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PRATI IN FIORE - “AI POLITICI HO SEMPRE DETTO NO, MA ANDREI A CENA CON PUTIN. SO CHE HA CHIESTO DI ME..." - "ANCHE NEGLI USA LE PIU' BELLE SONO OVER 50 O 70 COME IL MIO MITO JANE FONDA. LE RAGAZZE DI OGGI? SENZA PERSONALITA' - RENZI? MEGLIO IL CAV E I POLITICI DELLA PRIMA REPUBBLICA"

PAMELA PRATIPAMELA PRATI

Raffaella Serini per  “www.vanityfair.it

 

«Scusate se mi spoglio qui davanti». Fa bene a scusarsi Pamela Prati quando per le foto di questo servizio la vediamo infilarsi in un paio di jeans super stretch, di quelli che la maggior parte di noi ha smesso di usare a 15 anni. La bibliografia sul suo fisico mozzafiato è satura, e io mi ero ripromessa di non alimentarla. Ma è impossibile restare indifferenti. «È la genetica», ripete lei a 57 anni. E la sorella Caterina che l’accompagna – 61 anni e due gambe da ragazzina – prova che ha ragione.

Anche la claustrofobia, però, aiuta Pamela Prati a mantenersi in forma: in hotel a Roma ci incontriamo al settimo piano e lei arriva a piedi. «La perdita dei mie cari, in primis mia madre e i miei cani», spiega, «mi ha chiusa in un dolore da cui non riesco a uscire. Da dieci anni non prendo né aerei né ascensori. Viaggio solo in macchina e faccio piani a piedi. Così mi alleno gratis».

Icona di bellezza mediterranea (sarda), monumento vivente della Prima Repubblica, Pamela Prati è lo stacco di coscia dell’Italia di fine anni ’80, l’indimenticato The Body all’italiana dei programmi di Pingitore (BiberonCrème caramel). Definita l’«ultima soubrette» della nostra Tv, oggi è lontana dal video e molto attiva a teatro, dove recita in 50 Fumature di Renzi.

PAMELA PRATI PAMELA PRATI

 

E non smette di sentirsi diva. «Sono nata dal glitter, mica dalla placenta», sorride scuotendo l’invidiabile chioma di capelli corvini («tutti miei»). «Se sei una bella donna, devi essere ironica. Oggi le ragazze si prendono troppo sul serio». Sulle ragazze di oggi, il suo giudizio è implacabile:

 

«Non hanno personalità. Anche in America le più belle sono over 50 o 70, come il mio mito Jane Fonda». Sarà anche per questo che ilPlayboy italiano rinuncerà alle copertine osé? «Un tempo su Playboy vedevi anche la Goggi o Iva Zanicchi, donne vere e “uniche”. Oggi se lo fa una non c’è bisogno di prenderne un’altra, sembra sempre la stessa».

Nuda su Playboy ci è stata anche lei.
«Fui pure eletta Playmate dell’anno. E Bob Guccione diPenthouse mi invitò in America per un concorso. Ma rinunciai a tutto – contratti, soldi – per amore». Di chi?
«Un fidanzato non famoso ma molto geloso. Venne in America a riprendermi e io, innamoratissima, lo seguii. Il cuore è sempre stato il mio punto debole». 
 

PAMELA PRATIPAMELA PRATI

Le pesa essere ancora «quella del Bagaglino»?
«Il Bagaglino non vuol dire solo donne scosciate e battute politiche: in questo spettacolo ci sono anche momenti drammatici». 
 

In 50 Fumature di Renzi?
«C’è una parte molto bella dedicata a Gabriella Ferri. È uno spettacolo ambientato nell’antico Egitto e io sono Pameliside, una divinità buona che protegge Renzi dai nemici». 
 

A lei Renzi piace?
«Abbiamo avuto di meglio. Come Berlusconi e tutti i politici della Prima Repubblica, da Spadolini ad Andreotti. Avevano carisma, erano un modello». 
 

Parliamo di modelli meno scivolosi: sua madre, per esempio.
«È stata la mia eroina, ha tirato su da sola otto figli. Si era sposata giovanissima e a 17 anni era rimasta vedova di guerra. Poi si era messa con mio padre, senza sposarsi, e lui l’aveva lasciata con i bambini da crescere.

 

Era stata costretta a metterci in collegio, a un centinaio di chilometri da Ozieri, il paese dove ero nata. Avevo un anno e mezzo. Mamma ha lavorato tanto per riprenderci tutti. Per questo appena ho potuto le ho ricomprato la casa che aveva venduto per noi. È stata la realizzazione del mio sogno più grande». 
 

PAMELA PRATIPAMELA PRATI

In collegio che vita faceva?
«Andavamo tre volte al giorno in chiesa, ci insegnavano a ricamare. E ci punivano, tanto, anche con botte. Se parlavamo in dialetto arrivavano le bacchettate: io ho imparato il sardo di nascosto per comunicare con mia madre». 
L’ha mai colpevolizzata per avervi lasciati?
«No, appena poteva ci veniva a trovare: portava da mangiare, ci coccolava, improfumava, ci dava tanto amore. Quell’amore doveva durare tutto il mese (scoppia a piangere, ndr)». 
 

Suo padre vi ha riconosciuti?
«Quando ha voluto abbiamo rifiutato, era troppo tardi».

 

jane fonda ai grammyjane fonda ai grammypamela pratipamela prati

Il nome Pamela Prati come nasce?
«Il mio agente diceva che portava fortuna la doppia iniziale: CC, BB, PP… Doveva essere una parola facile da ricordare, come “i prati sono in fiore”. Pamela è il nome che ho sempre sentito mio, forte ed elegante. Già da piccola a mia madre dissi: “Mi chiamo Pamela, non Paola, hai sbagliato nome”».

Nonostante il collegio, lei è rimasta credente.
«Ho avuto un rigetto, poi crescendo mi sono riavvicinata alla fede. In chiesa ci vado spesso a prendere energia, e a casa ho una specie di altarino con una collezione di Madonne antiche e Sante “guerriere”».

Donne preti come le vedrebbe?
«Strano. Io sono all’antica».

Mica tanto: una volta si è sposata a Las Vegas.
«Volevamo fare una cosa veloce e non avevo ancora la Cresima. Ma io vorrei sposarmi in chiesa, assolutamente!».

Con il suo compagno Francesco?
«Siamo insieme da sei anni, mica pochi. Ma un documento non fa la differenza».

Lo dica al Papa.
«Noi siamo nel giusto: non viviamo insieme, faccio l’eterna fidanzata».

Lui ha 25 anni di meno, facile così.
«Avere un uomo più giovane a 50 anni è una rivalsa verso chi sostiene che a 28 una donna sia già vecchia. Oggi possiamo amare senza guardare un numero».

Corteggiatori ne ha tanti?
«Insistenti ventennali. Che a teatro mi mandano lettere, fiori. E mi fanno sentire appagata, donna, diva».

Qualcuno troppo insistente c’è mai stato?
«Uno mi faceva stalking quando ancora questa parola non si usava. Andai alla polizia a denunciarlo: non mi ha più dato fastidio».

Lei col suo corpo ha sempre avuto un buon rapporto?
«C’è stato un momento nel 1994, all’apice della carriera, in cui mi sono “ammalata di successo” e ho avuto un principio di anoressia. Faticavo a mandare giù anche l’acqua. Come con la claustrofobia, temevo di finire soffocata. Forse perché una volta in collegio rischiai veramente di strozzarmi».

Dall’anoressia come è uscita?
«Una sera guardai mangiare il bambino della mia migliore amica. Aveva tre anni e con le manine prendeva il cibo e lo metteva in bocca. “Se lui così piccolo mangia e non si strozza, non mi strozzo neanch’io”. E ho ricominciato».

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Amiche nello spettacolo ne ha?
«Tosca D’Aquino, Michelle Hunziker, Valeria Marini: con lei mi piacerebbe lavorare».

In coppia a Pechino Express potreste fare le «bagagline».
«No, Pechino non mi piace».

Meglio l’Isola dei Famosi
«Mi hanno proposto la prossima edizione. E non ho ancora detto “no”».

Quante volte ha detto no a politici?
«È successo. Non ho mai accettato inviti».

Neanche alle feste di Berlusconi?
«Mai. Con lui ci si incontrava ai Telegatti, oppure quando veniva a salutarci per le feste. Ero sua dipendente».

Oggi con chi andrebbe a cena?
«Con Putin! Non l’ho mai conosciuto, ma so che una volta lui ha chiesto di me. Ammiro le persone che, come lui, sanno farsi rispettare. Anche se non condivido tutto quello che fa. Sui gay per esempio io sono aperta: sono a favore dell’amore e del rispetto».

E su adozioni e matrimonio?
«Non siamo bigotti. Nostro Signore ci ha fatti uomo e donna, ma se ci sono bambini soli, perché negare loro la possibilità di avere l’amore di due papà? Idem per i single: in fondo mia madre, da single, ne ha tirati su otto».

È vero che ha 5 mila paia di scarpe?
«5 mila in garage e altre 400 in casa. È la rivincita di quando, alla Prima Comunione, le suore mi misero un paio di scarpe strette che mi facevano malissimo. Mi dissi: “Quando sarò ricca me ne comprerò tantissime”».

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