AHI, CHE ZAHIA! - DI ZOCCOLETTE COSÌ NON CE NE SONO PIÙ: ZAHIA DEHAR, IN ARTE MADEMOISELLE Z., È LA PUPA CHE HA INGUAIATO I DUE CALCIATORI FRANCESI BENZEMA E RIBERY: A PROCESSO PERCHÉ QUANDO SONO ANDATI A LETTO CON ZAHIA, LA RAGAZZA ERA MINORENNE - LEI ORA FA LA STILISTA, MA FRA I SUOI CLIENTI-AMMIRATORI PUÒ VANTARE, FRA GLI ALTRI, KARL LAGERFELD, CHE LA ADORA PER LA CURVATURA DELLA SCHIENA PERFETTA (SE N’ERANO ACCORTI ANCHE I DUE PALLONARI)…

Elisabetta Rosaspina per "Corriere della Sera"

Al centro di tutto c'è ancora lei, «Mademoiselle Z.», «il corpo del reato», come è stata definita dalla stampa francese. Per molti mesi costretta a tacerne le generalità complete. Finché anche la signorina Z. non ha compiuto 18 anni, il 25 febbraio di due anni fa, e gli ultimi veli si sono sollevati sull'identità integrale della Lolita che ha inguaiato, involontariamente, due campioni della nazionale francese, Franck Ribéry e Karim Benzema, rinviati a giudizio per aver approfittato di una minorenne.

Anzi, peggio: di una prostituta minorenne. La bionda e gli azzurri, hanno ammiccato i titoli dei rotocalchi più benevoli. Senza sospettare, almeno all'inizio, che non si trattasse di una Barbie qualunque. E che alla fine, per una volta, a uscirne con qualche ammaccatura non sarebbe stata la bambolina.

Zahia Dehar viene dall'Algeria, rivendica il passaporto francese ed è così convinta di non essere una prostituta, ma soltanto una oculata amministratrice del suo corpo, da aver conquistato alla sua casa il ricchissimo e quasi ottantenne Karl Lagerfeld. Che ha ravvisato in lei l'epigono di una delle più celebrate figure dell'aristocrazia e della letteratura francese: la cortigiana.

Una Ninon de l'Enclos, se non proprio una Madame de Pompadour, una libertina di buoni sentimenti e ancor migliori intenzioni, dal fisico impressionante attorno a gran senso della famiglia: tranquillizzava la mamma, raccontandole che andava a dormire a casa di amiche, e poi si dirigeva all'aeroporto, dove l'aspettava un volo prenotato per Monaco. E qui, in una stanza d'albergo a cinque stelle, un famoso calciatore, cui era stata destinata come regalo per il 26esimo compleanno.

«Non sono un regalo grazioso?», si è preoccupata Zahia di fronte alla faccia scandalizzata di qualche intervistatore.
Lagerfeld ha saputo cogliere il senso della questione: «È un oggetto di lusso» ha confermato, riconoscendo la qualità del prodotto, e collocandolo nello scaffale più appropriato. Una collezione di lingerie appena più discreta di quella esposta nelle vetrine di Pigalle.

Confessandosi impressionato dalla curvatura perfetta della schiena della sua docile modella, il fotografo e stilista tedesco si è trasformato nel suo Pigmalione, impegnandosi a insegnarle non tanto l'arte della conversazione, quanto quella della creazione.

Ora Zahia guadagna con le sue linee, ironicamente battezzate «piumino di cipria» o «ninfetta», molto più dei duemila euro che le fruttavano, a 16-17 anni, le notti con uomini famosi o sconosciuti, spesso riluttanti al saldo e piuttosto maleducati, come riferisce lei ricordando con qualche disincanto i suoi incontri con Ribery. La sorte dell'attaccante del Bayern ora dipende completamente dalla testimonianza del suo giocattolo di compleanno: «Non sapeva la mia età, non gliel'ho mai detta» lo ha difeso strenuamente e lealmente Zahia. E, quanto alla punta del Real Madrid, Benzema, che nega d'averla mai frequentata, è poco più grande di lei: «Aveva 18 anni quando l'ho conosciuto».

Il giudice istruttore, André Dando, a differenza del pubblico ministero, non crede però alla buona fede dei due giocatori che saranno processati, l'anno prossimo, assieme al gestore del Zaman Café, un locale sui Champs Elysées chiuso anche per traffico di cocaina, e a un paio di oscuri imputati di sfruttamento della prostituzione. Zahia non ci sarà, ha comunicato l'ufficio stampa della ragazza, che per la legge francese è solamente una vittima. Ma si trova molto più a suo agio nei panni della donna in carriera.

Forse, per questo, quando Ribery e Benzema hanno rischiato di essere esclusi dalla nazionale, alla vigilia dell'ultimo Mondiale, ha scritto «stupefatta e rattristata» a Raymond Domenech, l'allora allenatore, per difenderli e garantire sulla loro irreprensibilità. Una cortigiana sa sempre quando è il momento di mettere una parola buona.

 

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