genitori vip rinnegati

RINNEGA IL PADRE E LA MADRE – NON SOLO BRITNEY SPEARS, SONO MOLTE LE STELLE CHE HANNO AVUTO UN RAPPORTO CONFLITTUALE CON I GENITORI – DA ANGELINA JOLIE A MICHAEL JACKSON, DA MACAULAY CAULKIN A MEGHAN MARKLE, ARRIVANDO FINO A KAFKA E IL “MONELLO” DI CHARLIE CHAPLIN JACKIE COOGAN – E C’E’ ANCHE CHI HA PERDONATO I GENITORI…

Jessica d'Ercole per “La Verità”

 

lettera kafka al padre

«Per me bambino, tutto quello che mi ingiungevi era senz' altro un comandamento dal cielo, non l'ho mai dimenticato, diveniva il metro determinante per giudicare il mondo. Non era permesso rosicchiare le ossa, ma tu lo facevi. Non era permesso assaggiare l'aceto, ma tu potevi. A tavola si doveva solo mangiare, ma tu ti pulivi e ti tagliavi le unghie, facevi la punta alle matite; tu, l'uomo che ai miei occhi rappresentava la massima autorità, non ti attenevi alle ingiunzioni che mi avevi imposto», scriveva Franz Kafka in Lettera al padre, aggiungendo con sarcasmo: «Se al mondo ci fossimo stati solo noi due [], la purezza del mondo sarebbe finita con te, e con me sarebbe cominciata la sporcizia».

jackie coogan charlie chaplin

 

Onorare il padre e la madre non è facile per tutti. Come scriveva Lev Tolstoj in Anna Karenina: «Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo». Per cui ci sono figli che rinnegano i genitori perché da loro si sono sentiti non amati, traditi o addirittura sfruttati.

 

jackie coogan e famiglia

Jackie Coogan, il monello che accompagnava nell'omonimo film del 1921 Charlie Chaplin, i suoi li portò in tribunale perché sperperarono i 4 milioni che lui guadagnò principalmente grazie a quella pellicola. Dopo una causa infinita Coogan riuscì a ottenere solo 126.000 di quei dollari ma, in California, il suo nome venne dato a una legge, il Coogan act, una norma a tutela dei guadagni degli attori bambini. Peggio andò a Gary Coleman che vide i genitori adottivi, in combutta con il suo manager, dilapidare tutti i suoi compensi. Solo per Il mio amico Arnold prendeva 100.000 dollari a episodio.

 

jamie e britney spears

Adottata fu anche Christina Crawford che aveva un pessimo rapporto con la madre Joan. Nel suo memorabile libro Mammina cara - divenuto poi un film con Farrah Fawcett - la giovane Crawford descrive la famosa attrice come una mamma, violenta e alcolizzata, interessata più alla sua fama che ai propri figli. Sostiene di non essere stata adottata per amore, ma per una trovata pubblicitaria: «Una volta tentò di strangolarmi». Dopo la pubblicazione le due non solo non si parlavano più ma Joan ha escluso lei e suo fratello dal testamento milionario.

 

Odiava suo padre Danny Quinn, settimo figlio di Anthony, secondo della costumista italiana Jolanda Addolori. Nel 1997 dichiarò: «È un mostro. Sì, per anni l'ho odiato, sognavo di ammazzarlo, di spaccargli una grossa pietra in testa, di dargli fuoco». E poi: «Non parlo con mio padre da tre anni esatti. Ho troncato ogni rapporto, siamo due persone completamente diverse, con due strade diverse. Non c'è nessuna speranza di dialogo né di nient' altro tra noi due», ha ripetuto poco prima del 2001, anno della morte di Anthony Quinn.

 

angelina jolie e il padre

Non onora il padre pure Angelina Jolie, figlia di Jon Voight. I due non si sono parlati per 10 anni dopo la morte della mamma, Marcheline Bertrand, scomparsa nel 2007. Poi dopo una lunga terapia la Jolie decise di perdonarlo per amore dei suoi figli: «Hanno bisogno di conoscere il nonno», salvo poi ricredersi e continuare a litigare con il padre via social. Come lei suo figlio Maddox ha rinnegato il padre Brad Pitt, e, sempre come lei, ora vuole cambiare il cognome in Jolie.

 

Infelice fu l'infanzia anche della prima moglie di Brad Pitt, Jennifer Aniston. Nel 1999 con il libro From Mother and Daughter to Friends la figlia si è scagliata contro i genitori: «Erano crudeli e mi hanno sempre fatta sentire una nullità». L'attrice ha puntato il dito contro Nancy Dow, sua madre, solita descrivere nei dettagli ogni suo difetto: «Per mia madre io ero sbagliata in tutto».Si sentiva invece tradita dai suoi, entrambe drogati e alcolizzati, Demi Moore. Nell'autobiografia Inside out racconta che da ragazza fu violentata, e che il molestatore, dopo aver fatto i suoi comodi, le disse: «Come ci si sente a essere fottute per 500 dollari?». La Moore si dice convinta che non ci fu una transizione economica ma che la madre semplicemente gli accordò il corpo della figlia quindicenne: «Fu un tradimento devastante, impossibile da perdonare».

drew barrymore e il padre

 

Genitori alcolizzati anche per Drew Barrymore: «I miei non sono mai stati lì per me, erano assenti, non riuscivo a gestire i miei problemi». Il padre era sempre ubriaco e la madre, quando non trascorreva le serate di festa in festa, le passava a vendere gli effetti personali della figlia star su Ebay. Così a 12 anni la piccola Barrymore era dipendente da alcol e droghe, a 13 era in un centro di riabilitazione, a 15 in tribunale per chiedere l'emancipazione.

 

Altra star che ha chiesto l'emancipazione è Macaulay Culkin, l'indimenticabile protagonista di Mamma ho perso l'aereo. Sfruttato dai suoi - lo obbligarono a girare 15 film in sette anni - con il solo scopo di mettere le mani sul suo patrimonio da 17 milioni di euro. Il tribunale lo obbligò a restare con la mamma ma i suoi denari furono custoditi dal contabile di famiglia. Quando se ne appropriò però li dilapidò in alcol e droghe e solo dopo dieci anni e un percorso di analisi è tornato al cinema.

macauly caulkin famiglia

 

Ha portato suo padre in tribunale anche Meghan Markle. Alla duchessa del Sussex non è andato giù che lui pubblicasse una lettera di lei sulla stampa britannica. È da allora che i due non si parlano più, lui non è stato invitato né al matrimonio reale né per la nascita di suo nipote. Ma le cose non stanno andando meglio neanche al marito, Harry d'Inghilterra, che a quanto ha dichiarato nelle sue interviste a Oprah Winfrey dopo aver divorziato dalla casa reale, ha inveito contro l'educazione glaciale di corte che a suo dire gli fu inferta dal padre, il principe Carlo.

 

Crescita anaffettiva anche per lo scrittore Michele Mari, figlio del grande designer Enzo Mari, che per tutta la vita ha avuto un rapporto difficile con un padre «spartano, intransigente, drastico, dogmatico. Un carattere impossibile, incapace di dialogare. Se volevo sopravvivere dovevo nascondermi in me stesso []. Da piccolo sognavo che si aprissero delle botole che lo inghiottivano. Era il sogno di un bambino angosciato», senza però mai rinnegarlo davvero: «Credo però di averlo anche amato molto, con un sentimento per me irrisolto».

meghan markle e il padre

 

Freddo e impassibile nei confronti dei figli era Joe Jackson, papà di Michael: «Un padre attento, più di ogni altra cosa, al nostro successo commerciale». Ma da piccolo il re del pop voleva solo un papà che gli dimostrasse amore, «e mio padre non l'ha mai fatto. Non mi ha mai detto ti voglio bene guardandomi negli occhi, non ha mai giocato con me. Non mi ha mai portato a cavalcioni, non mi ha mai buttato un cuscino o un palloncino d'acqua».

 

Per anni il rapporto fra i due fu impossibile ma alla fine Michael lo perdonò: «Col tempo, l'amarezza ha lasciato il posto alla grazia. Più che rabbia, sento assoluzione, più che una rivincita voglio riconciliazione. E la rabbia iniziale ha lasciato il posto al perdono». Ed è proprio questo, secondo papa Francesco, lo spirito del quarto comandamento.

micheal jackson e il padre

 

Onorare il padre e la madre anche se questi non sono perfetti perché dice il Pontefice: «Può essere facile, spesso, capire se qualcuno è cresciuto in un ambiente sano ed equilibrato. Ma altrettanto percepire se una persona viene da esperienze di abbandono o di violenza. La nostra infanzia è un po' come un inchiostro indelebile, si esprime nei gusti, nei modi di essere, anche se alcuni tentano di nascondere le ferite delle proprie origini.

michele mari enzo mari

 

Ma la Quarta Parola dice ancora di più. Non parla della bontà dei genitori, non richiede che i padri e le madri siano perfetti. Parla di un atto dei figli, a prescindere dai meriti dei genitori, e dice una cosa straordinaria e liberante: anche se non tutti i genitori sono buoni e non tutte le infanzie sono serene, tutti i figli possono essere felici, perché il raggiungimento di una vita piena e felice dipende dalla giusta riconoscenza verso chi ci ha messo al mondo».

 

 

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