QUANDO LA STAMPA È A REGIME - TRAVAGLIO: “A DIFFERENZA DELLA TURCHIA, IN ITALIA NON SERVONO I BLITZ DELLA POLIZIA PER TRASFORMARE I GIORNALI IN PRAVDE GOVERNATIVE. PRENDETE L’UNITÀ: PER 20 ANNI E’ STATA CONTRO IL PONTE SULLO STRETTO. POI SE L’E’ FATTO PIACERE ORA CHE RENZI LO HA FATTO PROPRIO”

Marco Travaglio per il “Fatto quotidiano”

1 berlusconi premier turco tayyip erdogan lap1 berlusconi premier turco tayyip erdogan lap

 

Venerdì notte la polizia turca ha fatto irruzione nella sede di Zaman, unico quotidiano libero e dunque antigovernativo rimasto in Turchia, che non a caso vende 650 mila copie, per assumerne il controllo su ordine del molto democratico presidente Tayyip Erdogan. I giornalisti e gli impiegati hanno tentato di resistere e si son beccati una raffica di proiettili di gomma e lacrimogeni.

 

Poi, in mattinata, sono giunti i nuovi amministratori e i nuovi giornalisti inviati dal governo a rimpiazzare quelli sgraditi. Il direttore Abdulhamit Bilici non ha neppure potuto entrare nella sua redazione: l'hanno lasciato nella hall e lì gli hanno fatto firmare le dimissioni spontanee.

renzi festa unita 5renzi festa unita 5

 

Domenica è uscito il "nuovo" Zaman: una bella foto di Erdogan in prima pagina, un titolone per celebrare la sua ultima grande opera, il nuovo ponte sul Bosforo, e vari articoli encomiastici sul presidente. La stessa sorte era toccata cinque mesi fa ad altri due quotidiani non allineati, Bugun e Millet, subito normalizzati come tre anni fa era accaduto al Sabah. Ora finalmente l'ordine regna ad Ankara, capitale della Turchia che Berlusconi e Napolitano volevano portare in Europa.

 

In Italia, per fortuna, non sono necessari i blitz della polizia per trasformare i giornali in Pravde governative: provvedono essi stessi con gran lena e voluttà, con stomaci d' acciaio e soprattutto con gran risparmio di fatica, soldi, pallottole e lacrimogeni. Prendete l' Unità: per vent' anni ha pubblicato articoli ferocissimi contro il Ponte sullo Stretto di Messina, progetto demenziale e criminogeno del governo B. che corona il sogno confederale di unire la 'ndrangheta e la mafia. Poi è bastato che Renzi lo facesse proprio e l' Unità se l' è fatto piacere un bel po'.

renzi festa unita 2renzi festa unita 2

 

Siccome però Renzi, diversamente dallo statico Erdogan, è piuttosto mobile e cambia idea a ogni variazione del tasso di umidità, le sue Pravdine e i suoi palafrenieri sono costretti a contorsioni, evoluzioni e free climbing pressoché quotidiani. Un mese fa, per dire, l' Unità e Repubblica sparavano a zero contro chi osava proporre lo stralcio della stepchild adoption dalla legge Cirinnà. Poi lo stralcio l' ha imposto Renzi e oplà, anche Unità e Repubblica gli han votato la fiducia: viva lo stralcio, abbasso la stepchild adoption! E le battaglie contro la legge Gasparri e l'occupazione governativa della Rai? Grandiose, memorabili, epiche (quando c' era B.). Poi Renzi conferma la legge Gasparri, anzi la peggiora esautorando il presidente e il Cda.

 

PONTE SULLO STRETTOPONTE SULLO STRETTO

E dà tutto il potere al direttore generale nominato da lui, che nomina i direttori di rete voluti da lui, che nomineranno i direttori dei Tg voluti da lui. E allora viva la Gasparri, viva l'occupazione governativa della Rai! Tuoni e fulmini contro Mondazzoli, l'orrenda concentrazione editoriale a scapito del pluralismo culturale. Poi nasce StampubblicaXIX dalla fusione De Benedetti-Elkann-Perrone, e allora contrordine compagni: viva le concentrazioni editoriali, abbasso il pluralismo!

 

pinotti gentilonipinotti gentiloni

Mesi e mesi a magnificare il "ruolo guida" che avrà l' Italia di Renzi nella missione militare in Libia, orgoglio e vanto del ritrovato prestigio nazionale nel mondo. Poi Renzi va dalla D' Urso, previo vertice con Confalonieri, e dice: guerra? Quale guerra? Se becco il gufo che ha parlato di 5 mila soldati italiani in Libia lo faccio nero.

 

Purtroppo i gufi si chiamano Paolo Gentiloni ("L' Italia è pronta a combattere in un quadro di legalità internazionale", 13.2) e Roberta Pinotti ("Libia, pronti 5 mila uomini… Se in Afghanistan abbiamo mandato fino a 5 mila uomini, in un paese come la Libia che ci riguarda molto più da vicino e in cui il rischio di deterioramento è molto più preoccupante per l' Italia, la nostra missione può essere significativa e impegnativa, anche numericamente", Il Messaggero, 15.2). E sono i ministri degli Esteri e della Difesa del governo Renzi. Ma, dopo il summit Renzi-D' Urso, si sorvola. Anzi: chi è il fellone che s' è permesso di parlare di guerra?

RENZI NAPOLITANORENZI NAPOLITANO

 

Per 65 anni l'Unità e per 37 Repubblica, con gran coro di giuristi, intellettuali e artisti, hanno difeso a spada tratta la Costituzione più bella del mondo dai golpisti gollisti, piduisti, craxiani e berlusconiani che volevano snaturarla in senso presidenziale mortificando il Parlamento. Poi tre anni fa Napolitano e due anni fa Renzi decidono che è giunta l' ora di snaturare la Costituzione in senso presidenziale, mortificando il Parlamento e regalando un po' di gioia agli ultimi mesi di vita di Licio Gelli.

 

LIBERTA E GIUSTIZIA GUSTAVO ZAGREBELSKY jpegLIBERTA E GIUSTIZIA GUSTAVO ZAGREBELSKY jpeg

E allora il golpismo gollista-piduista-craxian-berlusconiano diventa la "grande riforma" che modernizza l'Italia. Domenica abbiamo pubblicato il manifesto del No al referendum costituzionale scritto da Gustavo Zagrebelsky. Ieri l'Unità - che nel 2006 guidava i Comitati del No alla controriforma di B., con Renzi sulle barricate - ha fatto manganellare Zagrebelsky da tal Carlo Fusaro, neodirettore dei Quaderni Costituzionali del Mulino (fondati, fra gli altri, da Zagrebelsky): "Estremista", "fazioso", "miope", "demonizzatore" che "fa di tutta l' erba un fascio".

 

Già che c' era, Fusaro ha pure riabilitato Gelli da chi, come Zagrebelsky, demonizza il "presunto golpismo degli anni 70", mentre com' è noto il sor Licio era un sincero democratico. La conclusione è impareggiabile: "Di alcune tesi si potrebbe (si dovrebbe) pacatamente discutere: ma è l' impostazione del tutto, il senso di un pregiudizio profondo, ideologizzato e per nulla laico che lo rende pressoché impossibile. Peccato. Cercheremo altri con i quali discutere del sì e del no". Ecco, bravo, scegliti tu l' avversario. Perché non provi con Verdini?

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...