polsi sottili

LA TORINO DEI GIUSTI VECCHIO QUASI QUANTO IL TORINO FILM FESTIVAL CHE LO OSPITERÀ OGGI, “POLSI SOTTILI”, OPERA PRIMA DI GIANCARLO SOLDI RIAPPARE CON UN RESTAURO CHE LO RENDE INCREDIBILMENTE MODERNO - IL FILM CI RIPORTA INTATTO TUTTO L’UMORE DELLA MILANO CREATIVA, PIENA DI IDEE E DI VITALITÀ DEL 1985, QUANDO SI SOGNAVA DI POTER FARE UN CINEMA DIVERSO E PIÙ LIBERO DI QUELLO CHE SI FACEVA NELL’ODIATA ROMA DEI CINEMATOGRAFARI. BEI TEMPI...

Marco Giusti per Dagospia

 

POLSI SOTTILI

 Torino Film Festival. Vecchio quasi quanto il Torino Film Festival che lo ospiterà oggi, riappare con un restauro che lo rende invece incredibilmente moderno, “Polsi sottili”, opera prima di Giancarlo Soldi con Stefania Casini e Mariella Valentini che ci riporta intatto tutto l’umore della Milano creativa, piena di idee e di vitalità del 1985, quella legata a rassegne ormai storiche come Film-Maker, quando a Milano si sognava di poter fare un cinema diverso e più libero di quello che si faceva nell’odiata Roma dei cinematografari. Bei tempi.

 

POLSI SOTTILI

Nel catalogo della rassegna “Film-Maker” del 1985, dove venne appunto presentato questo piccolo film di Soldi, troppo corto per essere un lungometraggio, troppo lungo per essere un cortometraggio, assieme alle opere di registi come Silvio Soldini, Paolo Rosa e Kiko Stella, leggiamo, tra i consigli che un già vegliardo Goffredo Fofi fa ai giovani registi milanesi emergenti, quello di non lasciare Milano per la capitale.

 

POLSI SOTTILI

“Andate a Roma solo per vacanza (è una città ancora bellissima e con un clima stupendo), ma non sperate di tirarne fuori nulla di buono sul piano della vostra crescita professionale o delle possibilità di realizzarvi qualcosa”. Mentre nel lungo saggio di un altro teorico prodigo di avvitati consigli, Enrico Ghezzi, risulta chiaro che la fortuna di Film-Maker e dei suoi giovani registi avveniva in un momento particolare e fortunato delle prime contaminazioni col video, che produssero non solo film sperimentali, ma videoclip, pubblicità, un intero programma tv come “Mister Fantasy”.

 

Questo strampalato, divertente “Polsi sottili”, dove si alternano personaggi un po’ fuori di testa, l’avvocatessa di Stefania Casini che rimandava ai film di Warhol e Bertolucci, che si legò allora sentimentale con il regista Giancarlo Soldi, un grande legame che ancora funziona, una sorta di folletto il cui umore determina cambiamenti di tempo interpretato da Mariella Valentini, un giovane scalatore di facciate milanesi, Andrea Perrone, un paio di comici da tv locale berlusconiana, Pongo e Luis Molteni, un ciclista che corre al mitico Vigorelli, ci riportano intatta la Milano dei video maker, dei registi pubblicitari, dei creativi in acido, ma non ancora la Milano da bere berlusconiana, che sarà una degenerazione malsana di questa. Quasi un tradimento.

POLSI SOTTILI

 

Qui siamo ancora in una Milano molto amata dall’intellighenzia del tempo, del resto Film-Maker la curavano personalità come Francesco Casetti, Roberto Escobar, Alberto Farassino, Sergio Lentati, e aveva la benedizione critica di Fofi-Ghezzi-Della Casa-Catacchio. Ma anche personalità del Teatro dell’Elfo, da Gabriele Salvatores a Elio De Capitani a Paolo Rossi, che fu il primo attore della Milano del tempo, ne fecero ampiamente parte. Ecco.

POLSI SOTTILI

 

Vedendo questo “Polsi sottili”, la sua musica, la bella fotografia in 16mm di Charles Rose, la coppia Casini-Valentini, si sente intatto tutto il fascino di quella storia. C’è poi la buffa storia del film, che venne salvato da Soldi, ormai senza una lira dove aver dato fondo a tutti i risparmi, quando prese parte come esperto di fumetti a un megashow di Mike Bongiorno su Canale 5. E, ovviamente, vinse. E riuscì a chiudere il film.  

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