portrait of gina lollobrigida 2023venezia gina lollobrigida portrait of gina

LA VENEZIA DEI GIUSTI – IL FESTIVAL APRE NEL NOME DI ORSON WELLES E DI GINA LOLLOBRIGIDA, CON “PORTRAIT OF GINA”, IL DOCUMENTARIO REALIZZATO NEL 1958, E MAI ANDATO IN ONDA – NON SO QUANTO POTESSE ESSERE UN REGALO GRADITO DA GINA VISTO CHE, QUANDO IL FILM VENNE MOSTRATO PROPRIO A VENEZIA NEL 1986, DICHIARÒ CHE AVREBBE FATTO CAUSA A CHIUNQUE LO AVESSE MOSTRATO - SI DISSE CHE LE TRE PIZZE DI PELLICOLA VENNERO ABBANDONATE DA WELLES AL RITZ, E RITROVATE MISTERIOSAMENTE TRENT’ANNI DOPO. PER RICOMPARIRE UFFICIALMENTE, GUARDA UN PO', DOPO LA MORTE DI GINA – VIDEO

Marco Giusti per Dagospia  

 

portrait of gina

Il Festival di Venezia apre stasera con una preapertura nel doppio nome di Orson Welles e dell’appena scomparsa Gina Lollobrigida. Si tratta del documentario di 28’ realizzato da Welles nel gennaio del 1958, “Portrait of Gina”, per la rete americana ABC e mai andato in onda. Non so quanto potesse essere un regalo gradito da Gina visto che, quando il film venne recuperato e mostrato proprio a Venezia nel 1986, si disse che le tre pizze di pellicola del documentario vennero abbandonata da Welles al Ritz a Parigi, e ritrovate misteriosamente trent’anni dopo, dichiarò che avrebbe fatto causa a chiunque lo avesse mostrato.

 

Sostenne anche che se ne era appropriato un ex-cameriere del Ritz che aveva cercato di farci dei soldi. La stessa Gina, assieme alla figlia di Paola Mori, la moglie di Welles, avrebbe potuto farlo vedere in futuro come si doveva, non di straforo dando soldi a un millantore che se ne era appropriato. Ma Gian Luigi Rondi, allora potente direttore-padrone della Biennale Cinema, che non aveva mai amato Welles, intervistato a proposito, visto che fu lui a decidere di mostrare il film, dichiarò che non glielo portò proprio un ex-cameriere, ma la prorompente Oja Kodar, l’ultima moglie di Welles.

 

gina lollobrigida portrait of gina

Non solo. Gina, invitata da Rondi, venne a presenziare alla prima del film, anche se poi, d’accordo con la figlia di Welles e Paola Mori, decise di far causa a chi lo avesse mostrato. Il risultato, alla fine, fu che il film scomparve, anche se in molti si vide qua e là di nascosto per le cineteche. Per ricomparire ufficialmente, guarda un po’, dopo la morte di Gina. Ma forse erano anche altri i motivi della scomparsa del film. Andiamo per ordine. Lo stesso Welles racconta a Peter Bogdanovich che il film non era solo su Gina, “era sull’ambiente cinematografico romano. Lei [Gina] era la protagonista ma c’era un mucchio di altra gente, De Sica, eccetera.

 

gina lollobrigida paola mori e orson welles

Era il pilot per una serie che proponevamo alla ABC, una specie di rotocalco, serio, non di varietà. L’hanno trovato orrendo, e la cosa è finita lì”. Possibile che lo avessero trovato orrendo? Di fatto non è mai stato trasmesso, continua Welles. “Hanno detto che era tecnicamente inadeguato e non si poteva far vedere. Ci avevo messo molte idee nuove – era fatto coi disegni di Steinberg, molte fotografie, conversazioni, storielle – e a loro sembrò inadeguatezza tecnica. Ho passato parecchio tempo a fotografare manifesti fotografici. Questo li ha turbati parecchio.

 

“Era fatto per quel tipo di schermo, nella tradizione giornalistica. Io che parlo di un dato argomento, la Lollobrigida, e non di quello che lei è in realtà. Un saggio. Comunque, l’hanno detestato”. Nel documentario, come ha detto Welles, vengono intervistati anche Rossano Brazzi, Paola Mori, che aveva fatto la generica insieme a Gina quando conobbe Welles negli anni ’50, Anna Gruber, amica d’infanzia di Gina. Ma il progetto prevedeva i ritratti anche di altre dive italiane, ad esempio Silvana Mangano, come leggiamo sui giornali americani di gennaio del 1958, data delle riprese con Gina.

gina lollobrigida orson welles 6

 

C’è qualcosa che non quadra nelle dichiarazioni del 1986 di Gina, visto che lei e Welles avevano fatto altre cose assieme, ad esempio apparire per la CBS il 7 aprile 1956 nell’edizione televisiva della celebre commedia di Ben Hecht e Charles MacArthur “Twentieh Century”. Un’apparizione segnalata dalla stampa americana, anche se non esistono critiche. Chissà se ci siano delle registrazioni, ammesso che sia stata effettivamente fatta. Ma sono anni che vedono le due star indaffaratissime.

 

gina lollobrigida orson welles 5

Gina sta esplodendo in America dopo il successo internazionale di “Pane, amore e fantasia”. Ha già recitato con Humphrey Bogart e Jennifer Jones in “Beat the Devil” diretta da John Huston, con Yul Brynner in “Salomone e la Regina di Saba”, con Burt Lancaster e Tony Curtis in “Trapezio” di Carol Reed, in America la fanno girare come una trottola e spara dichiarazione su tutto, anche se sono sono più sexy le donne sposate o le single. Welles, sempre alla ricerca di soldi, aveva perso 350 mila dollari per l’edizione teatrale di “Il giro del mondo in 80 giorni” e ci mise otto anni per ripagarli, è ovunque.

 

gina lollobrigida orson welles 4

Sul set di “Moby Dick” di John Huston, sul set di “La lunga estate calda” di Martin Ritt e “Le radici del cielo” di Huston per ripagare Darryl F. Zanuck di avergli fatto chiudere il suo “Othello”. Ovvio che tutta questa frenesia di raccattare soldi metta sul chivalà le agenzie delle entrati di tutti i paesi. Infatti, in data 2 settembre 1958, leggiamo quella che forse è la verità rispetto al documentario “Portrait of Gina”, chiamato anche “The Gina Lollobrigida Story”. La ABC non lo vuole mostrare perché si parla di tasse.

gina lollobrigida orson welles 3

 

Sia per Welles, che passava assieme a moglie, figlia e 27 valigioni da Roma a Parigi da Los Angeles a New Work, e aveva avuto un problemino a fine 1956 di 200 mila dollari di tasse non pagate, per non parlare agli alimenti che doveva dare alla figlia avuta da Rita Hayworth. Sia per Gina, che sta girando un film dopo l’altro in tutto il mondo. Non si tratterebbe quindi di un problema tecnico, ma del dibattito-lagna sulle tasse che le due star mettono in scena contro i rispettivi governi il vero motivo della non messa in onda. Pensa un po’…

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