1980 stragi bologna ustica omicidio piersanti mattarella

NON LAMENTIAMOCI TROPPO DEGLI ANNI IN CUI VIVIAMO: PRIMA ERA PEGGIO! BENEDETTA TOBAGI SPIEGA PERCHE’ IL 1980 FU L’ANNO NERO NELLA STORIA DELLA REPUBBLICA – L’OMICIDIO DI PIERSANTI MATTARELLA, L’ESCALATION DELLE BR CHE S’INTRECCIA ALLA VIOLENZA NERA, RAPINE E SEQUESTRI DI PERSONA A SCOPO DI RICATTO, L’ITALIA AL CROCEVIA DELLE TENSIONI INTERNAZIONALI  TRA EST E OVEST, MA ANCHE NEL MEDITERRANEO – E POI LA STRAGE DI BOLOGNA, FINANZIATA E COPERTA DALLA P2, CHE DOVEVA ANCHE DISTOGLIERE L’ATTENZIONE DA USTICA. UN “FAVORE” AGLI...

Benedetta Tobagi per "la Repubblica" - Estratti

 

omicidio piersanti mattarella

Il 7 gennaio di 45 anni fa, tutti i quotidiani aprivano sull’uccisione del presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella, avvenuta a Palermo il giorno precedente, «il più grave delitto politico dopo l’omicidio Moro», del quale Mattarella è considerato l’unico erede.

 

La notizia scalza dalle prime pagine persino le cronache dell’invasione sovietica dell’Afghanistan, che ha riacceso i fuochi della Guerra fredda, e gli aggiornamenti sulla crisi degli ostaggi statunitensi in Iran, dove la rivoluzione khomeinista ha imposto l’Islam politico tra i nuovi, inediti protagonisti della scena mondiale. Il 1980 comincia dunque nel segno della violenza e del caos, sul piano delle relazioni internazionali e della politica italiana.

 

Sarà, in effetti, un anno-cerniera, in cui i colpi di coda del decennio appena concluso si mescolano con le violente insorgenze del nuovo, in un vortice di correnti difficili da decifrare, alcune visibili, altre sotterranee. 

antonio madonia

 

(...) il terrorismo rosso diventa “diffuso”, gruppi e attentati si moltiplicano, in concorrenza tra loro. Con l’arresto e la collaborazione di Patrizio Peci, primo grande pentito, si apre dietro le quinte la crepa che sarà fatale, ma nel 1980 le Br appaiono ancora potenti. Il 12 febbraio, uccidono il vicepresidente del Csm Bachelet; a marzo cadono tre magistrati in quattro giorni, Nicola Giacumbi, Girolamo Minervini e Guido Galli, quest’ultimo vittima di Prima linea. Un crescendo che registra la trentesima vittima, il generale dei carabinieri Enrico Galvaligi, proprio il 31 dicembre.

 

All’escalation rossa s’intreccia la violenza nera. Dal ’78 irrompono sulla scena i Nar, neofascisti, che nell’ 80 compiono ben sei attentati mirati, tra cui l’uccisione del pubblico ministero Mario Amato, lasciato praticamente solo a indagare sull’eversione nera. Cosa sia stato il 1980 ce lo racconta la giornata del 28 maggio: alle 8,10 del mattino, a Roma, i Nar ammazzano il vicebrigadiere Francesco Evangelista, detto “Serpico”; tre ore dopo, a Milano, la neonata Brigata XXVIII marzo (in memoria dei quattro brigatisti uccisi due mesi prima a Genova) uccide Walter Tobagi, l’inviato speciale del Corriere della Sera , che scrisse dei brigatisti «non sono samurai invincibili».

piersanti mattarella 9

 

La criminalità politica s’intreccia con quella comune. A Milano, tra rapine e sequestri di persona a scopo di ricatto (nell’80 una quarantina, tra le varie organizzazioni), spadroneggia la mala di Vallanzasca, che il 28 aprile evade in modo spettacolare da San Vittore insieme a Corrado Alunni, veterano del terrorismo rosso. A Roma i Nar collaborano con la Banda della Magliana che, a sua volta, ha stretti legami con la mafia.

 

Non a caso, i Nar Fioravanti e Cavallini sono stati a lungo indagati come i possibili esecutori dell’omicidio Mattarella, nel quadro di uno scambio di favori con Cosa nostra. In un contesto di profonda instabilità politica, il 2 agosto, dopo un caratteristico sciame sismico di esplosioni senza vittime (simile all’esordio della strategia della tensione nel 1969), torna la strage come strumento politico, volto a “destabilizzare per stabilizzare”: l’orrendo massacro neofascista alla stazione di Bologna, 85 vittime, compiuto dai Nar insieme ad altri esponenti dell’estrema destra eversiva, con le consuete protezioni da parte dei servizi segreti e della loggia massonica P2.

1980 strage ustica

 

Questa rete di potere occulto nel 1980 è all’apice della sua influenza, dalla politica alle forze di sicurezza, dai giornali alle banche. Le ultime indagini sulla strage di Bologna la collegano all’anello mancante della Spoon River del 1980, l’abbattimento del DC9 Itavia nei cieli di Ustica il 27 giugno, con la morte dei suoi 81 passeggeri.

 

Non perché fosse terrorismo, tutt’altro. L’Italia è al crocevia delle tensioni internazionali che si riacutizzano, non solo tra Est e Ovest, ma anche nel Mediterraneo. Gheddafi è ufficialmente un nemico pubblico per gli Usa e il blocco atlantico, ma l’Italia, per la sua fragilità energetica, intrattiene rapporti con il dittatore («l’amante libica», si dice). Il DC9 è abbattuto in un cielo di guerra non dichiarata, da una potenza alleata: una verità indicibile, troppo destabilizzante per la stagione in cui il riaccendersi della Guerra fredda impone la necessità strategica di dispiegare le testate nucleari in Sicilia.

1980 strage bologna

 

Due diverse fonti, indipendenti, raccontano che Bologna doveva anche distogliere l’attenzione da Ustica. Un “favore” allo strabordante alleato imperiale. Un’ipotesi coerente con il fatto che la strage è stata finanziata, oltre che “coperta”, dalla P2, presidio dell’oltranzismo atlantico, forse il “basso continuo” del 1980.

licio gelliAEREI FRANCESI SULLA PORTAEREI CLEMENCEAUstrage stazione di bolognaSTRAGE DI USTICA - ITAVIASTRAGE DI USTICAstrage bologna 17licio gelli

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…