scurati cotroneo missiroli terranova strega 2019

LO "STREGA" HA GIÀ PERSO – DOMENICA 17 MARZO IL COMITATO DIRETTIVO DEL PREMIO LETTERARIO INDIVIDUERÀ I 12 CANDIDATI MA IL CONCORSO SOMIGLIA A UN EMICICLO PARLAMENTARE - LA LOBBY DEGLI ACCADEMICI, IL PIANO MONDADORI-RIZZOLI-EINAUDI (CON TRE LIBRI IN CONCORSO) PER FAR VINCERE MISSIROLI, L’EMARGINAZIONE DEI PICCOLI EDITORI PER FARE SPAZIO AI GRANDI INTERESSI, L'OUTSIDER ROBERTO COTRONEO E LE VARIABILI IMPAZZITE…

1 – CHE PREMIO "STREGA" SARÀ? - ECCO LA GUERRA EDITORIALE PER IL VINCITORE 2019 - IL PIANO MONDADORI-RIZZOLI-EINAUDI PER UN SUCCESSO “A TAVOLINO” CON MARCO MISSIROLI, IL DISAPPUNTO DEL MONDO LETTERARIO, LE VARIABILI IMPAZZITE NADIA TERRANOVA E ANTONIO SCURATI, L'OSANNATO LIBRO DI ROBERTO COTRONEO, LE CONTROMISURE DI SELLERIO...

missiroli

 

http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/che-premio-quot-strega-quot-sara-ecco-guerra-editoriale-193135.htm

 

2 – PREMIO STREGA, SPECCHIO DI UN PAESE INCAROGNITO E SENZA MERITOCRAZIA

Da www.affaritaliani.it

 

Negli altri Paesi sono solo premi, premi letterari e basta. Si vince, si perde, poi finisce lì. Rappresentano l’occasione per far emergere nuove voci, per cercare altri talenti, per aiutare quegli autori che non hanno avuto la fortuna che avrebbero meritato, per stimolare un dibattito intellettuale possibilmente privo di ipocrisie.

 

missiroli cover

Negli Stati Uniti, in parte anche in Inghilterra, Francia, Svezia e Germania, i premi letterari vengono spesso vinti da piccole case editrici, anzi concorrervi con realtà artigianali impegnate a produrre libri di qualità rappresenta una sorta di un valore aggiunto, paradossalmente equivale a partire con qualche metro di vantaggio.

 

In Italia invece rappresenta una colpa. Un peccato da espiare nell’unico modo possibile, l’esclusione. I piccoli editori vengono reclusi, scansati, boicottati, emarginati per far spazio ai grandi gruppi, ai grandi interessi editoriali che quasi sempre rappresentano piccoli libri scritti male e senza alcuna dignità letteraria.

 

E se c’è un epicentro di questa specie di peste tutta italiana, è ovviamente il Premio Strega (sebbene anche altri premi non si sottraggano alla confortevole legge del più forte, basti pensare a ciò che successe al Grinzane Cavour).

 

Il nuovo (discutibile) regolamento

helena janeczek vincitrice del premio strega 2018 (9)

Dopo il cambio del regolamento fortemente voluto dalla Fondazione Bellonci – che sulla carta avrebbe voluto facilitare i piccoli editori, ma che di fatto li ha relegati al “contentino della vetrinetta” della presentazione da parte di un solo Amico della Domenica – il pallino del gioco è passato saldamente nelle mani del Comitato direttivo del premio, composto per l’ultimo anno (dal prossimo cambierà formazione) da Pietro Abate, Giuseppe D’Avino, Valeria Della Valle, Ernesto Ferrero, Simonetta Fiori, Alberto Foschini, Paolo Giordano, Melania G. Mazzucco, Gabriele Pedullà, Stefano Petrocchi, Marino Sinibaldi e Giovanni Solimine.

 

Nadia Terranova

Spetterà a loro, domenica 17 marzo nella cornice di Libri Come a Roma, individuare i 12 titoli che potranno appropriatamente definirsi candidati al Premio Strega. E la sorpresa non sta tanto nelle candidature fin qui pervenute e che, anche quest’anno, quasi certamente supereranno le 40 proposte, ma nell’attribuire il giusto peso politico – non soltanto letterario – alle persone nelle cui mani è riposta una importante decisione culturale: selezionare i romanzi secondo coscienza e merito, non secondo convenienza e appartenenza parrocchiale.

 

Il Comitato direttivo, si diceva. Tirato per la giacca “dagli amici degli amici” (ad esempio la lobby degli accademici delle università romane, rappresentate sia all’interno del Comitato sia tra gli Editori che hanno presentato libri fidando proprio sull’appoggio dei colleghi) e tirato per la giacca anche dai cosiddetti “tengo famiglia” (candidature ormai sbiadite dal tempo, scrittori campani e non solo vicini alla proprietà Alberti-Strega, testimoni di un modo di fare cultura che assomiglia molto a modi della politica).

roberto cotroneo marino sinibaldi

 

Retroscena del tardo romano impero

Ma lo Strega è così, prendere o lasciare. Ed ecco che tutto diventa lecito. Ad esempio che all’interno di Einaudi si scateni un fuoco amico difficile anche da commentare, dal momento che lo Struzzo ha presentato in concorso Evelina Santangelo (Da un altro mondo, libro dell’anno per la trasmissione Fahrenheit di Rai Radio Tre), Nadia Terranova (Addio fantasmi) e Marco Missiroli (Fedeltà).

 

Quest’ultimo con grandi ambizioni di vittoria, anche se le recensioni – e diverse stroncature, su tutte quella di Filippo La Porta su la Repubblica –, per quanto addomesticate verso il capolavoro storico, lasciano tutte intendere che il romanzo sia un romanzo dei nostri tempi e basta, niente di memorabile.

 

missiroli

Einaudi ha già vinto? Manco penniente, dicono le congiure da tardo romano impero che condurranno alla scelta della “cinquina” (Casa Bellonci in Roma, metà giugno) e a quella del “trionfatore” (Ninfeo di Villa Giulia sempre in Roma, primi di luglio). Innanzi tutto perché fino all’ultimo il Comitato direttivo spera vivamente che Antonio Scurati ci ripensi e accetti di concorrere – con i rischi del caso – con M. Il figlio del Secolo (Bompiani): potrebbe essere lui la mina vagante, il coniglio estratto dal cilindro e lanciato a rovinare una festa che pare già apparecchiata. (AGGIORNAMENTO: Scurati parteciperà per “dovere civile” http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/caro-duce-aiutami-tu-vincere-strega-scurati-grande-197139.htm, ndr)

ROBERTO COTRONEO

 

E poi perché ci sono gli outsider. Roberto Cotroneo con Niente di personale (La Nave di Teseo), Benedetta Cibrario con Il rumore del mondo (Mondadori) e la quotatissima Eleonora Marangoni con Lux (Neri Pozza), solo per citarne alcuni. Ma l’elenco è lungo, così come sono in molti a pensare che Carnaio di Giulio Cavalli (Fandango) faccia leva sulla presentazione della inseritissima Concita De Gregorio e su tutta quella élite di sinistra (ammesso ne esista ancora una) che si vedrebbe rappresentata da questi libri, da questi autori, da questa scrittura.

 

Ed ancora Roberto Pazzi e l’epilogo dell’imperatore Napoleone (Verso Sant’Elena), Mauro Covacich che molti danno già in cinquina, l’inattesa Giulia Caminito e l’attesissima Francesca Diotallevi con Dai tuoi occhi solamente, Raffaella Romagnolo e il suo Destino, l’outsider Paola Cereda, Pasquale Panella (più che per la forza del suo Naso, per quello che è stato: l’autore di alcune grandi canzoni di Lucio Battisti) e la storia di trapianti d’organo proposta da Davide Grittani con La rampicante: tutti selezionabili, tutti candidati alla dozzina, insomma bene che gli vada comparse in un campionato in cui si gioca per il sesto o settimo posto.

 

La scomunica dei piccoli editori

Antonio Scurati 1

Con un escamotage che deve far riflettere, il Comitato direttivo e la Fondazione Bellonci che insieme all’Alberti organizza lo Strega, sono riusciti a fare passare l’idea – sulla scorta delle sciagurate decisioni assunte dai rappresentanti della categoria – che possano essere considerati piccoli/medi editori anche Sellerio (già, quelli di Camilleri e Manzini), Neri Pozza (ormai un polo editoriale, con tanto di premio letterario da 25.000 euro), E/O (avete capito bene, quelli di Elena Ferrante), Minimum Fax (realtà ben consolidata, con un fatturato di tutto rispetto) e tutti quei marchi indipendenti con disponibilità e risorse economiche stellari se paragonate a quelle della piccolissima editoria di contorno.

 

Benedetta Cibrario

Questo meccanismo farà in modo che, nella dozzina e quindi a cascata nella cinquina, la presenza di piccole sigle editoriali diventi pressoché impossibile, a meno che non scattino i meccanismi di cui sopra: “gli amici degli amici”, i “tengo famiglia”, quelli che si presentano in concorso a vicenda, e quelli che qualcuno all’interno del Comitato direttivo “gli deve un favore”. Nel 2017 Manni (casa editrice di Lecce) è arrivata addirittura in cinquina, ma a portarne la bandiera era un certo Alberto Rollo: tra i direttori editoriali italiani più importanti e potenti degli ultimi trent’anni. Insomma non se ne esce, lo Strega è la tana degli intrecci e delle congiure, delle faide e delle denunce tra candidati (in passato si è assistito a scene non certo edificanti, come successe per la contesa Scarpa-Scurati e per quella Trevi-Carofiglio).

 

Queste dinamiche fanno in modo che talento e merito passino sotto silenzio se non in secondo piano, anzi che la scelta della dozzina diventi il contesto naturale per ospitare regolamenti di conti che in fondo rispecchiano il clima di risentimento e persistente cattiveria che si respira nel Paese. Lo Strega ne è specchio fedele, non da adesso. Solo che negli ultimi anni questa percezione è emersa senza più censure, senza più pudori. Per l’esattezza da quando il Comitato direttivo ha ripreso in mano le redini di un premio che sembrava essergli sfuggito, ottenendo il risultato di aver compromesso ancora di più gli equilibri in un mondo – quello editoriale – già contraddistinto da mediocrità e precarietà.

helena janeczek vincitrice del premio strega 2018 (3)

 

Aspettando il vincitore, ha già perso lo Strega

Indipendentemente da come andrà a finire, lo Strega ha già perso. Senza concorrere, prima ancora di partire. Perché quando un premio letterario – per quanto importante e storico sia – finisce per assomigliare sempre di più all’emiciclo di un parlamento politico e sempre meno a una occasione di riflessione intellettuale, vuol dire che ha smarrito il proprio senso, che ha perduto la sua identità. Che è diventato altro. Citando Italo Calvino (uno che lo Strega non l’ha mai vinto, per forza mica era bravo come Antonio Pennacchi!) … «chi non si accorge delle cose che cambiano, corre il rischio di esserne travolto».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...