
SOCIAL KILLED THE VIDEO STAR! IN GRAN BRETAGNA CHIUDE MTV DOPO 44 ANNI. È LA FINE DI UN’ERA - IL CANALE CHE PER PRIMO TRASMISE MUSICA 24 ORE AL GIORNO SI PREPARA A DIRE ADDIO AI SUOI SPAZI DEDICATI AI VIDEOCLIP – L’INIZIO NEL 1981 CON L’INNO “VIDEO KILLED THE RADIO STAR”, LE ACCUSE DI RAZZISMO DAL MOMENTO CHE L’EMITTENTE DI FATTO NON MANDAVA IN ONDA CLIP DI ARTISTI AFROAMERICANI, LA RIVOLUZIONE EPOCALE CON MICHAEL JACKSON E “THRILLER” – CASTALDO: “GRAZIE ALL’INVASIONE DILAGANTE DELLE PIATTAFORME, L’IMMAGINE È DIVENTATA TALMENTE PREPONDERANTE DA NON AVER QUASI PIÙ BISOGNO DELLA MUSICA”
Gino Castaldo per repubblica.it - Estratti
Non c’è il pezzo giusto per cantare la fine di Mtv. Se ci fosse stato avrebbe dovuto intitolarsi Social killed the video star, parafrasando quello che i dirigenti del nuovo canale televisivo interamente dedicato alla musica si ritrovarono servito, su un piatto d’argento, quando il primo agosto del 1981 accesero l’emittente.
Era Video killed the radio star, un pezzo dei Buggles che era uscito in realtà un paio d’anni prima, ma era passato del tutto inosservato fino a quando non diventò un inno epocale, vagamente feroce con le povere star del passato prive di immagine, ma che rifiutarono di essere sterminate dal nuovo corso e, casomai, si adeguarono, rassegnandosi a dover produrre un videoclip con cui illustrare i loro pezzi.
La rete all’inizio si dimostrò anche garbatamente razzista, ammesso che si possa essere garbati in questo genere di atteggiamenti, nel senso che senza dirlo mai esplicitamente, adducendo varie giustificazioni più che altro di ordine stilistico, di fatto non mandavano in onda clip di artisti afroamericani.
C’era posto solo per rocchettari e popstar bianche, bianchissime, ma lì avvenne un fatto epocale, una storica Waterloo, quando a bussare alla porta fu Michael Jackson con il videoclip di Thriller che segnò una svolta a dir poco epocale nella storia delle relazioni tra musica e immagini.
Era, come dire, un’offerta impossibile da rifiutare e così grazie al genio di Jackson il muro fu abbattuto una volta e per sempre. (...).
La discussione in realtà, 44 anni dopo, non ha mai trovato una risposta convincente, anche perché la chiusura di Mtv non significa che l’immagine abbia perso e si ritragga, sconfitta. Al contrario, vuol dire che l’immagine ha trionfato, ma che un canale come Mtv è diventato pateticamente insufficiente a competere con l’uso dell’immagine che si fa sui social. Grazie all’invasione dilagante delle piattaforme, l’immagine è diventata talmente preponderante da non aver quasi più bisogno della musica.