizione di commissario per proteggerci».

 

La testimonianza è decisiva, Sauerwald viene scagionato. E si può anche aggiungere, in conclusione, che la psicoanalisi è riuscita a conquistare perfino l’animo di un fanatico nazista.

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO