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NUDITÀ, AUTOEROTISMO, VATICANO: ECCO I DUE PAPI DI SORRENTINO, IL REGISTA ITALIANO CHE HA MAGGIORE LIBERTÀ DI FARE QUELLO CHE VUOLE - SI DIVERTE A GIOCARE SULLA POLITICA, SUGLI ECCESSI, SUL SESSO, SUL LATO ANDREOTTIANO DEL SUO CARDINAL VOIELLO, SILVIO ORLANDO, SULLE COMPOSIZIONI FIGURATIVE PIÙ AZZARDATE. CON UNA CARICA DI GIOCO E DI LIBERTÀ. E SULLA BOMBA IN VATICANO…

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1. SORRENTINO, IL REGISTA ITALIANO CHE HA MAGGIORE LIBERTÀ DI FARE QUELLO CHE VUOLE

Marco Giusti per Dagospia

 

Mi faccio un papa? ma me lo faccio doppio! Paolo Sorrentino torna al Vaticano, dopo i due scandalosi episodi di Loro sulle feste sarde di Berlusconi, con The New Pope, sequel seriale del suo The Young Pope. Stavolta i papi sono due, il luciferino e truccato John Malkovich, che arriverà nella seconda puntata, e il biondo e palestrato Jude Law, che avevamo lasciato in coma e che ai sveglierà qualche puntata dopo.

 

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Sorrentino, sia qui che nella prima stagione , si diverte a giocare sulla politica, sugli eccessi, sul sesso, sul lato andreottiano del suo cardinal Voiello, Silvio Orlando, sulle composizioni figurative più azzardate. Con una carica di gioco e di libertà che proprio la serie precedente e Loro gli hanno permesso. È il Sorrentino migliore, oltre ad apparire come il regista italiano che ha maggiore libertà oggi di fare quello che vuole col cinema e con le serie tv.

 

 

 

2. « I MIEI 2 PAPI , DUELLO IN VATICANO TRA ATTENTATI, NUDITÀ E SCANDALI »

Valerio Cappelli per il “Corriere della Sera

 

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IL Papa è in coma, è vivo ed è morto. Serve un altro Papa. Da Jude Law a John Malkovich. Dopo The Young Pope , The New Pope è il secondo capitolo «sacro» di Paolo Sorrentino. Una serie Sky, HBO e Canal+ prodotta da Wildside, in onda a inizio 2020 in 9 puntate. Alla Mostra la parziale anteprima.

 

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Jude Law, dopo la domanda su Dostoevskij e Dio con annessa citazione, si arrende e invoca pietà: «Ho dormito tre ore ieri notte». E Silvio Orlando, irresistibile Segretario di Stato, dice: «Sono entrato da clandestino, l' abusivo in un cast così prestigioso. I copioni di Paolo Sorrentino sono spartiti dove suoni uno Stradivari». Sviolinate legittime, in sala un grande applauso. Prima, c' è tempo per riflettere un po' meglio col regista.

 

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Sorrentino, la scena forte è l' attentato a San Pietro, la Pietà di Michelangelo danneggiata. Lei rompe il tabù della bomba in Vaticano.

«Uno scenario possibile di cui tanti hanno parlato a Roma e in Italia e che tutti speriamo non accada mai. Nella storia irrompe non tanto il terrorismo islamico ma i pericoli dei vari fondamentalismi, quello islamico è il più prevedibile ma non l' unico».

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Come avverrà l' incontro fra i due Papi?

«Ne esploro l' ambizione: essere dimenticati, un arcano progetto costellato dagli ostacoli terreni, il fondamentalismo, le tentazioni mondane, la schiavitù delle paure e dei viziJude Law si risveglierà dal coma, sono due figure diverse nel carattere e nella politica, entrambe carismatiche.

Sarà un duello, come può esserlo in Vaticano, dove si pensa al bene della Chiesa, senza i personalismi e le vanità dello Stato. La realtà di Papa Francesco e Papa Ratzinger? E' solo una strana coesistenza».

 

Ma lo Stato ci sarà?

«Sì, questa è forse la maggiore differenza: se nella prima serie eravamo dentro il Vaticano, qui c' è il fuori. E dunque il rapporto con la nuova politica italiana, il sovranismo, il populismo. Un rapporto che ha a che fare con sinistra, destra. Con tutti».

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Il Papa di Malkovich?

«E' un britannico saggio, equilibrato, che tende alla depressione, fragile come una porcellana. Ha convertito una moltitudine di anglicani al cattolicesimo. Il cardinale Voiello che andrà forzosamente in pensione, gli dice che il Vaticano si stende su 44 ettari e lui è cresciuto in una proprietà che ne ha 1000».

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Il corpo dice tanto, la sua camminata richiama «Le relazioni pericolose», si porta dietro oscuri presagi...

«E' la sua irregolarità nello stare al mondo, scomposto e profondamente asociale, a dispetto della grande mondanità che frequentò in passato».

 

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Un film sulla solitudine?

« E' inevitabile in un mondo così chiuso, anche se una certa monotonia di vita porta gli animi a essere più agitati».

 

Si vede Cécile de France, l' addetta al marketing della Chiesa, un una scena di autoerotismo ...

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«Appare più sensuale. C' è la sua vita privata, si sposerà; c' è più spazio alle biografie delle poche donne che fanno capolino in Vaticano. Ma ho distribuito i nudi in eguale misura tra i due sessi».

 

La scena di Papa-Law in costume da bagno bianco

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«E' una parodia della sigla della prima serie. E' il risveglio dal coma, un giochino avulso dalla narrazione; lui circondato da belle ragazze che giocano sulla riva del mare, e una col velo da sposa verrà al suo apparire. In un' altra sequenza Jude è coperto soltanto da un tovagliolo».

 

Altra scena iconica, il bagno di uomini e donne nudi davanti all' Hotel Excelsior del Lido, che tra l' altro è il quartier generale della Mostra. Insomma lei mette a nudo la fede.

Sorride: «Sono invasati cattolici che aspettano il risveglio dal coma, ammalati di complottismo e dietrologie nella mano malefica delle gerarchie della Chiesa».

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Gli scandali sessuali?

«Fanno parte di ciò che avviene in Vaticano, cerco di partire dalla realtà, per quanto venga definito lontano da un approccio realistico».

 

Il Papa ha visto la serie?

«Ogni tanto qualche prelato mi dice che il Papa non vede la tv, saggiamente non ha emotività e impulsività di noi contemporanei. Ma un teologo eminente vicino alla nomenclatura, con i tempi del Vaticano, ne ha parlato bene».

 

E il cinema?

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«Girerò in USA Mob Girl con Jennifer Lawrence, su una donna cresciuta in ambiente mafioso e affascinata dalla mafia che diventerà informatrice dell' Fbi»

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