1. VANDALISMO? BEFFA? NO, ARTE! IL REPORTER GERALD BRUNEAU SI INTRODUCE CON L’INGANNO NEL MUSEO DI REGGIO, “TRUCCA” I BRONZI DI RIACE CON ACCESSORI KITSCH SOTTRAENDOLI DAL PROPRIO STATUS DI CAPOLAVORO PER DARE VITA, AD UNA NUOVA VISIONE 2. I DUE MASCHIONI GRECI DIVENTANO ICONE CAMP, L’EROE DI GUERRA AL CULMINE DEL VIGORE VIENE PROFANATO CON UN TANGA LEOPARDATO, UN BOA FUCSIA E UN VELO DA SPOSINA 3. È IL CONTRARIO DI QUELLO CHE SEMBRA: I BRONZI SONO ESEMPI DI UNA CULTURA IN CUI EROTISMO E AFFINITÀ ERANO DIVERSE DALLA TRADIZIONE ODIERNA, MOLTO PIÙ OMOFOBA 4. LA FOTOGRAFIA PER BRUNEAU, REPORTER PER LE PIÙ IMPORTANTI TESTATE ITALIANE E STRANIERE, HA UNA COMPONENTE RAPACE. SI INSINUA DOVE NON DOVREBBE TROVARSI PER SPIARE E “POSSEDERE”, AGGREDIRE LA REALTÀ E MOSTRARNE LATI IGNOTI (VIDEO)

gerald bruneau e la performance con i bronzi di riace 8gerald bruneau e la performance con i bronzi di riace 8

Gerald Bruneau trucca i Bronzi di Riace

GERALD BRUNEAU // VICIOUS

Vicious

you hit me with a flower

you do it every hour

oh baby, you’re so vicious

 

Introdursi con l’inganno tra le quattro mura di un museo e “rapinarlo” dell’immagine simbolo della propria collezione; trattare un capolavoro dell’arte greca appartenente al V secolo a.C. alla stregua di un ready-made rettificato; usare il linguaggio del kitsch come unica categoria condivisibile; piegare l’estetica ed il canone proporzionale ideale a svolgere funzioni di denuncia sociale.

 

Dopo La Paolina in vetrina - operazione/incursione nella Galleria Borghese che ha visto trasformare l’effigie di Paolina Bonaparte nelle vesti di Venere Vincitrice in donna moderna, a tratti volgare, provocatoria e provocante, avvolgendola in un tulle rosso fiammante e costringendola all’esposizione in strada (nella sua versione fotografica) sotto lo sguardo irriverente dei passanti - la riapertura del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria con la collocazione, a quattro anni di distanza, dei Bronzi di Riace ancora in loco diviene pretesto per la seconda sortita: Gerald Bruneau si appropria del luogo deserto e ci restituisce la refurtiva nelle vesti di nuova creazione.

gerald bruneau e la performance con i bronzi di riace 7gerald bruneau e la performance con i bronzi di riace 7

 

Sottrae un’icona dal proprio status di capolavoro da conservare ed ammirare, per dare vita, attraverso di essa, ad una nuova visione. Le parole usate per introdurre la mostra del giugno 2013 presso la Galleria Opera Unica a cura Takeawaygallery si adattano tutt’oggi al progetto: le due sculture classiche, adornate, travestite, velate, divengono protagoniste di un’azione rivolta a smascherare pregiudizi e ipocrisie; si fanno interpreti di una performance in cui ogni movimento nella preparazione del set è come un atto di corteggiamento, un gesto amoroso, ma dissacrante e sfrontato; si trasformano in opere d’arte autonome, nello scatto del fotografo, con trame discordi e contrarie all’originale.

 

Un drappo bianco come per una sposa, un tanga leopardato, un boa fucsia gli strumenti di seduzione: il simbolo della mascolinità virile, l’eroe di guerra raffigurato al culmine del suo splendore nell’intento celebrativo, diviene, attraverso una sapiente messinscena, emblema di cultura queer e gay.

gerald bruneau e la performance con i bronzi di riace 6gerald bruneau e la performance con i bronzi di riace 6

 

Un video e la serie di scatti registrano il “blitz”. La fotografia per Bruneau, reporter per le più importanti testate italiane e straniere, autore di campagne pubblicitarie e con all’attivo mostre personali e collettive, ha una componente rapace e di rapina, si insinua nascosta dove non dovrebbe trovarsi per spiare e “possedere”, aggredire la realtà e mostrarne lati ignoti anche a se stessa.

 

La consuetudine e l’interesse verso l’attualità, invece, lo hanno indotto a pensare la sequenza – così come la precedente realizzata alla Galleria Borghese, ma con interrogativi differenti – una provocazione attinente le problematiche del presente: diritti, sessualità, genere, discriminazioni.

 

gerald bruneau e la performance con i bronzi di riace 5gerald bruneau e la performance con i bronzi di riace 5

Parafrasando S. Sontag in Sulla fotografia, l’immagine, per ottenere tutta la sua potenziale efficacia e scuotere le coscienze, deve essere ben ancorata alla situazione storica, quindi affrontare le tematiche più spinose e pressanti; tra queste, oggi, di primaria importanza, dignità, uguaglianza, e giustizia sociale.

 

Non a caso, a “parlare” sono i Bronzi di Riace, esempi di una cultura in cui erotismo ed affinità si discostano notevolmente dalla tradizione vigente, incentrata – nella maggior parte delle circostanze - sulla regola omofoba.

 

gerald bruneau e la performance con i bronzi di riace 4gerald bruneau e la performance con i bronzi di riace 4

Il linguaggio del Camp, eccentrico, colorato, artificioso, che porta il cattivo gusto a modello estetico, si scontra con la sovversione e l’anarchia dada: moderne Gioconda con i baffi, le sculture greche vengono simbolicamente prelevate dal loro contesto, il museo, e reinserite come agenti attivi nell’immaginario collettivo “rettificate”, cioè modificate.

 

L’androginia di L.H.O.O.Q., ottenuta con l’aggiunta dell’attributo maschile in un’immagine già di per sé controversa, è conseguita al contrario: è l’uomo a indossare fogge femminili, portando a compimento l’unione dei due sessi. In questo teatro della “trasgressione”, l’effimero – nel senso di performance limitata nella durata, il cui linguaggio presume caratteri di imprevedibilità, rapidità e spiazzamento - ha la temporalità della manifestazione, della marcia, della piazza, e la sua memoria avviene per documentazione video e fotografica, come in un reportage.

 

gerald bruneau e la performance con i bronzi di riace 3gerald bruneau e la performance con i bronzi di riace 3

Nel lavoro sui Bronzi di Riace Gerald Bruneau prosegue la sua ricerca in cui approccia alla materia inerme come fosse alito vivente, sfruttando i codici della ritrattistica nel perseguire l’espressione pregnante: l’arte è un racconto ed è un viaggio verso l’altro.

la paolina in vetrina   paolina bonaparte vestita da gerald bruneaula paolina in vetrina paolina bonaparte vestita da gerald bruneau

C.M. 

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…