ottavia piccolo

NON E' PICCOLO IL MONDO DI OTTAVIA - "IL FLIRT CON MASSIMO RANIERI? NON È MAI ESISTITO. COME CON ADRIANO CELENTANO…" - “STREHLER MI DEFINÌ UN MANZO. IL CIRCO BARNUM DI VISCONTI" – E POI DELON, CRAXI, MARTELLI E LA CANDIDATURA CON IL PSI - ''NON SOPPORTO CHI SI ATTEGGIA E DICE: “NON MI PARLARE CHE STO ENTRANDO NEL PERSONAGGIO". VOGLIO VEDERE SE NON TI SPOSTI QUANDO CASCA IL RIFLETTORE..." – VIDEO

 

Pier Luigi Vercesi per il “Corriere della Sera”

 

ottavia piccolo

«Ma sei così? Mi dice sconfortato Giorgio Strehler un pomeriggio del 1972 al Piccolo Teatro di Milano. Mi osserva meglio: "Oddio, sei un manzo!". Avevo 23 anni, ero alta un metro e settanta, né grassa né magra. Mi aveva scelto per il ruolo di Cordelia nel Re Lear di Shakespeare, ricordandomi com' ero a 15 anni, quando mi diede la parte di Checca nelle Baruffe chiozzotte di Goldoni. "Visto che sei qui..."».

 

Niente male per infondere sicurezza in un' attrice. Ottavia Piccolo, fortuna sua, era già una star. Circolava persino la voce che il teatro di Milano si chiamasse così in suo onore.

ottavia piccolo

 

Ma cominciamo dall' inizio. Lei calcava le scene all' età di 11 anni: figlia d' arte?

«Scherza? Mio padre era un maresciallo dei carabinieri di origini pugliesi. Quando sono nata aveva 48 anni. Mamma era nata a Tripoli da genitori marchigiani.

 

Venni alla luce casualmente a Bolzano, dove passai nove mesi nella pancia e altrettanti fuori, poi ci trasferimmo a Roma, quartiere popolare di San Paolo fuori le Mura nelle case del Comune, 30 metri quadrati. Mamma si appassionò al teatro ascoltandolo alla radio. Mai visto dal vivo.

 

Un giorno legge sul giornale che cercano una bambina per Anna dei miracoli , ispirato alla vera storia della sordo-cieca Helen Keller. "Ottavia ci andiamo? Così vediamo com' è fatto un teatro". Al Quirino di Roma spalancammo gli occhi come bambine nella fabbrica della cioccolata. Mi presero per il fisico: mingherlina, dimostravo meno dei miei 10 anni, capelli biondi lunghi. Poi si accorsero che avevo un modo buffo di stare sul palcoscenico».

 

STREHLER

Non sarà stato facile farlo accettare a un padre carabiniere.

«Papà mi considerava una cosa miracolosa.

Gli avessi chiesto di scalare l' Himalaya, me l' avrebbe concesso, pur di vedermi sorridere.

 

Fu felicissimo. Un po' meno quando infilammo i nostri quattro stracci nella valigia e andammo in tournée per sette mesi. Rimase solo, con il ricordo della prima ufficiale, a Milano, dove venne e pianse l' anima vedendomi recitare.

 

Quando mi scritturarono, io e mamma ci guardammo incredule: 6.500 lire al giorno; papà portava a casa 35 mila lire al mese. Però mamma disse: "È un gioco, se ti stufi, si torna a casa". Non avevamo calcolato di dover pagare alberghi e ristoranti. A un certo punto abbiamo dovuto farci mandare un vaglia da Roma».

 

giorgio strehler maria mulas

Le permisero di non andare a scuola?

«Frequentavo un istituto di monache, saltai la prima e, quando tornai, recuperai le tre medie. Lavorando però. L' anno dopo mi diedero una parte in tv con Monica Vitti. Dio mio se ero invidiosa! Faceva tutto lei, io, figlia del custode, solo tre battute. Nel '63 mi scritturano per interpretare la figlia del principe di Salina nel Gattopardo di Luchino Visconti».

 

Immagino le suore: povera bambina sulla strada della perdizione...

«La preside era una sveglia. Mi chiama tutta eccitata: "Chi interpreta il principe?". Burt Lancaster. "Uh, per carità, mica è adatto". Faceva il tifo per me. Prima degli esami di terza media chiama mamma e dice: "Qui abbiamo le magistrali, se la iscrive chiudiamo un occhio sulle assenze". Assolutamente no, dico io che sono tignosetta. Faccio un liceo vero. E mi mandano al Virgilio. La mattina scuola, il pomeriggio prove, la sera in teatro.

 

Dopo aver dormito 15 giorni sul banco, getto la spugna. Quando decido di iscrivermi all' Accademia d' Arte drammatica, gli amici che la frequentavano, Gabriele Lavia e Paola Gassman, dicono che sono matta: "Adesso ti vogliono tutti, se stacchi e non ti chiama più nessuno?". Penso abbiano ragione e cerco di sopperire con un' indigestione di letture. Un anno tutto Shakespeare, ed è una gran marmellata. Il successivo i russi, e il risultato non è migliore».

ottavia piccolo

 

Luchino Visconti: non le tremavano le gambe?

«Stavo al mio posto e veniva naturale a tutti darmi dei buffetti. Almeno quando non ero in scena. Mamma era discreta, non una di quelle alla Bellissima ("più bella la mia, più bella la mia...").

 

Quando provavamo si rintanava nei camerini per permettere al regista di rimproverami. Visconti era il direttore del Circo Barnum, una macchina infernale, metteva insieme elefanti, serpenti e giocolieri. Aveva cinque vice e due assistenti. Centinaia di persone correvano su e giù, parlando una lingua diversa.

 

Le maestranze creavano dal nulla scenari. Vivevo in una fiaba. Due mesi a Palermo, poi saltai i quaranta giorni del ballo. Rientrai per le scene girate vicino a Roma. Mi tremavano le gambe quando urlava "più a destra, più a sinistra" e io non capivo. Nel '66 lo incontro di nuovo per una parte nel Giardino dei ciliegi . Mi avevano dato un testo da imparare a memoria, ma in quel periodo ero cialtrona e fatalista.

intervento di massimo ranieri foto di bacco (2)

 

All' audizione ammetto di non sapere la parte.

"Allora recitami una poesia". "Non so poesie", rispondo. "Una parte qualunque che sai". Me la cavo con una battuta e lui mi caccia via a male parole. Arrivo a casa mogia, so di aver esagerato. Squilla il telefono. L' amministratore del teatro mi dice: "Domani venga a firmare, la parte nel Giardino è sua". Tiranno Visconti? Non più di Strehler, l'uomo che mi ha cresciuta, migliorata, dicendomi cose terribili.

CELENTANO SERAFINo

 

L' avevo sempre addosso: "Non sai usare la voce. Non si sente". Non sapevo fare il salto mortale. "Sai almeno fare una capriola e suonare il flauto?". Mi veniva la febbre ogni volta che dovevo andare in teatro.

 

Ho ancora il copione dove Gabriele Lavia (impersonava Edgar) mi scriveva di nascosto messaggi: "Sigh! Non gli piaccio". Eravamo convinti ce l' avesse con noi perché eravamo due personaggi positivi e lui odiava i buoni. Ma mi plasmò, mi diede la forza di andare avanti nei momenti più difficili della mia vita: mentre lavoravo con lui morì mio padre, poi mia madre, mi lasciai con il fidanzato, mi sposai, rimasi incinta... Mi ha dato la consapevolezza dei miei mezzi».

CELENTANO SERAFINO

 

Strehler e anche Luca Ronconi. Con lui fece l'«Orlando furioso», l' opera che gli diede una notorietà mondiale. Com' era?

«Con Ronconi, un genio assoluto, era difficile dialogare. Era timidissimo, tartagliava e a volte non si capiva cosa diceva. L' Orlando fu travagliato, prima facemmo lo spettacolo, poi lo sceneggiato tv e infine il film. Si cominciava e si smetteva perché mancavano i soldi. Era il '69, avevo vent' anni e, finito lo spettacolo, fuggivo perché stavo girando Metello ».

 

Quel film la trasformò in diva: David di Donatello, Nastro d' argento, Globo d' oro, migliore interpretazione femminile a Cannes. E il flirt con Massimo Ranieri...

ottavia piccolo

«Falso. Era impossibile. Nell' Italia degli anni Sessanta, Massimo era un vero divo, con un cordone sanitario che lo proteggeva persino a cena. Come con Adriano Celentano, quando l' anno prima girai Serafino.

 

Aveva appena inciso Azzurro. Peggio che a Hollywood. Cosa che proprio non amo. I miei modelli non erano Sophia Loren o Gina Lollobrigida, erano Vanessa Redgrave, Julie Christie, Glenda Jackson.

 

Non sopporto chi si atteggia: "Oddio, non mi parlare che sto entrando nel personaggio". Voglio vedere se non ti sposti quando casca il riflettore perché sei nel personaggio... In tv poi ho fatto parti in sceneggiati non da stadio. Oltre all' Orlando furioso , Il mulino del Po , La coscienza di Zeno... ».

 

Certo, ha rifiutato di fare la Perla di Labuan in «Sandokan». In compenso è tornata a lavorare con Alain Delon in «Zorro». Lei è felicemente sposata da 45 anni, ma un minimo di fascino l' avrà pur subito?

ottavia piccolo (2)

 

alain delon 2

«Non quello di Delon, gran professionista. Il primo giorno delle riprese di Zorro arriva, va dall' operatore delle luci, si leva i Ray-Ban, e dice: "Di che colore sono questi occhi?". "Azzurri".

 

"Con questi io ci mangio da anni. Mi raccomando, già la mascherina mi gioca contro...". Quanto a Sandokan , semplicemente non mi andava di allontanarmi troppo dall' Italia».

 

Ci fu una parentesi politica. Come mai si candidò nelle liste del Psi?

«Me lo chiese Claudio Martelli, di cui ero amica. Alla fine degli anni Settanta Milano era la città del teatro. Era sindaco Aldo Aniasi, c' era Carlo Fontana. Io e mio marito ci trasferimmo per riaprire il Carcano insieme ad altri.

 

martelli craxi

Era una città vivace e il mio mondo ruotava attorno ad alcuni ambienti socialisti. Craxi sembrava il nuovo: sapeva prendere decisioni.

 

Non le so dire perché cedetti alle insistenze di Claudio, ma quando mi disse che dovevo tenere dei comizi risposi: "Io so parlare con le parole degli altri, non con le mie". Presi pochi voti e la mia carriera politica finì, anche perché, di lì a poco, si cominciarono a vedere cose che sarebbero poi sfociate in Tangentopoli».

ottavia piccolo

CELENTANO SERAFINOCRAXI MARTELLISERAFINO CELENTANOclaudio martelli bettino craxi gianni de michelisalain delon premio alla carriera a cannes 2019 2

ottavia piccolo (3)OTTAVIA PICCOLOottavia piccolo e giuseppe battistonMOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA OTTAVIA PICCOLO BOLLE DI SAPONE ottavia piccolo

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)