“MYSEX”: SESSUALITÀ E LIBERAZIONE - LA RIBELLIONE ‘HARD’ DI 10 ARTISTE (TRA CUI LA FIGLIA DI TONI NEGRI E MELISSA P.) PARTENDO DALLA FILOSOFIA: ‘NEI PORNO COMMERCIALI MASCHILI C’È UNA STRUTTURA FISSA, PROTAGONISTI I GENITALI. E MANCA LA STORIA. NOI CERCHIAMO D’AVERE UNO SGUARDO COMPLETAMENTE DIVERSO’

Cinzia Romani per ‘Il Giornale'

Mentre Lars von Trier dal 3 aprile proporrà nelle sale italiane la propria drammatica visione della sessualità femminile col porno d'autore Nymphomaniac, dove la sua attrice-feticcio Charlotte Gainsbourg cerca compulsive esperienze erotiche tra dolore e disperazione - tipico del misogino regista di Dancer in the Dark o Melancholia -, «Le ragazze del porno» si presentano sulla scena italiana.

Sono dieci registe, artiste e autrici tra i 25 e i 70 anni che puntano a una visione della sessualità al femminile, raccontando corpi, pratiche e tendenze, così come sono visti e vissuti dalle donne. È il progetto filmico Mysex il loro dogma, che verrà presentato venerdì nello studio fotografico Delogu, da un'idea della giornalista e traduttrice Tiziana Lo Porto. Un cinema a luci rosa, che vuol farla finita con le luci rosse dei maschi, dove raramente i ruoli femminili nascono all'insegna della libertà e della gioia.

E le cineaste seminano la pornoribellione, cercando di uscire dal ghetto della donna-vittima e dell'uomo-carnefice. Desiderano riappropriarsi del genere che vede all'opera perlopiù registi del cinema hard, ancorati a icone tipo Moana Pozzi o Ilona Staller. Nuovi immaginari erotici si profilano, invece, se «Le ragazze del porno» partono dall'assunto: «Ogni centimetro in meno della mia gonna è un centimetro in più di libertà».

Parola di Annie Sprinkle, promotrice d'una pornografia ideologica, a metà tra performance artistica e atto di liberazione. E se in Svezia lo Stato ha finanziato l'antologia di cortometraggi porno Dirty Stories, girati da donne; se in Francia, la serie analoga X-Femmes è stata prodotta da Canal Plus e ospitata a Cannes, in Italia il discorso sul tema resta tabù. Però per Roberta Torre, regista pop classe '62 specializzata nel musical-sceneggiata (Tano da morire, 1997; Sud Side Story, 2000) «adesso in Italia si parla di sesso.

Si sentono in televisione e si leggono sui giornali parole come culo, pompino, prostituta, molte volte al giorno». Lei ha cercato in Germania i fondi per un musical sull'era del bunga-bunga, che definisce «un'opera buffa tra le alcove». Tuttavia «il cinema è molto maschilista. C'è un'avversione atavica alla donna. Se vuoi dire la verità, se parli della cattiveria femminile, per esempio, o del potere profondo della donna che è rivoluzionario, violento, nessuno te lo fa fare».

Stando a Slavina, alias la scrittrice, performer e blogger Silvia Corti, autrice dei Racconti erotici per ragazze sole o male accompagnate (Giulio Perrone Editore), meglio passare all'azione. Come quella delle «Brakeless Pussycats», progetto di bike-porn collaborativo in cui ragazze a seno nudo «pedalano e offendono la pubblica morale», perché «non ci può essere nessuna rivoluzione, senza investimento di libidine». Dunque, scrittura erotica o «apericena afrodisiaco», come si legge nel blog di Slavina?

Provocazione post-femminista a parte, il porno per donne ha una vena ilare e fantasiosa, più edulcorata e raffinata dell'hard maschile. Somiglia a un salotto, dove si va incontro ai gusti delle ragazze. «Le donne italiane sono molto più succubi della tradizione. Da un punto di vista lavorativo sono emancipate, ma questa emancipazione non si riflette in nessun modello culturale», nota Anna Negri, regista e sceneggiatrice classe '64, che porta su di sé il peso d'essere figlia di Toni Negri, il cattivo maestro di Potere Operaio che negli anni di piombo scelse una dorata latitanza nella Francia della «dottrina Mitterrand».

Costretta, da ragazzina, a cambiare città, scuola e quartieri, come racconta nel libro autobiografico Con un piede impigliato nella storia (Feltrinelli), l'autrice è in cerca di identità e fa parte del collettivo che, dal 2011, esplora il confine fra erotismo e pornografia. Come Melissa Panarello, in arte Melissa P., l'autrice di 100 colpi di spazzola prima di andare a dormire (Fazi Editore), che ha venduto oltre tre milioni di copie in poco tempo. «La nostra è una società dove la donna è sempre etichettata, santa, puttana, strega. Ed è anche vero: la femminilità non è solo luminosa ma anche oscura», riconosce la scrittrice, che ai tempi di Melissa P., coi soldi dell'anticipo si comprò «una macchina fotografica e un gigolò».

La più decisa delle «Ragazze del porno» sembra Mara Chiaretti, regista classe '35. «Una donna vuole parlare della sua sessualità, senza dare l'esclusiva all'uomo. Nei porno commerciali maschili c'è una struttura fissa, con azioni genitali. E manca la storia. Noi cerchiamo d'avere uno sguardo completamente diverso». Un altro porno è possibile, certo. Però i produttori non vogliono rischiare.

 

LE RAGAZZE DEL PORNO LE RAGAZZE DEL PORNO LE RAGAZZE DEL PORNO LE RAGAZZE DEL PORNO RAGAZZE DEL PORNOmelissa p LE RAGAZZE DEL PORNO LE RAGAZZE DEL PORNO LE RAGAZZE DEL PORNO

Ultimi Dagoreport

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”

donald trump zelensky vladimir putin russia ucraina

DAGOREPORT - TRUMP STREPITA MA NON COMBINA UN CAZZO – ZELENSKY PROPONE UN INCONTRO A TRE CON IL TYCOON E PUTIN MA NESSUNO LO CONSIDERA: PUTIN SI CHIAMA FUORI (“SOLO DOPO ACCORDI SPECIFICI”). E IL TYCOON? NON VUOLE UN INCONTRO DIRETTO CON PUTIN PERCHE', IL MOLTO PROBABILE BUCO NELL'ACQUA, SAREBBE L'ENNESIMA CONFERMA DELLA SUA INCAPACITA' DI RISOLVERE LA CRISI UCRAINA. LUI, CHE PRIMA DELLE ELEZIONI DICEVA “PORTERÒ LA PACE IN 24 ORE”, E A PIU' DI QUATTRO MESI DALL’INSEDIAMENTO SI RITROVA CON I DRONI E I MISSILI RUSSI CHE MARTELLANO PIÙ CHE MAI KIEV...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – UCCI UCCI, SENTO AVVICINARSI GLI ANGELUCCI! IN ALLARME PER LA DECRESCITA INFELICE DEI LORO TRE QUOTIDIANI, ALESSANDRO SALLUSTI AVREBBE I GIORNI CONTATI ALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE” - GIA’ CADUTO IN DISGRAZIA CON MARINA BERLUSCONI, REO DI AVER SOSTITUITO “PAPI” CON GIORGIA, ORA GIAMPAOLO ANGELUCCI AVREBBE IN MENTE DI RIMPIAZZARE IL BIOGRAFO DELLA DUCETTA CON QUEL RAMPANTISSIMO “BEL AMI” DEL POTERE CHE SI CHIAMA TOMMASO CERNO: SENZA FARE UN PLISSE’, DA DIRETTORE DELL’’’ESPRESSO” E DEPUTATO DEL PD BY RENZI, OGGI E’ ALLA GUIDA DE “IL TEMPO”, TALMENTE SCHIERATO CON LA DESTRA CHE VEDE I FASCISTI A SINISTRA… (VIDEO STRACULT!)