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ECCO PERCHE’ LASCIAI I GENESIS – PETER GABRIEL MEMORIES: MIA FIGLIA ANNE NACQUE CON MOLTI PROBLEMI, PREMATURA, NESSUNO GARANTIVA SULLA SUA SOPRAVVIVENZA. E LORO PENSAVANO SOLO A FINIRE IL DISCO – ENTRARE IN ANALISI È STATO UN PASSO NECESSARIO, MA TERRIBILE. SCOPRIRE IL BASTARDO CHE È IN ME MI HA ANNIENTATO. PENSATE A ‘SHOCK THE MONKEY’: TUTTI CREDEVANO PARLASSE DI VIVISEZIONE, INVECE LA SCIMMIA CUI FACEVO RIFERIMENTO È QUELLA DELLA GELOSIA, DELL' ADULTERIO – VIDEO

Massimo Cotto per “il Messaggero”

 

i genesis

Laggiù in fondo c' è Solsbury Hill, che Peter Gabriel ha cantato in una canzone, e che si dice sia stata teatro dell' ultima battaglia di re Artù. Lì infatti sembra sorgesse Mynydd Baeden, dove gli invasori sassoni furono vinti e cacciati in un periodo imprecisato fra il 490 e il 516.

 

Qui siamo a Bath, scorre il fiume sotto il pavimento trasparente degli studi dell' Arcangelo Gabriele, l' uomo che ha avuto il coraggio di lasciare i Genesis e farsi poi dire da tutti che sì, ha fatto bene. La modernità dei Real World Studios si integra con la storia che si respira in questo angolo d' Inghilterra. È lo stesso processo che abita il percorso artistico di Peter Gabriel: la mescolanza temporale. Come se una parte di lui rovistasse nel passato per trarne forza e l' altra ambisse alla tecnologia.

 

genesis

Lui annuisce.

«Vero. Amo il passato e non eliminerei le sue vestigia per niente al mondo, il che non significa vivere fuori dal tempo. Dietro casa mia, corrono i conigli e c' è una vecchia ferrovia che mi riconcilia con il mondo, anche se questo significa che devo investire un bel po' di soldi per evitare che il rumore del treno entri nello studio di registrazione.

peter gabriel 4

 

Credo di aver ereditato i tratti salienti di mio padre, che era una sorta di conservatore futurista, un uomo che capiva quanto lo studio di ieri potesse portare a rivoluzionarie scoperte di oggi. Ingegnere elettronico, con una ditta italiana progettò la prima fibra ottica e mi insegnò che le invenzioni si ottengono guardando prima indietro e poi avanti».

genesis 5

 

Facciamo noi un salto in avanti di tre anni, dal 1999 al 2002. È appena uscito Up, a dieci anni dal precedente. Perché così tanto tempo?

«Non riesco a pubblicare qualcosa in cui non credo ciecamente. Il problema è che più passa il tempo più aumentano le incertezze e le indecisioni. È come avvicinarsi a una gabbia, con dentro un animale feroce che non mangia da tempo.

 

Contrariamente a quello che si può pensare, non si getterà subito sul cibo. Prima annusa, tocca il cibo con la zampa, ci pensa ancora un po'. Poi, alla fine, si decide e divora tutto. Io sono così. Un disco che è come la vita: bellissima e terribile. Nasce dalla sofferenza ho perso parenti e amici e ho visto invecchiare i miei genitori ma va oltre; ho scoperto una cosa meravigliosa: le persone, più si avvicinano alla morte più riescono a godere pienamente della vita. La scoprono».

peter gabriel 4

 

La paura nei suoi dischi è sempre presente, seppur in forme diverse. Perché?

«La paura è un serbatoio di benzina sempre pronto a esplodere e dunque a determinare le nostre prossime scelte, i nostri nuovi passi. Noi viviamo di paure, dobbiamo trovare il modo di vincerle. Io avevo il terrore dei serpenti, poi sono riuscito a trascorrere intere ore con il pitone di un amico avvinghiato attorno al corpo. Non ci crederà, ma, a un certo punto, mi sono sentito invadere da un flusso di calore e di energia. Da allora, non ho più paura dei serpenti».

 

genesis

È vero che lei è stato a lungo in analisi, due anni terapia di coppia e tre di gruppo?

«L' analisi di gruppo mi è servita molto. In primo luogo a superare un momento difficilissimo della mia vita, durato cinque anni, in cui mi ero separato da mia moglie Jill e avevo vissuto una burrascosa relazione con Rosanna Arquette. Entrare in analisi è stato un passo necessario, ma terribile, perché nessuno è pronto ad ammettere agli altri e soprattutto a se stesso che qualcosa non va, che devi confessare ad alta voce il tuo malessere. In studio di registrazione, forse inconsciamente, tendi a considerarti Dio, una sorta di signore supremo della tua opera.

phil collins peter gabriel

 

Puoi ascoltare tutti i consigli del mondo, ma alla fine l' ultima parola è la tua. La terapia di gruppo è devastante e, proprio per le stesse ragioni che me la fanno odiare, utilissima. Tu non conti niente e, al tempo stesso, conti solo tu ma in relazione agli altri. Non hai un cognome».

 

phil collins, tony banks, mike rutherford 1

Stento a credere che nessuno l' abbia riconosciuto.

«Solo quando mi hanno visto alla televisione. Divertente. Meno divertente è stato scoprire la rabbia, gli istinti omicidi, la paura, le fobie che la mia anima ha accolto per tanto tempo. Scoprire il bastardo che è in me mi ha annientato. Sapevo che solo prendendo atto della tua negatività, riesci a tenerla sotto controllo, però è dura ammettere che sei una persona diversa da quella che tu pensavi, che gli altri pensavano. Come le canzoni. Pensi a Shock The Monkey: tutti credevano parlasse di vivisezione, invece la scimmia cui facevo riferimento è quella della gelosia, dell' adulterio».

 

A proposito di scimmie, mi racconta degli esperimenti fatti all' Università della Georgia?

genesis 9

«Ho capito che è possibile insegnare loro un linguaggio. Mi avevano messo a disposizione due esemplari di scimmie bonobo, madre e figlia. Mi mettevo davanti alle scimmie con una tastiera, poi ne mettevo un' altra a disposizione loro. E mi sono reso conto che hanno una sensibilità molto sviluppata.

 

Alla mamma ho insegnato a usare solo i tasti bianchi e il la minore e lei è riuscita ad avere la percezione delle ottave. Magnifico. Forse siamo noi a dover imparare da loro e non viceversa».

 

Senta, se lo chiedono in tanti da anni: perché lasciò i Genesis?

«Eravamo in studio, per registrare The Lamb Lies Down On Broadway, quando nacque mia figlia Anne. Nacque con molti problemi, prematura, e fu necessario tenerla in incubatrice per parecchie settimane. I medici non mi davano assicurazioni, ogni giorno che passava dava un po' di speranza in più, ma nessuno se la sentiva di dirci che sarebbe sopravvissuta.

 

genesis 7

Furono giorni traumatici e io non sentivo i Genesis vicini. Pensavano solo a finire il disco. Mi dicevo: Questi sono i miei compagni di viaggio, quelli con cui ho diviso un' avventura? Mia figlia lotta contro la morte e loro pensano al disco da finire?.

 

peter gabriel

Terminai le registrazioni e poi dissi loro addio. Nel granaio ho ancora i costumi da scena del tour di The Lamb Lies Down On Broadway. Sempre se i topi non li hanno rosicchiati. Nel tempo ci siamo riavvicinati, ma sono felice di aver preso una strada tutta mia. E, per fortuna, mia figlia è sopravvissuta e ora è grande. Molto più grande di me che, come ogni artista, ha occhi non ancora maggiorenni».

 

Pronto ad altri incontri?

«Io sono sempre pronto, ma non so mai a cosa. È questo il bello della vita. È come lanciare una pallina contro il muro, non sai mai come ti tornerà indietro, perché non puoi prevedere il rimbalzo. L' importante è sapere che ci sarà un rimbalzo».

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