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1. MENTRE IMPAZZAVANO GLI OSCAR (DA BAGNO) DI HOLLYWOOD, IL PUBBLICO ITALIANO CONSEGNAVA DIRETTAMENTE NELLE SALE IL SUO OSCAR: TRIONFO PER ‘’PERFETTI SCONOSCIUTI’’ 2. IL FILM DI PAOLO GENOVESE È ARRIVATO A 15 MILIONI E ALLA TERZA SETTIMANA NON ACCENNA A SCENDERE NEGLI INCASSI. ANZI… DOPO ‘’QUO VADO?’’, È IL CASO ITALIANO PIÙ INTERESSANTE DEL MOMENTO, ANCHE PERCHÉ, IN BARBA ALLA CRITICA, È TUTTO COSTRUITO SUL PASSAPAROLA

TRAILER: ‘’PERFETTI SCONOSCIUTI’’

 

SCENA DAL FILM  ‘’PERFETTI SCONOSCIUTI’’

 

Incassi del 29 febbraio 2016.

 

Marco Giusti per Dagospia

 

perfetti sconosciuti giuseppe battiston alba rohrwacherperfetti sconosciuti giuseppe battiston alba rohrwacher

Mentre impazzavano gli Oscar, il pubblico italiano si divide in sala tra Zootropolis e Perfetti sconosciuti, che alla sua terza settimana, non accenna minimamente a scendere negli incassi. Anzi… Zootropolis vince il box office del week end, grazie ai due milioni e mezzo di sabato e domenica del pubblico dei bambini, con 3 milioni 72 mila euro per un totale di 6,6. Perfetti sconosciuti lo segue con 2 milioni 533 mila euro solo nel week end, ma che sono 3,4 nell’intera settimana per un totale di 11 milioni. E non penso che la sua corsa sia finita qui.

 

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Credo anzi che, dopo Quo Vado?, sia il caso italiano più interessante del momento, anche perché è tutto costruito sul passaparola, e sono infrante tutte le banalità che di solito si dicono sui film italiani. E’ troppo romano, tutto girato in una stanza, ecc. La verità è che la storia dei cellulari ha colpito il pubblico al di là del previsto e, oltre a questo, lo spettatore in sala si è ritrovato un film ben strutturato con un grosso cast che mischia perfettamente gli attori della commedia popolare con i nostri attori da festival.

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Carnage di Polanski era un’altra cosa. Grazie. Ma questo è un buon punto da dove ricominciare una commedia meno ovvio e prevedibile del solito. Inoltre mette in scena un’Italia che non ha più nulla di ideologico e di commedia politica alla Scola. Mi dispiace, ma quel tipo di cinema è finito da anni e non ce ne eravamo accorti in parecchi.

PERFETTI SCONOSCIUTIPERFETTI SCONOSCIUTI

 

perfetti sconosciuti marco giallini anna foglietta valerio mastandrea paolo genovese kasia smutniak giuseppe battiston edoardo leo alba rohrwacher  1003x0 crop q85perfetti sconosciuti marco giallini anna foglietta valerio mastandrea paolo genovese kasia smutniak giuseppe battiston edoardo leo alba rohrwacher 1003x0 crop q85

Genovese punta al livello basico delle nostre inutili conversazioni per svelare la tragica verità delle vite dei trentenni italiani, tutte vissute in privato al cellulare. A me sembrava una cosa non così clamorosa, sbagliavo, perché lo è per il pubblico dei trentenni che si riconosce in questo delirio di uozzapp e sms.

 

E crede e si identifica in questi personaggi. Magari sono dialoghi da Uomini e donne di Maria De Filippi, come dice Ciro Ippolito, e allora è possibile che i dialoghi da Uomini e donne siano la giusta rappresentazione della vita di molti italiani. E Genovese lo ha capito. Molti altri registi ci hanno girato intorno, ma non lo hanno capito.

 

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Se Deadpool delude alla sua seconda settimana, terzo con 1,8, Tiramisù di Fabio De Luigi fa il suo esordio questa settimana con un quarto posto a 1 milione 101 mila, meno bene di Belli di papà e meglio di Gli ultimi saranno gli ultimi. Non sarà il clamoroso flop di Onda su onda, ma non è ancora un successo.

 

Batte però sia The Danish Girl, stabile a 906 mila euro, sia la new entry, molto attesa, Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, 796 mila euro, lanciato al Festival di Roma come esordio clamoroso. Jeeg Robot è un esordio notevole per il nostro cinema, soprattutto tenta una strada ritenuta finora quasi impossibile, il film di supereroi, mischiandolo con un’ambientazione da new cinema coatto alla Suburra.

GENOVESE PERFETTI SCONOSCIUTI GENOVESE PERFETTI SCONOSCIUTI

 

Il lancio del passaparola era tale che, malgrado le 200 sale, ci saremmo aspettati qualcosa in più, almeno un milione diciamo, in modo da farlo andare avanti nelle prossime settimane con maggior calma. Ma per un’opera prima a basso costo, 1,8, non è male, rispetto anche a film come Loro chi? (718), Io  lei (707), Alaska (356), o all’esordio dei Pills, Smetto quando voglio, (357).

 

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Ovvio che soffra il fatto di essere comunque un film destinato non a un largo pubblico, ma a una fetta di venti-trentenni cresciuti con i fumetti e i cartoni animati giapponesi. Rispetto a questo, e al fatto di essere romanissimo, tutto girato a Torbella, l’incasso della prima settimana non è male e lancia comunque Mainetti fra i registi su cui puntare come fu per Sydney Sibilia con Smetto quando voglio.

 

E batte comunque il disastroso polpettone peplum Gods of Egypt di Alex Proyas rimasto a 674 mila euro oltre al fresco di Oscar Spotlight. Ci rallegra molto invece il fatto che si stia muovendo benissimo Fuocoammare di Gianfranco Rosi, che solo ieri ha incassato 89 mila euro. Per un documentario italiano è un successo.

 

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In America, invece, Deadpool trionfa. E’ ancora primo con 31,5 milioni di dollari per un totale americano di 285,6 milioni. Ha avuto gioco facile su Gods of Egypt, partito con soli 14 milioni di dollari malgrado un budget da 140 milioni. Un disastro per il film e per Gerald Butler. Segue Kung Fu Panda 3 con 9 milioni e un totale di 128 e Risen con 7. Tra i film da Oscar, The Revenant ha incassato 3,8 per un totale di 170, The Big Short 1 milione per un totale di 85, Spotlight 788 mila per un totale di 39. 

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