
SI DICONO “PATRIOTI” E POI SI DIMENTICANO DI OMAGGIARE CLAUDIA CARDINALE, DIVA DI UNA “GRANDE ITALIA” (COME HANNO FATTO ANCHE CON GIORGIO ARMANI) – AI FUNERALI DELL’ATTRICE A PARIGI NON C’ERA UN RAPPRESENTANTE DEL GOVERNO ITALIANO, NÉ UN MINISTRO O UN SOTTOSEGRETARIO (PER LA FRANCIA C'ERA LA MINISTRA DELLA CULTURA, RACHIDA DATI, E ANCHE IL SUO REMOTO PREDECESSORE JACK LANG, QUELLO DI MITTERRAND) – MATTIOLI: “CLAUDIA CARDINALE ERA UN SIMBOLO DI UN'ITALIA CHE DOVREBBE ESSERE CARA A OGNI NOSTRO GOVERNO E SOPRATTUTTO A QUESTO, COSÌ SENSIBILE, A PAROLE, A STORIA E GLORIA NAZIONALI. PERCHÉ…” - VIDEO
SGARBO CARDINALE
Danilo Ceccarelli per “la Stampa” - Estratti
Il momento più emozionante è stato forse quello dell'arrivo del feretro, accolto da uno scroscio di applausi sulle note composte da Ennio Morricone per C'era una volta il West, il cult di Sergio Leone.
Uno dei tanti che ha contribuito a creare il mito di Claudia Cardinale, che a pochi giorni dalla scomparsa è stata ricordata ieri durante i suoi funerali tenutisi nella chiesa di Saint-Roch, nel cuore di Parigi, dove solitamente si tengono le esequie degli artisti.
Fuori, ad aspettare su rue Saint Honoré, nel cuore di Parigi, qualche centinaio di persone.
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Nessuna traccia di un rappresentante del governo italiano, però. All'omelia, celebrata da padre Luc Chauvin, era presente solamente l'ambasciatrice a Parigi, Emanuela D'Alessandro. Da Roma non è stato inviato nessun ministro o sottosegretario per omaggiare la memoria dell'artista nata 87 anni fa da una famiglia di origini siciliane a La Goletta (dove sempre ieri si è tenuta una messa in suo nome), in una Tunisia che all'epoca si trovava ancora sotto il protettorato di Parigi. Una doppia origine che la stessa Cardinale ha sempre evocato con orgoglio.
«Era francese, sua prima cultura», ma anche «italiana, certo», ha sottolineato al Parisien la figlia, per poi ricordare una figura «europea e mediterranea». Ragioni che avrebbero giustificato una presenza dell'Italia al funerale.
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Un'accortezza che non è sfuggita alle istituzioni francesi, come dimostra la corona di fiori inviata dal presidente Emmanuel Macron e dalla moglie Brigitte. Alla funzione c'era la presidente della regione dell'Ile-de-France, Valérie Pécresse, oltre alla ministra uscente della Cultura, Rachida Dati, e Jack Lang, suo predecessore durante la presidenza di François Mitterand. Tra gli attori, nessuna superstar ma qualche nome legato alla carriera della Cardinale, come Patrick Préjean e Georges Beller che nel 1971 hanno recitato insieme a lei ne Le Pistolere, dove compariva anche Brigitte Bardot, altra grande assente della giornata.
Nell'attesa della cremazione, prevista per domani, oggi si terrà una seconda cerimonia in forma privata a Nemours, piccolo comune a sud di Parigi dove Claudia Cardinale si era ritirata negli ultimi anni aprendo una Fondazione dedicata alla promozione dell'arte contemporanea.
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2 - ASSENZE IMPERDONABILI, ERA SIMBOLO DI UNA GRANDE ITALIA
Alberto Mattioli per “la Stampa” - Estratti
Forse si poteva mandare qualcuno, anzi forse si doveva. Invece al funerale di Claudia Cardinale l'Italia era rappresentata solo dalla nostra ambasciatrice, Emanuela D'Alessandro. Il Governo non c'era, non pervenuto. Non hanno ritenuto di dover fare il viaggio né il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, né uno dei suoi sottosegretari, magari proprio quella con la delega al cinema, Lucia Borgonzoni, sempre loquacissima e presentissima sui tappeti rossi.
Per la Francia, la ministra della Cultura, Rachida Dati, c'era, e anche il suo remoto predecessore Jack Lang, quello di Mitterrand. Questione di stile, e stavolta bisogna purtroppo ammettere che ne hanno avuto di più i cugini.
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E poi Claudia Cardinale era un simbolo di un'Italia che dovrebbe essere cara a ogni nostro governo e soprattutto a questo, così sensibile, a parole, a storia e gloria nazionali. Perché rappresentava un cinema che nei suoi anni d'oro era davvero il migliore del mondo, e in generale un'Italia che, forse perché per la prima volta nella sua storia tutti andavano a letto avendo mangiato a sufficienza, traboccava letteralmente di genii in ogni campo, nel cinema ma anche nel teatro, nella letteratura, nella musica, nell'arte, nella moda, nel design.
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Esserci significava dire grazie a lei, che l'Italia l'ha portata sugli schermi di tutto il mondo, e ribadire che non dimentichiamo quale meraviglioso Paese siamo stati, che è poi è il modo migliore per tornare a esserlo. Chissà che improrogabili impegni avevano i nostri maggiorenti della cultura, che inderogabili obblighi istituzionali, che priorità irrinunciabili. Eppure, per il breve spazio di una messa da requiem sarebbe stato meglio essere accanto a quella bara, dove si ricordava non soltanto una grande attrice, ma una grande Italia.
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claudia cardinale la ragazza con la valigia
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claudia cardinale la ragazza con la valigia
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