IL PIANO B DEL CAV – TOTI CAPOLISTA ALLE EUROPEE: BERLUSCONI VUOLE DARE UNA LEGITTIMAZIONE POPOLARE AL NUOVO UOMO FORTE DI FI (E VEDERE SE HA ‘I NUMERI’ PER SFIDARE RENZI)

Tommaso Labate per il "Corriere della Sera"

«È chiaro che a Giovanni dovremmo dare sin da subito una qualche forma di legittimazione. Ed è chiaro che dev'essere una legittimazione popolare...». Un inciso di Silvio Berlusconi, arrivato nel bel mezzo del vertice famiglia-azienda andato in scena sabato pomeriggio. E a seguire due «sì» in rapida sequenza, da Fedele Confalonieri e da Marina, la primogenita del Cavaliere. Oltre a quello del diretto interessato, ovviamente.

Anche se i dettagli sono ancora da definire, una certezza da quarantott'ore c'è, sul fronte della macchina elettorale che ad Arcore sono pronti a imbastire in vista delle elezioni europee. E questa certezza riguarda un capolista. Giovanni Toti non incasserà soltanto i gradi di coordinatore forzista.

Al contrario, il direttore uscente di Tg4 e Studio aperto sarà in campo alla «prima tornata elettorale utile», che in assenza di un improbabile election day saranno le Europee, col voto di preferenza. E sarà inserito in cima alle liste del movimento berlusconiano in una o più circoscrizioni, sicuramente in quella del Nord-Ovest, che nella geografia dell'ex premier è tornata a rappresentare «il punto da cui dovrà partire la nostra riscossa».

Sulla sua, di candidatura, Berlusconi tiene mediaticamente il punto. Rimane fermo sulla strategia di mantenere alta la soglia di attenzione su se stesso perché tanta sarebbe la voglia di scendere in campo in prima persona. Ma visto che divincolarsi dalla tagliola della legge Severino è difficile, per non dire quasi impossibile, ecco il «piano B» pronto per essere servito.

Lanciare Toti alla guida del movimento e subito testarlo sul campo di battaglia elettorale. Un modo per legittimare l'incarico di «nuovo uomo forte» della rinata Forza Italia, come chiedono Confalonieri e il gotha di Cologno Monzese. Un modo per verificare se effettivamente il giornalista viareggino ha «i numeri» per poter sfidare un domani il Pd di Renzi, come spera il Cavaliere.

La mossa non va interpretata come un altro schiaffo ai «falchi» del partito. Al contrario, ai pochi parlamentari che nel weekend sono riusciti a parlare con Toti, quest'ultimo ha affidato un assaggio di quelle che saranno le sue regole d'ingaggio rispetto al rapporto con l'ala dura del movimento. «Basta con questa sciocca divisione tra falchi e colombe», è stato il leitmotiv del giornalista. «Io non arrivo certo per dividere o per litigare. La squadra deve essere tutta unita attorno al nostro numero dieci, che era e rimane Berlusconi», ha scandito cedendo alla tentazione di una metafora calcistica. «E di persone come Denis Verdini o come Raffaele Fitto non si può certo fare a meno», ha concluso.

L'indicazione dei due nomi non è casuale. Nell'ultima versione dello schema che rimanda al futuro organigramma forzista, infatti, ci sono sia il potente uomo-macchina degli ultimi tre lustri del centrodestra, sia l'ex governatore della Puglia. Entrambi faranno parte di quell'ufficio politico ristretto, che conterà meno di dieci componenti. E che nella scala gerarchica sarà un gradino sopra l'ufficio di presidenza e un gradino sotto il ruolo di Toti, che ne sarà il coordinatore.

Perché è vero, come ripete il Cavaliere, che «c'è bisogno di facce nuove». Ma è altrettanto vero che «il partito non può essere umiliato» e che «le persone che l'hanno diretto negli ultimi anni non possono essere messe da parte».

Se Toti è pronto a sottoscrivere il «grande armistizio» con i falchi e con i lealisti, allo stesso modo il «ramo azienda», che lo sponsorizza, preme perché i tempi dell'incoronazione siano stretti. Da Confalonieri a Marina Berlusconi, sono convinti che il tira e molla sul nuovo assetto di Forza Italia non può andare ancora avanti per le lunghe.

«Questione di ore, forse giorni, al massimo una settimana», è stata l'indicazione di cui s'è discusso anche ieri ad Arcore prima del fischio d'inizio di Sassuolo-Milan. Segno che, da questa mattina a sabato prossimo, ogni momento è buono per dare il «la» all'operazione rinnovamento. E sarà il preludio a quella discesa in campo che, in assenza del Cavaliere, vedrà principale protagonista proprio il futuro coordinatore. Sempre che qualche miracolo del diritto comunitario non rimetta in pista anche il «Capo» in persona, s'intende.

 

 

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