CHI RAPPRESENTANO I 21 MICRO PARTITI CONSULTATI DA MONTI? VERISSIMO: MA CHI RAPPRESENTA MONTI? - “REPUBBLICA” CI RACCONTA LA SOBRIA, RASSICURANTE, CROCEROSSINA SIGNORA MONTI…. POI DICONO CHE UNO SI BUTTA CON LA NIPOTINA DI MUBARAK - CON IL DEMOCRISTIANO E PIPPOBAUDESCO SHOW DI FIORELLO, LA RESTAURAZIONE È UNA RIVOLUZIONE - POMPE PER RE GIORGIO: L’HOTEL ARMANI? UN “ATTO D’AMORE” PER MILANO (DAI 600 AGLI 11MILA € A NOTTE)…

1 - MA CHI RAPPRESENTA?
Da "Libero"

Sulla Stampa, Massimo Gramellini parla delle consultazioni di Monti coi rappresentanti di ventuno partiti: "Molte di queste sigle sono ignote persino ai commessi della Camera. Figuriamoci al professor Monti, che durante i colloqui coi vari Nucara, Iannacone e Antonione avrà passato metà del tempo solo per capire chi erano e soprattutto chi rappresentavano". Verissimo. Ma probabilmente i vari Nucara, Iannacone e Antonione si stavano chiedendo le stesse cose di Monti.

2 - MEGLIO LA NIPOTINA DI MUBARAK...
Andrea Marcenaro per "Il Foglio"

La signora Elsa Antonioli maritata Monti, questo abbiamo appreso da Repubblica, è una signora all'antica, riservata, sobria, rassicurante, crocerossina, matrimonio perfetto, consacrata al volontariato, determinata, con un magnifico rapporto di fedeltà e d'amore, che si fa consigliare dal marito per la scelta delle mise importanti, in pace con l'età, nessun ritocco chirurgico, trucco leggero, schiva, cultrice dell'understatement, affabile, cordiale, una casa modesta nella quieta Silvaplana, no, non a Saint Moritz, nella quieta Silvaplana, una signora che serve il caffè volentieri, non si tira indietro dallo sparecchiare la tavola, in prima fila quando si tratta di organizzare un evento benefico, immersa nel suo lavoro, dalla mattina alla sera, campionessa di fund raising, fredda come il suo lui, la prima che fornisce di protesi dentarie gratuite gli indigenti, la prima nel laboratorio didattico di "Taglio e cucito Punto e croce", la prima a distribuire pacchi alimentari nei centri "Maria Teresa". Poi dicono che uno si butta con la nipotina di Mubarak.

3 - IL TECNICO FIORELLO...
Massimo Gramellini per "La Stampa"

Una delle ragioni del successo di Fiorello è che da una vita su Raiuno non andava più in onda un programma di Raiuno. Come gli elenchi di «Vieni via con me», giusto un anno fa, avevano propiziato il risveglio di un'opinione pubblica che si sarebbe poi espressa nei referendum di primavera, il Fiorello in smoking dell'altra sera ha anticipato l'opera di restaurazione del governo tecnico. Il suo, per quanto adattato ai tempi, è stato il classico varietà da Prima Repubblica.

Uno spettacolo democristiano nel senso migliore e pippobaudesco del termine: rassicurante, fastoso con sobrietà e divertente senza essere corrosivo. In una parola: professionale. Il conduttore era brillante e leggero, ma non fatuo né insopportabilmente volgare. I cantanti sapevano cantare, i musicisti suonare e i ballerini ballare. Dietro ogni gag, anche alle meno riuscite, si intuiva il lavoro di persone competenti.

In questo senso la restaurazione è una rivoluzione. Nella tivù dei granfratelli che non sanno fare altro che esserci, dove l'incapacità e l'ignoranza ostentate con orgoglio sono diventate la forma più comune di intrattenimento, riaffiora il concetto del merito. L'idea che per fare qualcosa, non solo in tv, il primo requisito non sia essere fortunati o raccomandati, ma essere bravi. Sull'onda del «tecnico» Fiorello, adesso mi aspetto il ripristino dei quiz con le domande difficili e i concorrenti sgobboni. Se poi anche il Tg1 tornasse ad assomigliare a un telegiornale, il ritorno alla realtà, dopo questa lunga ricreazione a base di urla e di pernacchie, potrebbe dirsi compiuto.

4 - RE GIORGIO E I SUOI SUDDITI...
Nanni Delbecchi per "il Fatto Quotidiano"

"Un atto d'amore per la sua Milano..." "L'hotel capovolto firmato Armani..." "Il sogno di Re Giorgio che si avvera..." Dal Corriere della sera alla Stampa al Giornale, fino a D di Repubblica e Vanity Fair, il coro di voci bianche della stampa nazionale ha intonato all'unisono il suo peana, in occasione del vernissage dell'Armani Hotel nel cuore della città che lui stesso quattro anni fa aveva stroncato: "Milano è brutta e abbandonata a se stessa".

Acqua passata, evidentemente. Altrimenti non avrebbe battezzato queste 95 camere, "dalle pareti elicoidali in onice profumato d'incenso" (lo stesso profumo delle pagine dei giornali). Niente ricevimento, ma un "lifestyle manager" che ti riceve al settimo piano, mentre all'ottavo c'è la faraonica spa "con vista mozzafiato" in ogni senso, visto che siamo nella metropoli più inquinata d'Europa.

"Il mio lusso è la privacy", informa Re Giorgio attraverso i suoi estasiati sudditi: grazie a un ingegnoso sistema di corridoi e disimpegni, i clienti dell'Armani Hotel risulteranno completamente invisibili e potranno sottrarsi a qualsiasi sguardo indiscreto. Scelta ineccepibile, considerati i chiari di luna. È comprensibile che chi si può permettere certi atti d'amore a cinque stelle e sei zeri (dai 600 agli 11mila euro a notte) valuti poi la possibilità di andarsi a nascondere.

 

MONTI E LA MOGLIEantonione robertoRUBY RUBACUORI KARIMA EL MAHROUGFIORELLO NELLA PRIMA PUNTANA DEL SUO NUOVO SHOW _IL PIU' GRANDE SPETTACOLO DOPO IL WEEKEND_GIORGIO ARMANIarmani hotel milano

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