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CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI! - TITOLO DA “AVVENIRE”: "LA PARABOLA DISCENDENTE DEI TAMPONI”. DAL VANGELO SECONDO SPERANZA – “GAZZETTA DI MANTOVA”: “MORTI IN TUTTA LA PROVINCIA DI MANTOVA DALL’INIZIO DELLA PANDEMIA: 1.184, DI CUI 164 IN CITTÀ. SONO I NUMERI AGGHIACCIANTI DI UNA DELLE PIÙ GRANDI TRAGEDIE DELL’ULTIMO SECOLO DOPO LE DUE GUERRE MONDIALI”. NEL FRATTEMPO C’È STATA UNA RIFORMA DEL CALENDARIO?

stefano lorenzetto per la quinta volta nel guinness dei primati

“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”

(http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)

 

Claudio Petruccioli, ex presidente della Rai in quota ai Ds ed ex parlamentare, posta su Twitter un titolo della Verità («Da Grillo un bel “vaffa” a sé stesso») e commenta: «Questa volta l’impulso è solo grammaticale Vogliamo ricordarci che prima di STESSO sul SE non si mette l’accento? Almeno nei titoli!» (testuale).

 

CLAUDIO PETRUCCIOLI E L'ACCENTO SU SE STESSO

 

 

Morale interessante per un giornalista, qual è Petruccioli: nei titoli non si deve sbagliare invece nei testi è consentito farlo?

 

Segue infuocato dibattito. Qualcuno gli ricorda il DOP - Dizionario d’ortografia e di pronunzia di Bruno Migliorini: «Frequenti ma non giustificate le varianti grafiche se stesso, se medesimo, invece di sé stesso, sé medesimo».

 

Qualche altro cita la Grammatica italiana di Luca Serianni: «Senza reale utilità la regola di non accentare quando sia seguito da stesso o medesimo, giacché in questo caso non potrebbe confondersi con la congiunzione: è preferibile non introdurre inutili eccezioni e scrivere sé stesso, sé medesimo».

 

claudio petruccioli

Nulla di nuovo. È sulla stessa linea lo Zingarelli 2021 («si preoccupano solo di sé stessi; ha pensato solo a sé stesso»), che in una nota d’uso sull’accento specifica: «Quando è seguito da stesso, si può anche scrivere senza l’accento; è tuttavia consueta anche la forma accentata, per evitare equivoci che, nel caso di se stessi o se stesse, potrebbero verificarsi».

 

Equivoci di cui il linguista Giuseppe Antonelli diede conto con un articolo illuminante uscito sul Corriere della Sera il 13 gennaio 2019, che cominciava così: «Se stessi qui a fare polemica, dovrei semplicemente invitare tutti a fare pace con sé stessi, o con sé stesse: perché quell’accento non ci sarebbe, se stesse lì per caso.

 

GIUSEPPE ANTONELLI

C’è perché serve a distinguere il pronome personale () dalla congiunzione ipotetica (se). E, come appare evidente già da queste prime righe, non è affatto vero che quando precede stesso o medesimo di quell’accento non ci sia bisogno».

 

Nella lezione tenuta all’Università La Sapienza di Roma il giorno in cui lasciò la cattedra per andare in pensione, il professor Serianni ribadì «la propria unica, inderogabile pretesa sugli studenti: che scrivano “sé stesso” con l’accento».

 

Aldo Gabrielli aveva già tagliato la testa al toro nel lontano 1956: «Si scriva sempre pronome con l’accento, in ogni caso» (Dizionario linguistico moderno, pagina 589). Fa stecca nel coro il tweet di Giovanna Nuvoletti, che di Petruccioli è la moglie: «Perché pagano asini per fare i titoli nei giornali?». Signora, è quello che ci chiedevamo anche di certi presidenti della Rai.

GIOVANNI GOZZINI

 

***

«Spero e non credo che chi ha pronunciato quelle parole coltivi realmente, razionalmente, dentro di sé quei molteplici disvalori», scrive Walter Veltroni sul Corriere della Sera a proposito dei disgustosi e intenzionali insulti rivolti dal professor Giovanni Gozzini a Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.

 

walter veltroni legge il suo libro con i suoi articoli

Nell’intento cerchiobottista di deplorare un intellettuale di sinistra senza inimicarselo, l’ex direttore dell’Unità colloca male il «non», che si doveva riferire ovviamente a «coltivi».

 

In modo più semplice, Veltroni avrebbe potuto scrivere: «Non credo che chi ha pronunciato quelle parole coltivi realmente», togliendo il superfluo «spero». Ma la speranza, si sa, è l’ultima a morire.

gli insulti a giorgia meloni di gozzini

 

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Nell’incipit del suo editoriale, il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, scrive di Beppe Grillo: «Così cominciò a informare la gente nei suoi show (chi ci andava scoprì che la Parmalat era fallita ben prima della Consob e dei pm)».

 

Quindi la Consob e i pm sono falliti senza che ce ne accorgessimo? Se non è così, bisognava scrivere: «Chi ci andava scoprì ben prima della Consob e dei pm che la Parmalat era fallita».

grillo travaglio felici

 

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«Speranza dà lezioni, ma è stato una sciagura», titola La Verità.

 

E il sommario sentenzia: «La sua conferma dopo la debacle sulla profilassi è un grave errore di Draghi». A proposito di dare lezioni: si scrive débâcle.

 

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roberto speranza meme

 

 

 

Nel servizio sull’agguato che è costato la vita all’ambasciatore italiano in Congo e al carabiniere che era con lui, Francesco Battistini sul Corriere della Sera ricorda come nel 1995 sei volontari di Lecco furono massacrati allo stesso modo e nello stesso posto: «Una banda li sorprese a Rutshuru, proprio il villaggio che Attanasio cercava di raggiungere, e dopo ucciso l’autista sparò sugli altri».

 

Non ci è ben chiaro che cosa sia accaduto «dopo», ma escluderemmo che l’autista sia resuscitato per completare la strage.

 

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coronavirus terapia intensiva 2

 

La Repubblica dà conto del bollettino dei contagi da Covid-19 con un grafico in cui compare una sigla misteriosa: «574mi il totale dei positivi». Quindi il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari ha decretato erga omnes che «mi» sta per migliaia, così come «mln» significa milioni e «mld» miliardi. Peccato che «mi» indichi già, nella lingua italiana, l’unità di misura itineraria corrispondente al miglio.

tamponi drive in a milano

 

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Titolo da Avvenire: «La parabola discendente dei tamponi». Dal Vangelo secondo Speranza.

 

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Dalla Gazzetta di Mantova: «Morti in tutta la provincia di Mantova dall’inizio della pandemia: 1.184, di cui 164 in città. Sono i numeri agghiaccianti di una delle più grandi tragedie dell’ultimo secolo dopo le due guerre mondiali». Nel frattempo c’è stata una riforma del calendario?

stefano lorenzetto con giuliano ferraraSTEFANO LORENZETTOstefano lorenzetto con bruno vespaStefano Lorenzetto

 

stefano lorenzetto intervista angelo rizzolistefano lorenzetto con vittorio feltri

 

stefano lorenzetto con enzo biagi

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