1. SE UNA NOTTE D’INVERNO UNO FINISSE A TERMINI STATION, TROVEREBBE ORARI SURREALI 2. IL TRENO DA GENOVA PARTE ALLE 26 E ARRIVA ALLE 28 E MEZZA. IL TRENO DA FIRENZE PARTE ALLE 31 E ARRIVA ALLE 33. E IL SEGRATE-ROMA CHE RESTA FERMO AL BINARIO 17 3. CONVOGLI EUROPEI SULLA STESSA LINEA, CON GLI OMOLGHI DEL FECCIA BIANCA DI GENOVA SANT’ILARIO CHE VANNO A RAZZO IN FRANCIA E GRAN BRETAGNA. E LA BCE DI DRAGO DRAGHI SARÀ COSTRETTA A INONDARE NUOVAMENTE I MERCATI DI LIQUIDITÀ, PER IMPEDIRE CHE GLI SPREAD DEI PAESI-FECCIA FACCIANO SALTARE IL BANCO DELLA GERMANIA 4. IL PALAZZO TREMA E SI CHIUDE A RICCIO. RE GIORGIO NON VUOLE DISORDINI SOTTO LE FINESTRE E SE NE ANDREBBE VOLENTIERI. MA RENZIE HA PAURA DI UN PARLAMENTO NON SUO 5. LA “MINORANZA” DEL PD, DA BERSANI A D’ALEMA A LETTA, LO HA LASCIATO SOLO IN CAMPAGNA ELETTORALE, PREGUSTA LA SCONFITTA E PENSA SOLO AL SOSTITUTO DI RENZI 6. UN MISTERIOSO GURU YANKEE A RENZI: RAGAZZO, ECCO DOVE HAI SBAGLIATO. TUTTO!

DAGOREPORT

Se una notte d'inverno uno scrutatore aspettasse gli ultimi treni che passano prima della fine, e rimanesse in quel non luogo assoluto chiamato "Stazione Tiburtina", scoprirebbe che il tabellone di Italo, ma anche del Feccia Rossa e del Feccia Bianca, riporta orari davvero surreali. Ma anche no. A riprova che i non-luoghi e la miseria visiva spesso possono tuttavia produrre anche il non-tempo e l'astrazione finale, ecco che cosa legge lo scrutatore inquieto.

Il Feccia Bianca in arrivo da Genova Sant'Ilario parte alle ore 26 e mezzo e può arrivare alle ore 28 e trenta.
Il Feccia Rossa in partenza da Firenze e diretto a Roma parte alle ore 31 di notte e se nessuno si suicida lungo la linea arriva alle 33 precise.
Il treno Italo in partenza da Milano-Segrate e destinato a Roma, che avrebbe dovuto partire alle 17, resta fermo dov'è.

Mentre lo scrutatore si riprende dallo stupore, una voce dagli altoparlanti comunica ai viaggiatori, o a coloro che li aspettano, quanto segue:
"Il Feccia Bianca in partenza da Genova Sant'Ilario avrà un viaggio lento e tribolato al Nord, dove sosterà al binario 25. Ma a Roma arriverà talmente lanciato da essere il treno più veloce della Capitale. Si avvisano gli utenti che il Feccia Bianca potrebbe addirittura proseguire verso Sud, dove cavalcherà trionfalmente".

Ma nel non-luogo Stazione Tiburtina, in una notte di questo inverno lungo e buio, per uno scrutatore perduto le sorprese non mancano.
A dispetto dello scarso sembiante europeo del non-luogo, sono comparsi improvvisamente anche gli orari degli treni continentali. E sembrano l'apoteosi del Freccia Bianca italiano, ma a livello europeo.
L'Eurostar in partenza da Londra sarà il primo a fare l'Eurotunnel e ad arrivare a Strasburgo Centrale, in un tripudio di Union Jack.

Il trenino che parte da Downing Street arriverà per terzo. Prima di lui arriverà perfino l'intercity Londra-Strasburgo che ferma in tutte le stazioni, affinchè laboriosi operai possano scendere e salire con maggiore libertà.
L'Euro-caviar in partenza da Parigi alle ore 17 resta confermato alle 17. Invece il Feccia Nera Marsiglia-Strasburgo partirà regolarmente alle 23 e arriverà alle 26.

Ma la notte d'inverno di uno scrutatore diventa presto un ‘altra storia, intitolata "I giorni del trapasso". E qui, siamo in Italia. Con tutte le scarpe, e anche un po' di pezze al culo. E in Europa le cose non saranno molte diverse.

Se gli eurotreni andranno come sembra, la Bce di Drago Draghi sarà costretta a inondare nuovamente i mercati di liquidità, per impedire che gli spread dei Paesi-feccia facciano saltare il banco. Ci saranno tassi "flat" alla giapponese con Francoforte che si compra i peggiori titoli di Stato del pianeta e, finalmente, un certo supporto della Merkel e di Berlino tutta. Più che altro per disperazione.

Ma i primi a non volere che l'Europa e la sua triste moneta saltino per aria sono gli Stati Uniti. Quando Barack Obama ha letto dalle agenzie di stampa, anzi, su internet, del grande e storico accordo tra economico tra Cina e Russia - la Cia non gli aveva detto nulla - Mister President è letteralmente sbiancato. Anche perché ha capito che il terzo alleato sarà la Cina e a questo punto, se gli crolla l'Europa, lo Zio Sam è leggermente isolato. A meno di allearsi con la Corea del Sud e puntare sulla nuova Cuba.

Un'Europa così instabile è anche un'Europa fottuta, nell'ottica di chi oggi arriva ai G-8 o ai G-20 in quelle belle automobiline con le bandierine sui fanali.

La Provincia Italia, affidata a Re Giorgio, ha di fronte a sé scenari quantomeno complicati, se l'orda grillina si attesterà a un'incollatura da quel Pd del quale Renzie crede di essere il segretario. Bella Napoli, se i Cinquestelle arrivassero al 30%, teme poi di ritrovarseli tutti sotto le finestre a urlargli "Venga giù, Maestà!".

Dicono che l'anziano Migliorista atlantico, a quel punto, se ne tornerebbe anche molto volentieri nella sua splendida casa di Via dei Serpenti. Alla sola idea delle sue dimissioni, a Renzie però si staccherebbero tutti i nei dalla faccia. Nel giro di tre mesi, dopo una nota e iniziale diffidenza, il Rottam'attore si è reso conto che la sua salvezza è proprio Re Giorgio, allergico al disordine istituzionale e ineguagliabile alchimista delle soluzioni extraparlamentari ed extraelettorali. Un virtuoso ormai di fama mondiale, dopo la tripletta Monti-Letta-Renzi.

Re Giorgio custodisce però nel suo stanco panciotto la spiegazione alla quale neppure Pittibimbo può dire di no: ha fatto capire mille volte che se i partiti non fanno una nuova legge elettorale, dopo che gli hanno chiesto in ginocchio di farsi un secondo settennato, allora lui si dimette e tanti saluti. E alzi la mano chi può credere che dopo risultati elettorali del genere il famoso Italicum possa fare anche un solo chilometro.

Ovviamente, il nome che circola con maggiore insistenza per il dopo-Napolitano è quello di un suo clone di sistema come Giuliano Amato. Altro cultore del motto "Elezioni mai, piuttosto c'inventiamo la qualunque". Un dottore così sottile che pur di non constatare il decesso di un paziente, inventerebbe il respiratore artificiale che al tempo stesso gli muove gambe e braccia, sostenendo che in tal modo si può aspettare l'arrivo di un nuovo farmaco miracoloso.

Una seconda strada, che doveva restare segreta se il solito Berlusca non l'avesse spifferata proprio ieri, è l'ennesimo governone delle larghe intese. Il proprietario di Farsa Italia, che nei sondaggi è quello che la vede più amara, ovviamente auspica la sedicente "Unità nazionale". Potrebbe non essere il solo, da lunedì.

Re Giorgio è anche angosciato dal fatto che il suo ex partito abbia lasciato il giovine segretario totalmente solo a farsi la campagna elettorale contro Grillo. Bersani e il mago Dalemix non si sono minimamente spesi e c'è anche da capirli. Una sconfitta, o meglio "un risultato non soddisfacente" del Pd, sarà tutto colpa di Renzie. E' questo il loro ragionamento. E Baffino, secondo alcuni ex compagni dalla memoria lunga e dalla lingua svelta, sarebbe anche già a caccia del successore di Pittibimbo.

Non è un caso che nei giorni scorsi, i vari Gruber, Floris e compagnia talkizzante non siano riusciti a portare nei propri studi nessun maggiorente del Pd non renziano. "La faccia ce la metta lui, il caro Rottamatore", è quello che è passato nella testa di quelli che Pittibimbo ritiene solo dei vecchi arnesi.

Ma nei "Giorni del trapasso" ci sono anche pagine umoristiche. Come questa. Pare che l'inquieto inquilino di Palazzo Chigi abbia interpellato nelle ultime ore uno stimato aruspice made in Usa, di quelli che coniugano i sondaggi con le analisi più raffinate disponibili (a caro prezzo) sul mercato.

Ebbene, il maledetto yankee ha così sentenziato: tutto sbagliato. Attaccare Grillo è stato un errore madornale, perché tanto su lotta alla cosiddetta casta e dintorni, lui è più forte e Renzie arriva molto dopo e in modo sospetto, agli occhi dell'elettorato.

Del resto anche il centrosinistra moscio degli anni scorsi, nei confronti del Cavaliere che vinceva, pagò dazio alla regola aurea che "se devo votare la stessa cosa, scelgo l'originale e non l'imitazione". Renzie, continua l'aruspice di Washington, doveva invece puntare ai voti in uscita dal parco di Hardcore.
Dicono che abbia capito. Ma forse è un po' tardi.

 

 

 

 

CASALEGGIO E GRILLO f afd a a f f d a ea beppe grillo a genova BEPPE GRILLO E CASALEGGIO AL QUIRINALE LA MANO DI RENZI SULLA SCHIENA DI MARIA ELENA BOSCHIBERLUSCONI RONZULLI PASCALE BERLUSCONI PASCALE DUDU IN AEREO Gianni Letta Clio e Giorgio Napolitano Marina e Nicola Napolitano MASSIMO DALEMA PIERLUIGI BERSANI MARINE LE PEN b c ee afccb d c ffd Draghi, Merkel e Monti Draghi, Barack e Michelle Obama

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