
“KEIR STARMER NON VUOLE IRRITARE LA CINA” - BUFERA SUL PREMIER BRITANNICO PER IL CASO DI DUE PRESUNTE SPIE DI PECHINO ARCHIVIATO IMPROVVISAMENTE. IL PROCURATORE CAPO ATTACCA IL GOVERNO: “PER LORO LA CINA NON È UNA MINACCIA”. TABLOID E CONSERVATORI: “SIR KEIR E I SUOI HANNO DATO CARTA BIANCA A PECHINO…” - DA UN PO’ I MINISTRI DI STARMER DEFINISCONO PECHINO UNA “SFIDA”, E NON UNA MINACCIA, NONOSTANTE L’INTELLIGENCE BRITANNICA LA PENSI DIVERSAMENTE...
Antonello Guerrera per repubblica.it - Estratti
Fa discutere il caso di due sospetti agenti stranieri nel cuore del Parlamento di Westminster, archiviato improvvisamente. Il procuratore capo attacca il governo: “Per loro la Cina non è una minaccia”. Tabloid e conservatori: “Sir Keir e i suoi hanno dato carta bianca a Pechino, ecco perché”
La Cina è vicina, pure troppo. Il governo Starmer finisce nella bufera per un caso spinoso e potenzialmente devastante. I conservatori e i tabloid non hanno dubbi: il primo ministro e il suo massimo consigliere sulla politica estera, il blairiano Jonathan Powell, “vogliono ingraziarsi Pechino”, e perciò avrebbero “fatto cadere il processo contro due cittadini inglesi accusati di spiare per la Cina in Parlamento a Westminster”.
È una storia complessa ma che potrebbe far molto male a Sir Keir. Nel marzo 2023 l’assistente parlamentare Christopher Cash e l’insegnante Christopher Berry, molto attivi a Westminster, vengono arrestati per presunto spionaggio per la Cina. I due si dicono innocenti ma gli inquirenti sembrano avere elementi sostanziosi, visto che la Procura della Corona li incrimina poco dopo.
Ma il processo crolla qualche settimana fa, con la procura che decide di archiviare il caso. Perché? Parte una guerra di veline tra i palazzi di Whitehall. Tre giorni fa, alcune anonime fonti governative passano ai giornali inglesi accuse precise: “Sono stati Downing Street e il Foreign Office a far cadere il processo”. Come? “Non fornendo alla procura gli elementi necessari per farlo proseguire”.
Downing Street ribatte: “È la procura, indipendente, che ha deciso di rinunciare alle accuse”. Ma poi esce allo scoperto Stephen Parkinson, il procuratore capo della Corona (lo stesso ruolo che lanciò Starmer), con un eccezionale intervento sul Daily Telegraph di ieri, accusando il governo Starmer: “Nonostante numerose sollecitazioni, durate mesi e mesi, non abbiamo ricevuto dall’esecutivo alcun sostegno, perché non ha cooperato, e, tramite i suoi funzionari, non ha nemmeno dichiarato ufficialmente la Cina una “minaccia””.
KEIR STARMER - ESERCITO BRITANNICO
Il che avrebbe innescato il processo contro Cash e Berry, in quanto agenti stranieri contro la sicurezza nazionale.
Downing Street risponde di aver seguito la linea diplomatica del governo Tory precedente. Ma i sospetti dei giornali e dei conservatori è che Sir Keir e il suo governo non vogliano irritare la Cina proprio durante un riavvicinamento vitale per Londra, soprattutto a livello commerciale.
Non a caso, da un po’ i ministri di Starmer definiscono Pechino una “sfida”, e non una minaccia, nonostante l’intelligence britannica invece concordi con quest’ultima definizione e ci sia uno scontro in atto tra Londra e la Cina per la prossima, controversa sede dell’ambasciata del Dragone nella capitale (...)