1. RIUSCIRA’ IL NOSTRO SCARPARO A PALLINI DELLA VALLE A CONQUISTARE IL CORRIERONE? 2. DOPO AVER FATTO PACE CON BAZOLI E OTTENUTO IL CAMBIO DI DIRETTORE (NO A CALABRESI, SÌ A GIULIO ANSELMI), MISTER TOD’S HA RICEVUTO LA PROPOSTA DA ROTELLI DI ACQUISIRE IL SUO PACCHETTO RCS CHE APRIREBBE LE PORTE DI VIA SOLFERINO 3. MA SULLA IMPERVIA STRADA MENEGHINA, DELLA VALLE È DESTINATO A INCONTRARE LA RESISTENZA DI YAKY ELKANN CHE, A DISPETTO DEI CONSIGLI DI MOLLARE TUTTO DI MARPIONNE, NON VUOLE MOLLARE I GIOCATTOLI DI CARTA DEL NONNO (“CORRIERE” E “STAMPA”)

DAGOREPORT

L'incontro (segreto) c'è stato e Dagospia è in grado di rivelare che il "faccia a faccia" tra Abramo Bazoli e Dieguito Della Valle, "cortese e aperto", è forse destinato a sparigliare tutti i giochi che fin qui si sono consumati sulla pelle scorticata del "Corriere della Sera".

In pratica, l'ottuagenario Bazoli - che non si è più ripreso dalla bocciatura di Prodi alla presidenza della Repubblica - avrebbe dato il via libera a Della Valle per diventare il primo azionista dell'Rcs in vista della "rottura" del patto di sindacato ben prima della scadenza di aprile 2014.

Lo Scarparo a pallini avrebbe posto come condizione il cambio del direttore a via Solferino e dell'ad Scott Jovane: se si cambia il conducente, non sarò belligerante.

Dopo un primo approccio a Milano con il tentativo (fallito), del presidente del Consiglio di Sorveglianza di Banca Intesa di convincere Mr. Tod's a partecipare alla ricapitalizzazione dell'Rcs, tra i due, comunque, è ripreso quel dialogo bruscamente interrottosi quando lo Scarparo di Casette d'Ete aveva sbertucciato Bazoli con "un arzillo vecchietto unto dal signore".

Ma sulla impervia strada che dovrebbe portarlo da padrone in via Solferino, Della Valle è destinato a incontrare ancora molti ostacoli. Soprattutto a causa della resistenza del giovane Yaky Elkann che, a dispetto dei consigli di mollare tutto di Marpionne, non vuole mollare i giocattoli di carta tanto amati dallo nonno Avvocato ("Corriere della Sera" e "La Stampa").

Come anticipato da Dagospia, giovedì prossimo dovrebbero incontrarsi nella sede milanese della Cir in via Ciovassino, il presidente della Fiat e Carlo De Benedetti, proprietario del gruppo rivale l'Espresso-Repubblica.

Un colloquio che anche alla luce delle ultime mosse (a sorpresa) di Bazoli e Della Valle, potrebbe essere anche letto come un tentativo per tagliare le ali ai progetti di conquista di Rcs da parte dell'avversario Dieguito.

E' noto, infatti, che il giovane nipote di Gianni Agnelli sarebbe favorevole alla fusione del quotidiano di famiglia ("La Stampa") con il Corrierone. Una ipotesi ancora prematura e bocciata sul nascere da Bazoli.

Nell'attesa che maturi il suo ambizioso progetto, Yaky Elkann - anche per far fronte ai debiti de "La Stampa" (quasi 30 milioni di euro) -, proporrebbe a Carlo De Benedetti di unificare la raccolta pubblicitaria attraverso una aggregazione tra Publikompass (Fiat) e Manzoni (Espresso-Repubblica). Ma anche questa idea appare destinata a cadere nel vuoto.

Dunque, c'è grande movimento sul futuro del Corriere-Rcs in attesa che vada in porto la ricapitalizzazione. Una partita finanziaria che, appunto, dipende, dall'atteggiamento che alla fine assumeranno sia Della Valle sia il primo azionista fuori dal patto, Giuseppe Rotelli.

Nei giorni scorsi il Re della Sanità lombarda con gravi problemi di salute ha incontrato Dieguito Della Valle proponendogli di rilevare il suo 16,6% di azioni. E oggi ha reso noto che la sua Pandette non parteciperà all'aumento di capitale.

Un pacchetto ora inoptato, che con l'8,69% nelle sue mani porterebbe Mr.Tod's a diventare l'azionista di maggioranza con oltre il 22%. E una volta accettato l'aumento di capitale, tale quota consegnerebbe il Corriere nelle mani di Dieguito.

Di qui, la sollecitazione di Abramo Bazoli per convincere lo Scarparo a partecipare alla ricapitalizzazione. Anche se quest'ultimo vuole solide garanzie sul dopo patto di sindacato.
Insomma la partita tra i soci di Rcs è ancora tutta aperta. C'è solo da rilevare che, dopo le Generali di Mario Greco, anche la Mittel, scrigno finanziario di Abramo Bazoli, ieri ha fatto sapere che non considera strategia la partecipazione in Rcs.

Intanto, in via Solferino viene segnalata la contemporanea assenza del direttore, Flebuccio de Bortoli, da alcuni dato in viaggio di lavoro in Germania, e del suo braccio destro, Luciano Fontana. Cosa che non capita troppo spesso. E anche sul futuro direttore del quotidiano di Via Solferino potrebbe esserci un braccio di ferro tra Yaky Elkan, favorevole a Mario Calabresi, e Della Valle che ha bocciato la candidatura filo Fiat. A lui andrebbe benissimo un giornalista di lungo corso, Giulio Anselmi.

 

Giovanni Bazoli DIEGO DELLA VALLE CARLO ROSSELLA John Elkann FERRUCCIO DE BORTOLI SCOTT JOVANESERGIO MARCHIONNE

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO