1. IL 4 LUGLIO CHI LA SPUNTA PER LA PRESIDENZA DI FINMECCANICA TRA GIANNI DE GENNARO, SPONSORIZZATO DA NAPOLITANO E GIANNI LETTA, E L’ATTUALE AMMINISTRATORE DI ANSALDO ENERGIA GIUSEPPE ZAMPINI, CARO AL PD DI CULATELLO BERSANI? 2. CHI TIFA DE GENNARO SCODELLA LA “LEGGE FRATTINI” E QUELL’AVVERBIO, “PREVALENTEMENTE”, CHE SALVA L’EX SOTTOSEGRETARIO CON DELEGA AI SERVIZI SEGRETI DEL GOVERNO MONTI DALL’ACCUSA DI CONFLITTO DI INTERESSI (LE “BARBE FINTE” NON HANNO NULLA A CHE SPARTIRE CON GLI INTERESSI DI UNA SOCIETÀ CHE FABBRICA ARMI) 3. NON SOLO; ATTENTI A NOMINARE ZAMPINI. QUANDO SI APRIRÀ IL PROCESSO SUL GIRO DELLE MAZZETTE SULLA VENDITA DEGLI ELICOTTERI INDIANI, ZAMPINI POTREBBE ESSERE OGGETTO DI ACCUSE PESANTI DA PARTE DELL’EX AMMINISTRATORE DI FINMECCANICA GIUSEPPE ORSI

1. DAGOREPORT
Il 4 luglio chi la spunta per la presidenza di Finmeccanica tra l'ex capo della polizia e sottosegretario con delega ai servizi segreti del governo Monti, Gianni De Gennaro, sponsorizzato da Napolitano e Gianni Letta, e l'attuale amministratore di Ansaldo Energia Giuseppe Zampini, caro al Pd di Bersani?

Chi tifa De Gennaro scodella la Legge 20 luglio 2004, n. 215 (cd. "Legge Frattini"), che recita così:
ART. 2.
(Incompatibilità).

1. Il titolare di cariche di governo, nello svolgimento del proprio incarico, non può:

(...)

b) ricoprire cariche o uffici o svolgere altre funzioni comunque denominate in enti di diritto pubblico, anche economici;

c) ricoprire cariche o uffici o svolgere altre funzioni comunque denominate ovvero esercitare compiti di gestione in società aventi fini di lucro o in attività di rilievo imprenditoriale;

d) esercitare attività professionali o di lavoro autonomo in materie connesse con la carica di governo, di qualunque natura, anche se gratuite, a favore di soggetti pubblici o privati; in ragione di tali attività il titolare di cariche di governo può percepire unicamente i proventi per le prestazioni svolte prima dell'assunzione della carica; inoltre, non può ricoprire cariche o uffici, o svolgere altre funzioni comunque denominate, né compiere atti di gestione in associazioni o società tra professionisti;

(...)

4. (...) L'incompatibilità prevista dalle disposizioni di cui alle lettere b), c) e d) del comma 1 perdura per dodici mesi dal termine della carica di governo nei confronti di enti di diritto pubblico, anche economici, nonché di società aventi fini di lucro che operino prevalentemente in settori connessi con la carica ricoperta.

Ecco: quell'avverbio, "prevalentemente", è la prova provata che De Gennaro come responsabile delle "barbe finte" non ha nulla a che vedere con una società che fabbrica armi, quindi non esistono problemi di incompatibilità.

Di contro; attenti a nominare Zampini. Quando si aprirà il processo sulle mazzette degli elicotteri indiani, Zampini potrebbe essere oggetto di accuse pesanti da parte dell'imputato ed ex amministratore Giuseppe Orsi - dicono per via di un colloquio intercettato con il faccendiere Haschke.


2. FINIS-MECCANICA PER DE GENNARO? PER LA PRESIDENZA SPUNTA ZAMPINI
Alberto Custodero per "La Repubblica"

Settimana di nomine per il governo: il 4 luglio il Tesoro dovrà indicare il nuovo presidente di Finmeccanica. Mentre il ministro dell'Interno dovrebbe decidere al prossimo consiglio dei ministri i prefetti e questori in città di importanza strategica come Milano e Bari.

Per il vertice di Finmeccanica si fanno insistentemente da tempo due nomi che, però, parrebbero entrambi fuori gioco. Il primo, l'ambasciatore Giampiero Massolo, diplomatico e oggi capo del Dis, l'ente di coordinamento degli 007, perché - ha fatto sapere - ha declinato l'invito. Facile intuirne i motivi: la presidenza di Finmeccanica durerà un anno, mentre la direzione del Dis ancora tre.

Il secondo, l'ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro, attualmente pensionato, perché la norma glielo impedirebbe. La legge sull'inconferibilità degli incarichi impedisce a chi ha avuto cariche politiche, e De Gennaro è stato sottosegretario con delega ai servizi segreti del governo Monti, di ricoprire incarichi in aziende partecipate. Finmeccanica ha come principale azionista (con 30%), proprio il ministero dell'Economia.

C'è la possibilità, dicono ambienti politici, che si faccia una leggina ad hoc per consentire all'ex capo della Polizia di ricoprire il ruolo di presidente. Ma questa opzione scatena l'opposizione di chi chiede che la legge sia uguale per tutti, come, ad esempio, l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni, ora governatore della Lombardia dove, per la norma dell'inconferibilità, ha dovuto rinunciare a nominare numerosi professionisti di valore.

Il superamento di questa impasse potrebbe trovarsi con un terzo nome, il candidato "interno" al gruppo: l'amministratore delegato di Ansaldo Energia, Giuseppe
Zampini. Il ministro dell'Interno Alfano e il capo della Polizia Pansa stanno giocando in tandem, intanto, una partita delicatissima: il riassetto della struttura territoriale della sicurezza.

Al primo posto c'è la sostituzione del prefetto di Milano, appena andato in pensione. Si tratta di una "piazza" ad alta tensione visti i recenti episodi di cronaca (una rapina in stile paramilitare proprio il giorno del comitato per l'ordine pubblico presieduto dal ministro).
E l'avvicinarsi di Expo 2015. Il nome più gradito ad Alfano sarebbe quello del prefetto Francesco Tronca, capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, in quanto la sua promozione alla prefettura milanese avrebbe per il ministro una doppia valenza politica: inviare a Milano una personalità di prestigio.

E nominare a capo del Corpo (lasciato libero da Tronca) un uomo di propria fiducia. Per la prefettura di Milano si fa anche il nome dell'attuale vicario della Polizia, Alessandro Marangoni, che, se accettasse, potrebbe essere rimpiazzato da Franco Gabrielli, capo della Protezione civile. In discussione c'è anche l'incarico di prefetto di Bari che potrebbe andare al prefetto di Lecce, Giuliana Perrotta.

Queste prime mosse consentiranno a Pansa-Alfano di prepararsi per la seconda fase autunnale, essendo in scadenza, ad esempio, il prefetto di Roma. A quel punto potrebbe partire una rotazione di prefetti e questori che coinvolgeranno, oltre la Capitale, anche città come Bologna, Napoli e Palermo.

 

giuseppe zampiniDE GENNARO Giorgio Napolitano-Gianni LettaBERSANI E NAPOLITANO FRANCO FRATTINI Giuseppe Orsi Giampiero MassoloRoberto Maroni Franco Gabrielli

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....