ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VANCANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIN, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, MEZZI SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO

DAGOREPORT

Gironzolando per le discese ardite e le risalite mozzafiato di Ravello, frulla molesto il giramento dei neuroni: ma cosa abbiamo fatto di male per vivere in un Belpaese in cui si confonde La Russa con la politica, Giulio Base con il cinema, Fedez con la musica, Sandro Veronesi con la letteratura, Paolo Bonolis con il divertimento e McDonald con il cibo?

 

Richard Wagner in azione a Ravello

A ricordarci la miseria artistica e la mediocrità politica del mondo in cui siamo finiti ci pensa l’incantato borgo in cima a una montagna distante appena 9 km da Amalfi attraverso un ‘’Spoon River’’ di bianche targhe marmoree che segnalano a noi disgraziati i palazzi e le ville nei quali famosi personaggi del passato hanno alloggiato.

 

virginia woolf a ravello

Si parte con una passeggiata nei meravigliosi giardini di Villa Rufolo dove sbuca un marmetto che ricorda che nel 1880 Richard Wagner compose il secondo atto del ‘’Parsifal’’. A seguire ecco D.H. Lawrence che s’inventò a Ravello nel 1927 la trama incandescente de "L’amante di Lady Chatterley"; del resto fu Boccaccio, durante il suo soggiorno napoletano, il primo restare stregato dalla piccola cittadina medievale, tanto da decantarla sulle pagine del ‘’Decamerone’’.

 

Se ne approfittò degli ozi e dei vizi del borgo amalfitano anche uno scapestrato 31enne parigino, Andrè Gide, per scrivere la sua prima novella seguito dal premio Nobel E.M. Forster, autore di “Un Passaggio in India" e "Camera con Vista", che si spaparanzò a Villa Episcopio nel 1928 per scrivere il racconto “The Story of Panic”.

 

Virginia Woolf a Ravello con il circolo Bloomsbury

Salita dopo salita si arriva davanti al grandioso Hotel Villa Cimbrone che all’inizio del ‘900 acquisì una fama “eccentrica” quando Virginia Woolf, affiancata dall’amante Vita Sackeville West, ci traslocò la lesbo-gay socialité intellettuale del londinese circolo Bloomsbury, compreso John Maynard Keynes, il più famoso e gaio economista del XX secolo.

 

Ma solo nel febbraio del 1938 Villa Cimbrone finì sui giornali di tutto il mondo con l’arrivo della “Divina”: mollate le varie amanti in gonnella, Greta Garbo mise a soqquadro le lenzuola ben diretta dalla bacchetta del direttore d'orchestra Leopold Stokowsky, l’autore della colonna sonora di ‘’Fantasia’’ di Walt Disney.

 

Solo tra i giardini pensili di Ravello, l’introversa Garbo mollò i freni della sua assoluta riservatezza e quelle “ore di segreta felicit’’ finirono in una lettera davvero melò: “Ogni notte pareva sciogliersi in nulla… dal balcone vedevo Amalfi, il mare, il cielo, le case bianche senza tempo. Leopoldo mi teneva la mano, ma qualcosa di più forte, più forte di me stessa, mi stringeva la gola, mi tormentava le vene, qualche cosa che non posso spiegare. Penso proprio che l’amore sia il più grande mistero dell’umanità’’.

RAVELLO - RISTORANTE CUMPA COSIMO

 

E quello che devono aver pensato anche Jackie Kennedy e Gianni Agnelli quando nell’agosto del 1962 scelsero l’Hotel Caruso come alcova. Liason che rimase poco clandestina perché dopo ben 3 settimane di trombate arrivarono gli 007 del presidente John Kennedy a prelevare la First Lady in calore per riportarla a Washington.

 

Ravello si trasformò in una dépendance della “Mecca dei sogni”, Chateau Marmont e Beverly Hills Hotel messi insieme, quando Gore Vidal nel 1972 decise di acquistare La Rondinaia, una villa con vista vertiginosa che per 33 anni, tra un libro e una gragnuola di Martini, ospitò tipini fini come Tennessee Williams, Orson Wells, Hemingway, Andy Warhol, Prezzolini, Styron, Calvino, Arbasino, Bernstein Giancarlo Menotti, Zeffirelli, Nureyev e il coreografo Massine, i pittori Escher e Mirò. E poi Paul Newman, Susan Sarandon, Tim Robins, Peter O'Toole, Paul Morrisey, Mick e Bianca Jagger, Sting, Hillary Clinton; insomma, a Vidal mancava solo di invitare Gegia e Jimmy il Fenomeno e Fabrizio Corallo.

peter lorre humphrey bogart stephen sondheim hazel prati gina lollobrigida a ravello

 

Tra le tante “insegne” marmoree di Ravello, ivi compresa quella che rievoca la firma di Vittorio Emanuele, in fuga da Roma verso Brindisi, che scaricò il trono sabaudo sul groppone del figlio Umberto, ne spicca una che non è legata a un artista bensì a un film girato nel 1953 tra piazza Vescovado, l'antico palazzo Confalone e Villa Cimbrone: ‘’Beat the Devil’’, titolato in Italia come ‘’Il tesoro dell'Africa’’.

 

Sul marmetto sono scolpiti i nomi di alcuni celebri personaggi che vi parteciparono sotto la regia di John Huston: Humphrey Bogart, Jennifer Jones, Peter Lorre, Robert Morley e Gina Lollobrigida che si cimentava issando le tette che sfidavano la legge di gravità nel suo primo film in lingua inglese.

 

humphrey bogart gina lollobrigida

 

 

 

Ma oltre a queste leggende hollywoodiane, il marmetto elenca Truman Capote, co-autore della sceneggiatura, che nel 1953 era già il geniale autore di ‘’Altre voci, altre stanze’’ (1948) e de ‘’L’arpa d’erba’ (1951), e il mitologico fotoreporter di guerra Robert Capa che, un anno prima di calpestare la mina che gli sarà fatale, scroccò una vacanza a Ravello con la sua fidanzata Ingrid Bergman, impegnandosi di giorno a scattare foto sul set e di notte a farsi spennare a poker da Huston e Bogart.

 

Non poteva mancare la ciliegina sulla torta: il ragazzo preposto al ciak era un giovanissimo e splendido Stephen Sondheim, il futuro autore dei più celebrati musical del ‘900, compreso il libretto per Bernstein di ‘’West Side Story’’.

il tesoro d africa

Gran finale: durante le riprese, Bogart perse diversi denti in un incidente d’auto. A doppiare alcune battute dell’attore che, già aggravato dalla zeppola, non riusciva a esprimersi in maniera chiara, venne chiamato un giovane sconosciuto con un incredibile talento nell’imitare le voci. Il suo nome è Peter Sellers.

 

Nonostante il coinvolgimento di tutti questi grandi nomi, il film tra i meno conosciuti di John Huston, e il più lontano dalle sue pellicole hollywoodiane, fu tutt'altro che un successo al botteghino e si dice che addirittura portò Bogart (co-produttore) a un passo dalla bancarotta. Divenne un film di culto, grazie ai dialoghi scritti da Capote, solo anni dopo.

 

Il dispettoso Truman, in modalità Paolo Poli, buttò giù una ironica parodia “camp” dei detective e gangster idealisti messi in scena da Houston, Bogart e Lorre ne “Il falcone maltese”, regalando a Bogey battute come questa: “Io devo far quattrini, gli ordini tassativi del medico sono che devo far soldi a palate: altrimenti divento nervoso, svogliato e il mio incarnato ne risente…”.

humphrey bogart e peter lorre a ravello su un asino trainato da gina lollobrigida a ravello

 

Al furfantello interpretato da Lorre fa dire: “Gli svizzeri lo fabbricano. Gli italiani lo sprecano. I francesi lo mettono da parte. Gli americani lo venerano. Ma il tempo è un truffatore”. E a Ross (Ivor Barnard), il trucido in bombetta, Capote fa esclamare: “Donne! Hitler aveva ragione a tenerle al loro posto”.

 

Jennifer Jones ricorda: “Insistevo sempre per sapere cosa sarebbe successo al mio personaggio: moriva sul colpo, si buttava nell’oceano, si prendeva una botta in testa?”. Spiega Huston: “La regola di ‘’Beat the Devil’’ è che tutti sono lievemente assurdi”. Racconta Julie Gibson, l’addetto stampa del film: “Truman aveva quel taglio stravagante, i capelli biondi con la frangetta, e allora Peter Lorre un giorno si presentò con i capelli ossigenati, tagliati e pettinati con la frangia proprio come Truman”. Un delirio assoluto.

jennifer jones john huston a ravello

 

 

Nella sua imperdibile autobiografia, “Un libro aperto” (edito da La nave di Teseo), a proposito de “Il tesoro dell’Africa” John Huston racconta però un altro fantastico e irresistibile film: i bagordi da baccanale goliardico che dominavano le riprese a Ravello e dintorni, con gli attori che si divertono e improvvisano sulla base di battute scritte da Truman Capote la sera prima. Gran salvatore della combriccola fu il ciuccio del ristorante Cumpà Cosimo che sellò l’asinello per poter mettere a letto Houston, Bogey e Lorre, troppo sbronzi per risalire fino all’albergo.

john huston

 

 

 

 

 

SCRIVE JOHN HUSTON

“Non volevo scrivere io la sceneggiatura, così la affidai a Peter Viertel e a Tony Veller. Loro scrissero una sceneggiatura che non valeva granché e poi se ne lavarono le mani. Prima che il lavoro fosse pronto, il film aveva già gli interpreti. Erano stati scritturati Jennifer Jones e Peter Lorre, ed eravamo pronti per girare. 

 

Quando arrivai in Italia, non avevo ancora una sceneggiatura né uno sceneggiatore. Ma il caso volle che fosse a Roma Truman Capote. Lo conoscevo appena, sebbene fossimo stati presentati in passato. Gli dissi che avevo un disperato bisogno di aiuto e gli chiesi se voleva darmi una mano. Per fortuna acconsentì: probabilmente senza di lui non avremmo mai fatto il film. Non riuscimmo a cominciare a scrivere finché non fummo a Ravello, la cittadina a sud di Napoli dove si doveva girare. Sapevo che c'era poco da stare allegri. 

 

john huston a ravello

I soldi per il film erano messi insieme da un gruppo di finanziatori, che comprendeva Roberto Haggiag, i fratelli Woolf e lo stesso Bogart. A Roma dissi a Bogie che eravamo in una situazione disperata. "Non abbiamo una sceneggiatura e non so cosa diavolo verrà fuori," dissi. "Può essere un disastro. Anzi, ci sono tutti gli elementi per un disastro." Bogie non era noto come uno con le mani bucate, ma mi guardò con quella sua tipica espressione: "John, mi meraviglio di te. Che diamine, si tratta solo di soldi!" 

 

Questo ferì il mio orgoglio. Non puoi discutere con uno che la mette in questi termini, così andammo avanti facendo meglio che potemmo. Quando fu il momento di partire da Roma, Roberto Haggiag ci procurò una Mercedes con autista. La macchina era un'ottima vettura ma avevo i miei dubbi sul conducente. Sulla strada di Napoli incontrammo un bivio: da una parte si andava verso Montecassino, dall'altra verso Napoli. 

john huston humphrey bogart

 

Il conducente non sapeva decidere quale strada prendere, per cui continuò diritto, superò uno spartitraffico, sbriciolò un robusto muro di pietra e finì in un fossato. Io ero davanti e riuscii a reggermi, ma Bogie stava dormendo sul sedile posteriore. Quando finalmente ci fermammo, mi voltai per vedere come andava. Era lungo disteso sul pavimento. "Bogie, stai bene?" chiesi. Alquanto intontito lui si tirò su: "No! Mi è -ucce-o qua-co-a a-a -ingua." Tirò fuori la lingua: c'era un pezzo che pendeva. 

 

Inoltre tutti i denti davanti - che in realtà erano un unico ponte - gli erano saltati via. Quando mi resi conto che non era ferito gravemente, scoppiai a ridere. Bogie mi fulminò. "John, -ei un fi-o di pu-ana! -ei un -uri-o fi-io di pu-ana!". Cominciò ad arrivare gente che parlava animatamente in italiano. La nostra automobile fu rimorchiata fino a un garage lì vicino. Noleggiammo un'altra vettura per continuare il viaggio.

greta garbo e leopold Stokowsky a ravello, 1938

 

L'autista era incolume e, grazie a Dio, contrito. Telefonammo e prendemmo accordi perché all'arrivo Bogie potesse andare direttamente in ospedale a Napoli. Un medico gli suturò la lingua e fu ordinato un nuovo ponte al suo dentista californiano. 

 

L'attesa dei denti di Bogie ritardò le operazioni di circa una settimana e dette a Truman e me la possibilità di lavorare alla sceneggiatura. Jack Clayton, oggi un ottimo regista, era il direttore di produzione e ci offrì la sua complicità per prendere tempo. Non volevamo che la compagnia sapesse che il copione non era pronto e Jack annunciò che non volevo che gli attori conoscessero le proprie battute se non al momento di girare una scena. 

 

humphrey bogart john huston a ravello 1

Spiegò che stavo sperimentando una nuova tecnica, tesa a incoraggiare un approccio più spontaneo al soggetto. Ma, nonostante i suoi convincenti discorsi, il tempo correva. C'era una parte scritta da Viertel e Veiller che proprio non andava. Sapevo che avrebbe richiesto tempo sistemarla. In una disperata azione dilatoria, inventai una scena così elaborata che i falegnami dovettero rimuovere le scene già costruite e fare ogni sorta di cambiamenti. 

 

Pensavo che ci sarebbe voluta almeno mezza giornata di lavoro prima che si potesse girare, più le prove. Mentre quelli preparavano la scena, Truman e io salimmo di sopra e scrivemmo un'intera nuova scena. Per dire i margini con cui lavoravamo... Truman Capote era un grande. Una sera lo trovai con la faccia gonfia e sbilenca: aveva un ascesso a un dente del giudizio. Sebbene soffrisse parecchio, stava ancora lavorando. Chiamammo un'ambulanza. Truman chiese il suo scialle Balmain violetto, dono di Jennifer. 

 

humphrey bogart peter lorre a ravello

Lo avvolgemmo nello scialle e lo vedemmo andar via. La stessa notte arrivarono nuove pagine di sceneggiatura dall'ospedale! Il coraggio non gli mancava. Una sera ci fu un incontro a braccio di ferro. Vi erano impegnati Bogie e Truman e la faccenda si fece molto tesa. Tanto che diventò un vero e proprio match di wrestling. E Truman vinse. Inchiodò le spalle di Bogie al tavolo e ce le tenne ferme. 

 

Gli atteggiamenti effeminati di Truman erano del tutto ingannevoli: era fortissimo e aveva la potenza di un bulldog. Di tanto in tanto veniva sul set David Selznick. Non aveva rapporti con il film salvo il fatto che sua moglie, Jennifer Jones, ne era interprete. Non importava che lui non c'entrasse direttamente: quando sua moglie firmava un contratto, David partiva con i suoi promemoria. Durante tutta la lavorazione di ‘’Il tesoro dell'Africa’’ mi arrivarono da lui, prevalentemente per telegramma, un'interminabile serie di consigli riguardanti la produzione. 

humphrey bogart john huston truman capote a ravello 1

 

David numerava le pagine dei telegrammi. Alcuni erano di dieci-dodici pagine e più. Un giorno, dopo averne ricevuto uno particolarmente lungo, gli mandai un telegramma in risposta. La pagina uno rispondeva a varie questioni che lui mi aveva posto. Saltavo quindi la pagina due e passavo alla pagina tre. E quando lui mi chiese dei ragguagli sulle questioni che non avevo affrontato, gli risposi: "Vedi la pagina 2 del mio telegramma in data X." Seppi che questo lo fece ammattire: e se la prese anche con le poste, perché non riusciva a trovare pagina due.

……………………………

Lollobrigida Bogart Jennifer Jones - La regina d'Africa

Ogni sera, e a volte tutta la notte del sabato fino all'alba della domenica, gli attori e i tecnici giocavano a poker. Quando Truman e io non lavoravamo alla sceneggiatura, ci sedevamo al tavolo da poker. Bogie e io la tacevamo da padroni. Bob Capa, che era il fotografo di scena, e Truman erano le nostre principali vittime. Il lavoro nel film gli fruttava ben poco, visto che noi ci riprendevamo con le vincite tutti i soldi che loro incassavano. 

 

Una sera interruppi una partita: ero troppo ubriaco per continuare. Mi feci un Martini e uscii a passeggiare sul terrazzo e a contemplare il paesaggio. Sotto di me, le lampare delle barche da pesca formavano costellazioni che rivaleggiavano con quelle del cielo. D'improvviso, nel mezzo delle mie fantasticherie, mi resi conto che stavo cadendo, con il bicchiere in mano. Per fortuna un albero interruppe la mia caduta e la attutì.

humphrey bogart gina lollobrigida a ravello

 

 

 

greta garbo e leopold Stokowsky a ravello, 1938

A quanto calcolammo più tardi, ero precipitato da circa dodici metri di altezza ma, per un vero e proprio miracolo, ero incolume. Il dirupo da cui ero caduto era quasi perpendicolare e non c'era modo di risalire senza aiuto. Chiamai gli altri e fui immediatamente tratto in salvo. Mi feci un altro Martini e tornai al mio posto al tavolo. Tutto il film aveva un tono allegro e spensierato. 

 

Il libro tratta delle avventure di una giovane coppia inglese alle prese con una banda di ridicoli ladri. Il film è pieno di eccentrici. Il libro è divertente, ma nel copione l'umorismo aveva ancora più spazio e le assurdità erano accentuate. Jack Clayton, Truman e io, guardando i giornalieri, ci domandavamo se gli altri lo avrebbero trovato divertente come noi. 

 

truman capote jennifer jones a ravello foto di robert capa 1

La risposta fu no. ‘’Il tesoro dell'Africa’’ anticipava i tempi. Il suo umorismo paradossale lasciava gli spettatori sconcertati e confusi. Alcuni critici considerarono il film un piccolo capolavoro... ma erano tutti europei. Nessun critico americano fu d'accordo con loro. Però lentamente, nonostante la prima accoglienza, il film cominciò a richiamare il pubblico, particolarmente nelle città universitarie. Ora è un cult. Il tesoro dell'Africa è migliorato con il tempo. Vorrei soltanto che Bogie fosse vivo e lo sapesse’’.

 

RAVELLO NIGHTS! QUANDO IL RE D’EGITTO BALLAVA L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI HUMPHREY BOGART: UNA LETTERA ADORABILMENTE UBRIACA DI TRUMAN CAPOTE

Sulla avventurosa genesi di ‘’Beat the Devil’’ se ne occupa magistralmente anche Truman Capote in una lettera del 25 febbraio 1953 a uno dei suoi amanti e amici più cari, Andrew Lyndon; tratta da ‘’Too Brief a Treat: The Letters of Truman Capote’’, a cura di Gerald Clarke, Random House, 2004.

 

truman capote a ravello 1

“Come uccelli in migrazione verso un'estate dai colori pastello, le star della Dolce Vita iniziarono a spostarsi negli anni '50 dall'afa romana alla calma costiera. Così, i riflettori delle celebrità si spostarono da Roma alla Costiera Amalfitana, un luogo adatto a conciliare i ritmi inquieti del jet-set con quelli lenti e rilassati delle onde, a unire la bellezza delle dive a quella delle meraviglie naturali, a combinare la mondanità con l'esigenza di privacy in ville nascoste.

 

Ovunque si muovessero le celebrità, paparazzi, fotografi e uno sciame di Vespe di giovani curiosi le seguivano, percorrendo su e giù per la lunga costa a picco sul mare. Laggiù, nei giardini con piscine di acqua salata, sulle spiagge o in mezzo al mare, le star trascorrevano le loro giornate di riposo.

Ravello - Houston Lollobrigida Bogart

 

Tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60, questa parte d'Italia baciata dal sole passò dalla culla dei pescatori alla "Costa Diva" (un gioco di parole sul brano "Casta Diva" dell'opera Norma di Vincenzo Bellini…. In seguito, insieme al boom del cinema, la costa divenne una location glamour…’’

 

Ancora Capote, sul suo adattamento del romanzo ‘’Beat the Devil’’, del romanziere e giornalista britannico Claud Cockburn, alias James Helvick, comunista blacklisted: “Invece di un melodramma puro e semplice, pensai che dovesse essere una specie di satira o parodia dei tanti film con Bogart e Sydney Greenstreet’’.

 

gore vidal truman capote tennessee williams

E continua: “Certe scene venivano scritte lì per lì, sul set, poco prima di girare. Gli attori erano completamente disorientati. Le ultime settimane furono costellate di avventure bizzarre in cui erano immancabilmente coinvolti John Huston e Humphrey Bogart, che quasi mi uccisero con i loro bagordi. Mezzi ubriachi di giorno e ubriachi fradici la notte, e una volta, che tu ci creda oppure no, sono arrivato alle sei del mattino per trovare il re Faruq che faceva l’hula-hula nella camera da letto di Bogart. Jack era disgustato dall’intera faccenda; devo dire che ho tirato un respiro di sollievo quando sono partiti per Napoli…’’

Letto? Bene: ora trovate un cazzo di motivo perché ci dobbiamo sciroppare  i “morti di fama” di oggi? Cosa dobbiamo espiare: Instagram, Elodie, TikTok, Facebook, Giuli e Lollobrigida, l'apericena, Pornhub, “L’isola dei famosi” e la penisola dei Meloni?

Ravello - Houston e Bogart

 

 

 

john huston con hemingwayjohn huston e humphrey bogart a ravellowilliam wyler john huston a ravellogina lollobrigida humphrey bogarthumphrey bogart gina lollobrigida 2gina lollobrigida a ravello 1Targa che rievoca il passaggio del trono da Vittorio Emanuele al figlio Umberto - Ravellowilliam wyler john huston robert morley a ravellotruman capote a ravellovirginia woolf a ravelloRavello Villa Cimbroneconcerti wagneriani a RavelloRavello - Houston Lollobrigida Bogarthumphrey bogart gina lollobrigidagreta garbo a ravellohumphrey bogart john huston a ravellojohn hustonRavello - Houston e BogartCumpa Cosimo a Ravellotruman capote (4)Virginia Woolf a Ravello con il circolo Bloomsburyhumphrey bogart e gina lollobrigida il tesoro d africatruman capote 1948Lytton Strachey e Virginia Woolf a Ravellogina lollobrigida a ravellotruman capote 1980il tesoro d africa 1bambini di ravello recitano in il tesoro d africa 3il tesoro d africa 2robert morley humphrey bogartrobert capa su un asino a ravelloil tesoro d africa 5il tesoro d africa 4targa greta garbo leopold stokowski a ravellojohn huston humphrey bogarttarga david herbert lawrence a ravellopeter lorre humphrey bogart stephen sondheim hazel prati gina lollobrigida a ravellohumphrey bogart su un asino a ravellorobert capa e george sanders guardano humphrey bogart mentre gioca a scacchi a ravellojohn huston e humphrey bogart a ravellohumphrey bogart su un asino a ravello 1william wyler john huston a ravellotarga maurits cornelis escher a ravellojackie kennedy a ravello nel 1962jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962 (4)jacqueline kennedy con la sorella principessa lee radzwill a ravello nel 1962jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962 (2)jackie kennedy a ravello nel 1962 (1)jackie kennedy a ravello nel 1962 (5)jackie kennedy a ravello nel 1962 (3)ravello villa cimbrone 56ravello villa cimbrone 45gore vidal la rondinaia ravellogore vidal ravellolo scrittore gore vidal alla villa di ravellola rondinaia ravellola rondinaia ravello 8la rondinaia ravello 1truman capote jennifer jones a ravello foto di robert capa

stephen sondheim e leonard bernsteinelizabeth taylor stephen sondheim stephen sondheim west side story

 

RE FAROUK

Ultimi Dagoreport

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VANCANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIN, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, MEZZI SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO