ignazio marino - matteo renzi

2015, ODISSEA NELL’IGNAZIO – ROMA E SICILIA, DUE SCONFITTE PER IL PREMIER CAZZONE – NELLA CAPITALE MARINO SI SALVA PERCHÈ RENZI HA DOVUTO FARE I CONTI CON IL GIUBILEO IN ARRIVO E CON LA CAPACITÀ DEL SINDACO DI NON FARSI LOGORARE COME ENRICO LETTA

Federico Geremicca per “la Stampa
 

RENZI MARINORENZI MARINO

Incoraggiamenti, auguri e tante felicitazioni. Ignazio Marino presenta i suoi nuovi assessori, la Grande Guerra finisce (o forse s’interrompe soltanto) e l’interrogativo numero uno, adesso, riguarda Renzi e il suo bulldozer, arrestatosi sulla soglia dello scalone del Campidoglio.

 

Se c’era qualcuno o qualcosa da spianare, stavolta la missione è fallita: Marino è rimasto sereno, e ha salvato la pelle; Renzi ha tentato l’affondo, ed è stato sconfitto. La domanda, assai semplice, è: perché?

La risposta, in fondo, non è difficile: il premier-segretario ha perso perché quella ingaggiata era un battaglia che non poteva vincere. Questione di profilo dell’avversario (Marino, appunto), di coerenza (rispetto alla tradizionale esaltazione della volontà popolare) e di date (quella dell’inizio del Giubileo).

 

 Le date, già: lo stesso «scudo» che ha permesso a Rosario Crocetta di restare in sella, pena - per questioni di Statuto, che impedisce il rinvio del voto oltre 90 giorni dall’apertura della crisi - portare la Sicilia da sola alle urne (e il Pd alla sconfitta) in un autunno che già di suo s’annuncia sufficientemente complicato...

renzi malago marino del rio foto mezzelani gmt330renzi malago marino del rio foto mezzelani gmt330


Del resto: poteva mai permettersi, Roma, una campagna elettorale a ottobre, con il Giubileo alle porte (8 dicembre) e 33 milioni di turisti e pellegrini in marcia verso la Capitale? 

Certo che non poteva. Sarebbe apparso, politicamente, un assurdo: e sul piano personale (ed è noto quanto contino, a volte, i rapporti personali) perfino una sorta di sgarbo ai danni di Papa Francesco, «motore» primo di questo nuovo Giubileo e da sempre in rapporti di stima, simpatia e quasi amicizia col sindaco Marino. Perché, dunque, l’avvio di una guerra che non poteva esser vinta?

 

Tanto la battaglia romana quanto l’assedio siciliano a Rosario Crocetta sembrano essere il risultato, in fondo, di una sorta di «vorrei ma non posso»: vorrei interrompere due esperienze amministrative disastrose - e che stanno liquefacendo il Pd, a Palermo come a Roma - ma non posso perché le alternative (l’impossibilità di andare al voto nei tempi giusti e la previsione, comunque, di una sonora doppia sconfitta) rischiano di essere ancor peggiori.

marino renzi  foto mezzelani gmt325marino renzi foto mezzelani gmt325

 

Insomma, sbarazzare il campo da giunte considerate delle vere e proprie calamità, per difendere il Pd: ma un irrisolvibile incrocio di date, Statuti e Giubilei ha reso l’operazione impossibile.

 

E così, oggi Matteo Renzi deve fare buon viso a cattiva sorte e leccarsi qualche ferita: ma Crocetta - e soprattutto Marino - farebbero un errore a pensare che la faccenda sia finita qui... Una faccenda che, fosse stato per il premier-segretario, non sarebbe mai nemmeno cominciata: a Roma, almeno.

 

RENZI FA CAMPAGNA ELETTORALE PER MARINO RENZI FA CAMPAGNA ELETTORALE PER MARINO

Tra i duellanti (Renzi e Marino, intendiamo) rapporti personali da sempre scarsi, se non inesistenti: e soprattutto, il precedente delle primarie nella Capitale, quando - proprio contro Marino - il «rottamatore» mise in campo la candidatura di Paolo Gentiloni.

 

Fatta la frittata, l’ascesa di Renzi - prima a segretario e poi a premier - complicò ulteriormente rapporti personali e situazione.  Così, l’esplodere di «Mafia capitale» sembrò, al capo del governo, l’occasione per regolare qualche conto in sospeso: ma aveva forse sottovalutato profilo e personalità del sindaco di Roma, un politico talmente atipico da ignorare (o fingere di ignorare) codici e regole immutabilmente in voga nell’ambiente...

IGNAZIO MARINO E MATTEO RENZI IGNAZIO MARINO E MATTEO RENZI


E’ forse per questo che la tecnica del lento logoramento (quella, per intendersi, utilizzata con Erico Letta...) con Ignazio Marino non ha funzionato. Il sindaco ha resistito, ha fatto finta di non capire i desiderata del premier-segretario e, puntando ogni carta sull’incrocio di date e appuntamenti (il Giubileo, dunque) ha vinto il durissimo braccio di ferro. 


Renzi ha ceduto, in fondo, perché la pistola che puntava alla tempia del sindaco-chirurgo - la crisi e le elezioni, insomma - era desolatamente scarica. Marino lo ha capito e ce l’ha fatta. Che sia stato un buon affare per Roma ed i romani, lo vedremo: magari spulciando le deprimenti prime pagine di importanti quotidiani stranieri. Alle ironie e alle denunce di quelli italiani, infatti, ci eravamo abituati già...

IGNAZIO MARINO E MATTEO RENZI IN CAMPIDOGLIO IGNAZIO MARINO E MATTEO RENZI IN CAMPIDOGLIO

 

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?