mario sechi libero

CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI! - EDITORIALE DEL DIRETTORE DI “LIBERO”, MARIO SECHI IL 17 OTTOBRE: “SONO UN CRONISTA, SENZA IL MIO TACCUINO MI SENTO A DISAGIO”. IL GIORNO DOPO SCRIVE: “CHE SUCCEDE? SUL MIO TACCUINO SONO ANNOTATE QUATTRO PAROLE”. IL 27 OTTOBRE RIBADISCE: “SUL MIO TACCUINO CI SONO TRE FATTI”. NON FAREBBE PRIMA A PUBBLICARE IL SUO TACCUINO?

“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”

(http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)

 

MARIO SECHI IN VERSIONE MARCHESE DEL GRILLO MEME

Editoriale di prima pagina del direttore di Libero, Mario Sechi: «Sono un cronista, senza il mio taccuino mi sento a disagio» (17 ottobre).

 

Attacco dell’editoriale di prima pagina del direttore di Libero, Mario Sechi: «Che succede? Sul mio taccuino sono annotate quattro parole» (18 ottobre).

 

Attacco dell’editoriale di prima pagina del direttore di Libero, Mario Sechi: «Sul mio taccuino ci sono tre fatti» (27 ottobre). Non farebbe prima a pubblicare il suo taccuino?

 

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alessandro sallusti

Incipit dell’editoriale di prima pagina firmato da Alessandro Sallusti, direttore del Giornale: «Premessa necessaria: so che le strade della politica, soprattutto se parliamo di geopolitica, e quelle della diplomazia prevedono infingimenti, depistaggi e mosse tattiche, cosa che aveva già ben chiara Machiavelli cinquecento e passa anni fa e da lui ben riassunta in quel famoso “il fine giustifica i mezzi”». Non è così.

 

Negli scritti del segretario della seconda cancelleria della repubblica fiorentina non vi è traccia della frase che Sallusti riporta fra virgolette, benché nel capitolo 18 del Principe ve ne sia una che si avvicina al concetto: «Nelle azioni di tutti li uomini, e massime de’ principi, dove non è iudizio a chi reclamare, si guarda al fine».

 

Più che del machiavellismo, questo parrebbe il cardine del gesuitismo. Infatti, nella settima delle Lettere a un provinciale, note anche come Le provinciali, scritte in difesa dell’amico giansenista Antoine Arnauld cacciato dalla Sorbona, Blaise Pascal fa dire a un padre della Compagnia di Gesù: «Quando non possiamo impedire l’azione, purifichiamo almeno l’intenzione, e così correggiamo il vizio del mezzo con la purezza del fine».

 

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Titolo da Open: «Arrestato il trapper Gallagher accusato di aver picchiato per due anni la compagna incinta». Gravidanza lunga e a rischio.

 

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giovanni angelo becciu

Titolo a tutta pagina dalla Repubblica: «Via le bandiere dal Comune / La polemica Sara-Jarach». Il gender dilaga. (Il sindaco si chiama Sala. Sarà per la prossima volta).

 

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Claudia Osmetti su Libero: «Si chiama “Scuola di benessere”, e la scuola centra fino a un certo punto ma il benessere centra fino in fondo. Han fatto loro delle domande, a Bologna. Han voluto vendere come si rapportano col mondo informatico». Noi vorremmo vedere come si rapportano i giornalisti con la lingua italiana.

 

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aldo cazzullo una giornata particolare

Ci erano sfuggite quattro perle del coltissimo Mephisto Waltz, condensate in un’unica puntata della sua rubrica sul Sole 24 Ore. Rimediamo subito. La prima: «Purtroppo una mela marcia basta per infettare tutte quelle del biroccio». Sapevamo che una mela marcia guasta il cesto: un intero carro ci pare un po’ troppo.

 

La seconda: «Il tribunale ecclesiastico ha comminato la richiesta di 138 milioni di sterline». È la pubblica accusa ad aver chiesto tale risarcimento agli «amici del Cardinale Becciu»: il tribunale vaticano (che tra l’altro non è ecclesiastico, anche se dipende ovviamente dal Papa) non ha deciso alcunché.

 

il messaggero, fa con l'accento

La terza: è il codice che commina (cioè stabilisce) una sanzione, il tribunale la irroga. La quarta: Mephisto Waltz cita «Antonio da Crevalcore, pittore a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento, magico artista surreale, studiato da Zeri e Sgarbi, che lo rilanciò, al solito in questo, geniale».

 

Che ci risulti, Federico Zeri scrisse solo un articolo sul pittore, sia pure su un’accreditata rivista («An addition to A. da Crevalcore», The Burlington Magazine, 1966), mentre Vittorio Sgarbi pubblicò una monografia di 112 pagine, dal titolo Antonio da Crevalcore e la pittura ferrarese dal Quattrocento a Bologna.

FEDERICO ZERI

 

 

La cattiveria del satanasso è che sul punto sembra che si sia consumata la rottura tra Zeri e Sgarbi. Il titolo dato dal povero diavolo alla rubrica in questione era «Stupidario». Quello azzeccatissimo.

 

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fedez ospite di fabio fazio a che tempo che fa

Incipit di Concetto Vecchio dal Venerdì di Repubblica: «Mentre passeggiamo lungo i Fori Imperiali con Aldo Cazzullo, 57 anni, il suo Quando eravamo i padroni del mondo. Roma: l’impero infinito, è secondo nella classifica dei libri più venduti di Amazon». Complimenti per la virgola fra il soggetto (il titolo del libro) e il verbo è.

 

open, incinta per due anni

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Tweet del Messaggero: «Risultato storico per “Che Tempo Che ” di Fabio Fazio». Che ribrezzo che fa.

 

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Il sito del Corriere dello Sport sul caso scommesse che vede coinvolti i calciatori Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo: «Sulla vicenda del petting emersa dall’indagine della Procura della Repubblica di Torino ha parlato anche il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini».

 

Petting tra Zaniolo e Tonali? Tanto casino per coccole da adolescenti? Domande esistenziali e languide carezze turbate da un interrogativo: il petting è reato? Ma forse il redattore nostalgico di antiche limonate voleva scrivere betting, che in inglese significa «lo scommettere e (le) scommesse» (Il Ragazzini 2023).

la repubblica, sala diventa sara

 

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Dalla pagina Facebook di Rai Cultura: «Il 27 Ottobre 1872 nasce a Genova Niccolò Paganini, compositore e violinista. Amante dell’improvvisazione, rimane storico il suo rifiuto di ripetere, per il Re di Sardegna Carlo Felice, un brano in occasione di un concerto a Torino, nel 1818». È ben vero che Paganini non ripete, come recita un vecchio adagio, ma che potesse farlo 54 anni prima di nascere ci sentiremmo di escluderlo, sempreché gli uomini di cultura della Rai non trovino nulla da eccepire. (Paganini nacque nel 1782).

 

buffon zaniolo tonali

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La Verità parla di una «maitresse, la trentunenne Jessica N.». Considerato che il servizio è firmato da François De Tonquédec, gli rinfreschiamo la memoria: si scrive maîtresse, con l’accento circonflesso.

 

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Titolo dal sito del Mattino di Padova: «Meteo in Veneto, allerta arancione per criticità idrogeologica e idraulica. Il centro meteorologico della Regione prevede anche vento forte sulla cosa». Non ci pare una cosa seria.

 

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Titoli da un’unica edizione del Corriere del Veneto: «Una vita trascorsa a Gardaland. “Qui ho trovato la mia vocazione”». «Qui ci si addestra alla sicurezza». «Qui c’è tutto l’idrogeno italiano». Sì, la vita è tutta un qui.

il mattino di padova, vento forte sulla cosa rai cultura, paganini concertista prima di nasceregallagher

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