fabrizio salini marcello foa

LA RAI E IL GIALLO DEI CONTI: IL BILANCIO E’ STATO DEPOSITATO? - DA VIALE MAZZINI SOSTENGONO CHE IL BILANCIO SIA STATO APPROVATO CON DELIBERA DEL CDA IL 29 APRILE SCORSO MA SONO GIÀ PASSATI NOVE GIORNI E QUALCUNO SOSPETTA CHE I RITARDI NASCONDANO L'OBIETTIVO DI FAR RESTARE IL PIÙ POSSIBILE SULLA PLANCIA DI COMANDO FOA E SALINI" - LA NOTA DELLA RAI: "NON C'E' ALCUN GIALLO PERCHE'..."

NOTA RAI
Non c’è alcun “giallo” sui conti Rai né alcun bilancio “fantasma”. La Rai ribadisce l’assoluta regolarità delle procedure seguite. L’intero fascicolo è stato messo a disposizione del Consiglio di Amministrazione e del Collegio sindacale già dalla seduta del 23 aprile 2021, in anticipo rispetto ai tempi previsti. Come già ribadito ieri, il bilancio dell’esercizio 2020 separato e consolidato è stato tempestivamente approvato con delibera del Consiglio di Amministrazione assunta all’unanimità il 29 aprile scorso ed è stato messo a disposizione degli Organi di Controllo come da procedura.

 

Paolo Festuccia per “la Stampa”

 

Il bilancio della Rai c'è ma non si vede. O meglio si vede solo da poche ore. Eppure l'articolo 2433 del codice civile indica bene quali siano i tempi e le modalità per l'approvazione dei conti delle Spa a prevalente capitale pubblico: entro 120 giorni dalla chiusura dell'esercizio di bilancio che è il 31 dicembre dello scorso anno. Dunque, il giorno esatto è il 30 di aprile.

foa salini

 

E, infatti, i capi azienda della Rai il bilancio lo avevano già pronto ad inizio di aprile tanto è vero che il 29 dello stesso mese hanno presentato al Cda la relazione dei conti annunciando alla stampa con un comunicato che «il consiglio di amministrazione, riunito sotto la presidenza di Marcello Foa ha esaminato e approvato il progetto di bilancio al 31 dicembre illustrato dall'amministratore delegato Fabrizio Salini», quindi ha dato mandato «al presidente e all'amministratore delegato di integrare per completezza la relazione».

 

fabrizio salini marcello foa

Fin qui, a parte i conti (posizione finanziaria netta negativa di 523,4 milioni di euro), nessuna anomalia. Poi però inizia il giallo se il bilancio sia stato o meno depositato. Il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi parla di bilancio fantasma e invia una lettera al presidente della Camera, Roberto Fico e al ministro dell'Economia, Daniele Franco. Per l'intera giornata il giallo resta e si infittisce, poi alle 20.45 la Rai con una nota «ribadisce che il Bilancio dell'esercizio 2020 separato e consolidato è già stato tempestivamente approvato con delibera del Consiglio di Amministrazione assunta all'unanimità il 29 aprile scorso ed è stato messo a disposizione degli Organi di Controllo come da procedura».

anzaldi

 

Ora, però, dal 29 aprile sono già passati nove giorni e qualcuno comincia a sospettare che eventuali ritardi celino l'obiettivo di far restare il più possibile sulla plancia di comando gli attuali vertici. Anche perché nel contempo c'è chi chiede di avviare in fretta la calendarizzazione e l'iter di legge sulla riforma della governance della Rai ancora prima di eleggere il nuovo board, nonostante giovedì scorso - come da legge - i presidenti di Camera e Senato abbiano concluso i lavori per le autocandidature a viale Mazzini.

 

Insomma, sul futuro della Rai secondo maliziose voci di Transatlantico si intreccerebbero anche gli accordi futuri tra Pd e 5Stelle, e in quest' alveo di incertezza Marcello Foa (presidente indicato dalla Lega di Salvini) e Fabrizio Salini (amministratore delegato dai 5Stelle) prendono tempo.

 

fabrizio salini marcello foa

Anche perché - raccontano fonti ben informate - al primo piacerebbe governare il Prix Italia che dal 14 al 18 giugno si terrà a Milano, al secondo non dispiacerebbe, sempre nel mese di giugno, presentare i nuovi palinsesti della Tv pubblica. Insomma, con un altro mese in sella, allora, davvero tutto può accadere, nonostante il governo abbia già avviato le sue valutazioni e chiesto alla società Egon Zehnder la ricerca del top manager più giusto per la poltrona più ambita in viale Mazzini.

 

MARCELLO FOA FABRIZIO SALINI

Una figura esterna all'azienda (questo è l'orientamento dell'esecutivo), che non abbia troppi legami interni ma che conosca bene la Rai. E il lavoro di ricerca, secondo i ben informati, sarebbe ormai davvero a buon punto: sulla scrivania dei cacciatori di teste ci sarebbero, infatti, due profili ben definiti sul versante finanziario: segno anche questo che, al di là dell'avvenuto deposito con ritardo o meno del bilancio, l'azienda pubblica va rimesso sul corretto binario finanziario.

DANIELE FRANCO MARIO DRAGHI

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO