
“A NOI NON SERVE UN MINISTRO DELLA COPERTINA PIÙ BELLA D’EUROPA” – IL NUMERO UNO DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, LANCIA UN AVVERTIMENTO A GIANCARLO GIORGETTI, ACCUSATO DI VOLER ESSERE IL PRIMO DELLA CLASSE SUI CONTI (IL DEFICIT/PIL SOTTO IL 3%), SACRIFICANDO PERÒ LA CRESCITA. GLI INDUSTRIALI CHIEDONO AL TESORO 8 MILIARDI DI INCENTIVI NEL PROSSIMO TRIENNIO – IL GOVERNO VA ALLA RICERCA DISPERATA DELLE COPERTURE PER LA MANOVRA: PER FINANZIARE TAGLIO DELL’IRPEF, PACE FISCALE, FAMIGLIE, SANITÀ E IMPRESE NEL 2026 SERVONO 16 MILIARDI. IL NEGOZIATO CON LE BANCHE PER UN “CONTRIBUTO” SI ANNUNCIA COMPLICATO…
Estratto dell’articolo di Mario Sensini per il “Corriere della Sera”
emanuele orsini - assemblea di Confindustria Verona e Vicenza
La manovra di bilancio 2026 entra nella fase decisiva, quella delle decisioni politiche. I contorni sono stati definiti: per finanziare Irpef, pace fiscale, famiglie, sanità e imprese nel 2026, servono 16 miliardi. Il problema è che sono quasi tutti da trovare.
Mercoledì in Consiglio dei ministri, dunque, ci sarà la prima verifica sul contenuto della manovra, che dovrà dare, ma anche prendere. Lo schema del ministro dell’Economia Giorgetti prevede 10 miliardi di minori spese e 6 di maggiori entrate. La caccia è aperta e già in settimana potrebbe partire la convocazione delle banche, prime indiziate per offrire un contributo.
giancarlo giorgetti giorgia meloni foto lapresse.
L’avevano già dovuto accettare l’anno scorso, posticipando l’uso di alcuni sgravi fiscali per 4,1 miliardi oltre il biennio ’25-’26. Potrebbe essere loro chiesto un nuovo sforzo, soprattutto per il 2026. I conti vanno bene, il deficit è già al 3%, un anno prima del previsto, ma quello che conta ora è la spesa netta, che deve seguire la traiettoria concordata con la Ue.
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Il negoziato con le banche non sarà facile. Perché hanno già dato e pagano più tasse delle altre imprese e perché su quel tavolo si intrecciano altre partite. Quelle politiche, che vedono Forza Italia contraria a misure forzose. E altre, che coinvolgono le imprese.
emanuele orsini - assemblea di Confindustria Verona e Vicenza
Esauriti Zes e Transizione 5.0, Confindustria chiede al governo 8 miliardi di incentivi nel prossimo triennio. Ma l’altro caposaldo sul quale si tiene il sostegno alle imprese è quello delle garanzie pubbliche sui prestiti bancari. Ed è un pilastro che il governo sembra intenzionato a riconsiderare.
[...] Per le imprese e il sistema bancario le garanzie pubbliche sono diventate fondamentali. Ieri all’assemblea di Confindustria Verona e Vicenza il presidente di viale dell’Astronomia Emanuele Orsini non ha nascosto la delusione per le mancate garanzie sui fondi a sostegno delle imprese.
giorgia meloni e giancarlo giorgetti - question time alla camera
«A me fa piacere che arriviamo sotto il 3% (del rapporto deficit-Pil, ndr ) però a noi non serve un ministro della copertina più bella d’Europa perché siamo i più bravi». Come dire: non ci interessa essere i primi della classe sui conti se poi sacrifichiamo la crescita.
Infatti in Confindustria è forte la convinzione che nei momenti delicati come quello attuale, con le spinte dell’export e del Pnrr che vengono meno, sia necessario rafforzare il sostegno pubblico agli investimenti. Orsini fa un esempio: «Sulla Zes Unica sono stati messi 5,6 miliardi in due anni che ne hanno generati 28 di investimenti». E poi richiama il concetto del «debito buono» evocato in passato da Draghi.
giancarlo giorgetti giorgia meloni antonio tajani foto lapresse
Il ministro Giorgetti di recente aveva anche richiamato le imprese a pagare il giusto i lavoratori. «I nostri contratti sono quelli che garantiscono le retribuzioni più elevate — risponde a distanza Orsini —. Tutti dovrebbero fare la propria parte, anche il pubblico impiego rinnovando i propri accordi. Inoltre serve una seria lotta ai contratti pirata». [...]