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OPS, GIORGETTI S’È ACCORTO ALL’ULTIMO MINUTO CHE NELLA MANOVRA MANCAVANO I SOLDI PER SOSTENERE L’INDUSTRIA – DOPO LE RIPETUTE LAMENTELE DI CONFINDUSTRIA, IL MINISTRO DEL TESORO CI METTE UNA PEZZA CON UN EMENDAMENTO ALLA LEGGE DI BILANCIO CHE STANZIA 3,5 MILIARDI DI FONDI PER LE IMPRESE. UN GRUZZOLO CHE SERVIRÀ A RIFINANZIARE “TRANSIZIONE 5.0” E IL SISTEMA DEI CREDITI D'IMPOSTA NELLE ZONE ECONOMICHE SPECIALI (ZES) – LE COPERTURE PER QUESTE NUOVE MISURE DOVREBBERO ARRIVARE DAGLI ASSICURATORI, CHE SONO GIÀ SUL PIEDE DI GUERRA LA BCE BACCHETTA IL GOVERNO PER LE TASSE ALLE BANCHE: “SI RISCHIA LA CONTRAZIONE DEL CREDITO ALL'ECONOMIA REALE”

1. LA TOPPA DEL MEF SPIAZZA L'INDUSTRIA IL PRELIEVO PREOCCUPA GLI ASSICURATORI

Estratto dell’articolo di Francesco Manacorda per “la Repubblica”

 

GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE

È una toppa, sì. Ma una toppa grande come non si era mai vista. I 3,5 miliardi che la manovra stanzia per le imprese, proprio all'ultimo minuto utile, sono una mezza sorpresa anche per Confindustria, dove ancora ieri sera il giudizio restava sospeso, in attesa di capire a fondo la portata delle misure annunciate.

 

L'intervento che favorisce l'industria sarebbe stato comunque deciso dall'esecutivo per tappare evidenti falle nei recenti rapporti con le aziende, a partire dal pasticcio su Transizione 5.0 dopo l'improvviso stop alle risorse deciso a metà novembre.

 

emanuele orsini - assemblea di Confindustria Verona e Vicenza

[…]  l'Agenzia delle Entrate ha contribuito alla svolta decisa da palazzo Chigi e dal Mef, quando venerdì scorso ha pubblicato i provvedimenti che stabiliscono le quote di riparto dei crediti d'imposta chiesti dalle imprese nelle cosiddette Zone economiche speciali o Zes.

 

Di fronte a un surplus di domande, rispetto alle previsioni fatte dai tecnici ministeriali, il risultato è stato quello – almeno finora – di soddisfare le domande solo al 60%: per ogni 10 euro di credito chiesto, insomma, solo 6 euro sarebbero assicurati. Per le Zes, infatti, i crediti d'imposta erano subordinati alla disponibilità di fondi «nei limiti di spesa». Adesso quei limiti di spesa, a meno di ulteriori colpi di scena prima di oggi – saranno ampliati.

 

giorgia meloni antonio tajani giancarlo giorgetti foto lapresse

Più fondi anche per un'altra voce che da più di un mese ha fatto ballare parecchio le imprese, ossia Transizione 5.0. Prima l'annuncio che i rubinetti si sarebbero chiusi in modo anticipato rispetto al plafond di 6,3 miliardi previsto all'inizio; poi la protesta delle imprese, che intanto si affrettavano a presentare le domande in modo da non restare escluse, mentre risultavano disponibili solo 2,5 miliardi.

 

[…]

 

Certo, si può discutere a lungo se quella che secondo il governo – e anche secondo i dati di Eurostat – è una priorità, ossia rimettere la crescita economica e quella dell'industria in particolare al centro della scena, non dovrebbe essere posta nelle fondamenta della manovra, invece di essere aggiunta all'ultimo minuto con un emendamento.

 

GIORGIA MELONI EMANUELE ORSINI - ASSEMBLEA DI CONFINDUSTRIA

Ma c'è da giurare che la questione non interesserà più di tanto il mondo confindustriale, a un passo dal portare a casa un risultato finora insperato e critico semmai sulla difficoltà di programmare investimenti di fronte a un quadro normativo in continuo e imprevedibile mutamento. E se in viale dell'Astronomia ci si prepara a festeggiare, seppur tra qualche incertezza, sul fronte opposto gli assicuratori riuniti nell'Ania cercano in queste stesse ore di aver più luce sulle risorse che, almeno in parte, il governo andrà a cercare nelle loro tasche proprio per sostenere la manifattura.

 

MANOVRA, 3 MILIARDI IN PIÙ SLITTANO DI UN ANNO

Estratto dell’articolo di Alessandro Barbera per “la Stampa”

 

GIANCARLO GIORGETTI

A due mesi dall'approvazione della prima bozza governativa e quindici giorni dalla scadenza tassativa dell'approvazione della legge di Bilancio 2026 da parte del Parlamento, l'unica certezza è in una battuta del deputato liberale Luigi Marattin: «Il Parlamento non ha ancora detto la sua».

 

Che Camera e Senato siano ormai residuali nell'iter di approvazione del più importante atto di governo della Repubblica non è una novità, e però lo spettacolo di queste ore è senza precedenti.

 

Ieri mattina il ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti ha partecipato ad una riunione dell'ufficio di presidenza della commissione Bilancio del Senato durante la quale ha annunciato un emendamento del governo che farà lievitare i saldi della manovra per oltre tre miliardi. Non fondi di parte corrente, soprattutto risorse «in conto capitale», quelle utilizzate per finanziare gli investimenti.

 

GIANCARLO GIORGETTI E CHRISTINE LAGARDE

 Il governo ha da risolvere diversi problemi: le domande delle imprese delle zone economiche speciali - tutte al Sud e destinatarie di sgravi fiscali – sono superiori alle risorse disponibili.

 

C'è da rifinanziare «Transizione 5.0», ovvero il piano dedicato alle imprese che investono nell'autoproduzione di energia, e il fondo per il caro dei materiali negli appalti pubblici. Per coprire queste esigenze il governo anticiperà alcune nuove entrate e sposterà in avanti le risorse non utilizzate nel 2025 e 2026 per il Ponte sullo Stretto.

 

Fonti leghiste smentiscono si tratti di un definanziamento, ma una nota del ministero delle Infrastrutture conferma nei fatti la decisione: «A causa dell'intervento della Corte dei Conti sono in corso gli ulteriori approfondimenti richiesti: per questo i fondi sono stati ricollocati perché i cantieri saranno aperti nei prossimi mesi anziché entro fine anno».

 

fabio panetta christine lagarde giancarlo giorgetti g7 economia stresa

All'ora di cena altri dettagli non erano disponibili: a Palazzo Madama gli stessi relatori attendevano dal Tesoro il testo dell'emendamento che cambierà - e non di poco - la Finanziaria. Il testo arriverà solo questa mattina, e allora si capirà da quanti e quali cilindri usciranno i tre e più miliardi.

 

Una delle ipotesi che circolava ieri sera è di anticipare dal 2027 al 2026 le entrate previste da un aggravio fiscale a carico delle società di assicurazione: c'è in ogni caso da accontentare le richieste dei partiti che impongono di trovare complessivamente un miliardo in più. Fra queste, la decisione di ammorbidire l'aumento fiscale a carico dei possessori di case vacanze. [...]

 

GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE

L'ipotesi di aggravare l'onere sulle assicurazioni deve però tenere conto dell'ultima bacchettata della Banca centrale europea su una Finanziaria che penalizza il mondo finanziario. Una lettera di sette pagine firmata dalla presidente Christine Lagarde chiede chiarimenti su una legge che chiede complessivamente al settore undici miliardi di euro nel triennio.

 

Tre i rischi indicati da Lagarde: la contrazione del credito all'economia reale, maggiori costi per famiglie e imprese, riduzione di utili, patrimonio e liquidità delle banche.

La modifica senza precedenti della Finanziaria è resa possibile da nuove regole europee, tanto rigide quanto flessibili. Da un lato il nuovo patto di Stabilità, che impedisce o quasi di modificare i saldi di spesa corrente, dall'altra la riprogrammazione - più semplice di un tempo - dei Fondi per la coesione. [...]

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani giancarlo giorgetti foto lapresse

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