IL NECROLOGIO DEI GIUSTI – SI È SPENTA A 91 ANNI MAY BRITT, BELLISSIMA SVEDESE BIONDA CHE ARRIVÒ A ROMA AI TEMPI DELLA HOLLYWOOD SUL TEVERE E CHE DIVENTÒ CELEBRE PER AVER SPOSATO SAMMY DAVIS JR, IN UNO DEI PRIMI E PIÙ CHIACCHIERATI MATRIMONI INTERRAZIALI DI HOLLYWOOD – FU MARIO SOLDATI A NOTARLA A STOCCOLMA, QUANDO ERA SOLO UNA GIOVANE RITOCCATRICE DI FOTOGRAFIE IN UNO STUDIO. CARLO PONTI LE FECE UN CONTRATTO DI CINQUE ANNI PER 10 FILM, DA “LA LUPA” AL MITICO “LA NAVE DELLE DONNE MALEDETTE” – IL KOLOSSAL “GUERRA E PACE” LE OFFRÌ LA CHIAVE PER IL CINEMA AMERICANO…
Marco Giusti per Dagospia
Magari non in molti si ricordano di May Britt, bellissima svedese bionda che arrivò a Roma ai tempi della Hollywood sul Tevere e che diventò celebre per aver sposato Sammy Davis Jr in uno dei primi e più chiacchierati matrimoni interraziali di Hollywood.
May Britt, riferisce il figlio Mark Davis a The Hollywood Reporter «si è spenta l'11 dicembre per cause naturali a Los Angeles, al Providence Cedars-Sinai Tarzana Medical Center». Aveva 91 anni.
Con il nome di Majbritt Wilkens era nata nel 1934 a Lidingö, vicino Stoccolma, figlia di un impiegato delle poste, Hugo Brigg-Wilkens, e di una casalinga.
Fu Mario Soldati a notarla in un provino a Stoccolma fra tante belle ragazze, era allora solo una giovane ritoccatrice di fotografie in uno studio, e la scritturarono proprio perché bionda, giovane, alta come protagonista del cappa e spada “Jolanda, la figlia del Corsaro Nero” dello stesso Soldati.
Carlo Ponti le fece un contratto di cinque anni per 10 film. Sono tutti o quasi ruoli da protagonista, “Le infedeli” di Steno e Mario Monicelli con Gina Lollobrigida, Irene Papas, Anna Maria Ferrero, Pierre Cressoy, “La lupa” di Alberto Lattuada con Kerima, “Il più comico spettacolo del mondo” di Mario Mattoli con Totò, un film per anni invedibile nella sua versione 3D.
Il mitico “La nave delle donne maledette” di Raffaele Matarazzo, “Cavalleria rusticana” di Carmine Gallone con Kerima e Anthony Quinn nel ruolo di Santuzza.
Un rarissimo “Vergine moderna”, melodramma di Marcello Pagliero, scritto da Ennio Flaiano con Vittorio De Sica e Gabriele Ferzetti, un polar francese, “Silenzio… si spara” di John Berry, americano scappato in Francia perché blacklisted, con Eddie Constantine.
E, ancora, “L’ultimo amante” di Mario Mattoli con Amedeo Nazzari, remake di un film italiano sempre di Mattoli, “Stasera niente di nuovo”, con la Britt che riprende il ruolo che fu di Alida Valli e Nazzari quello di Carlo Ninchi.
Poi “Prigionieri del male” di Mario Costa con Francisco Rabal e Bernard Blier. Si parla di un matrimonio imminente con un aiuto-regista poco noto, Paolo Costa, che ha conosciuto sul set di “La Lupa” di Lattuada, ma la storia finisce lì.
Il kolossal prodotto da Carlo Ponti, “Guerra e pace”, diretto da King Vidor, le offre la chiave per il cinema americano. Interpreta il ruolo di Sonia Rostova e recita assieme a star del calibro di Henry Fonda e Audrey Hepburn.
Il produttore Buddy Adler la vede in “Guerra e pace”, le fa fare un provino a Roma da Jean Negulesco e decide di lanciarla nel cinema americano. Nel 1958 sposa anche un attore e allenatore di cavalli, Edwin Gregson, dal quale divorzia neanche un anno dopo. Evidentemente è un matrimonio buono solo per avere la cittadinanza americana.
Nello stesso anno infatti la troviamo infatti tra le star di un ricco film di guerra, “I giovani leoni” di Edward Dmytryk con Marlon Brando, Montgonery Clift e Dean Martin. E’ il lancio giusto per Hollywood, anche se gira solo le scene in interni con Marlon Brando.
La ritroviamo poi in “I cacciatori”, film sulla guerra in Corea diretto da Dick Powell con Robert Mitchum e Robert Wagner. Lei stessa ammette di non essere proprio un’attrice. “Nessuno dei miei parenti lavorava nel cinema. Io avevo solo una vaga idea di diventare una ballerina”.
Nel 1960 si sposa con Sammy Davis Jr in quello che fu il matrimonio interraziale più famoso di Hollywood. Sammy Davis Jr pochi anni prima si era innamorato di Kim Novak con grande scandalo, al punto che Harry Cohn, potente boss della Columbia, amante della Novak, gli fece sapere che se teneva a salvarsi l’unico occhio sano (Sammy Davis Jr aveva perso un occhio in un incidente di macchina) avrebbe fatto meglio a riportargli l’attrice.
La Fox decide di lanciare May Britt in quello che doveva essere il suo film più importante, “L’angelo azzurro” nel ruolo di Lola-Lola, remake del celebre film di Josef Von Sternberg che aveva fatto la fortuna di Marlene Dietrich. Già avevano provato a farlo con Marilyn Monroe e con Spencer Tracy. Inutilmente.
Ci riprovano con May Britt, Curt Jurgens nel ruolo del professore innamorato, Theodore Bike, la regia di Edward Dmytryk, la produzione di Jack Cummings, la sceneggiatura di Nigel Balchin. “Sorry, May Britt is no Dietrich”, scrivono i giornali durissimi sulla sua interpretazione e su tutta l’operazione sballata, che ebbe un lancio incredibilmente ricco e finì malamente.
Il flop del film fu anche la fine della carriera di May Britt come star di Hollywood. Glielo fecero pagare. Forse gli fecero pagare anche il matrimonio con Sammy Davis Jr., col quale ebbe una figlia, Tracey, e ne adottarono due, Sammy Jr, e Mark.
Di fatto May Britt gira ancora un poliziesco negli anni ’60, “Sindacato assassini” di Stuart Rosenberg e Burt Balaban con Stuart Whitman e Peter Falk, una serie di episodi nelle serie del tempo e la ritroviamo come vecchia star del tempo che fu assieme a Cameron Mitchell e Aldo Ray nell’oscuro “Haunts, spettri del passato”.
La sua carriera cinematografica si ferma qui, e nel 1968 si separa da Sammy Davis Jr. Nel 1993 sposò Lennar Ringquist, allevatore, col quale visse felicemente fino al 2017, e passò il tempo dipingendo.
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