grecia grexit

COME VIVERE, MALE, SENZA EURO – LA GRECIA CHE FA DA SOLA È UNA MEZZA APOCALISSE – IL “PIANO B” DEL GOVERNO PREVEDE L’INTRODUZIONE TEMPORANEA DI UNA SECONDA MONETA E LA NAZIONALIZZAZIONE DI BANCHE E AZIENDE

Tonia Mastrobuoni per “la Stampa

 

A novant’anni, il nonno di Achille Hekimoglou, ex partigiano comunista sopravvissuto a sei pallottole dei nazisti, ha lasciato i suoi risparmi in banca. E ha votato «sì». Perché crede nell’Europa. 

tsipras   referendum in grecia ffe114atsipras referendum in grecia ffe114a


Non si fida dei nipoti dei «suoi» comunisti, della sinistra radicale che sei mesi fa, per la prima volta, è riuscita a conquistare il potere. Ma dopo la vittoria schiacciante dei «no», il gruzzoletto del nonno di Achille è in mano a due uomini: il premier Alexis Tsipras e il suo ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis.

 

Achille non fa che scuotere la testa, in questa afosa sera ateniese che cambierà per sempre la storia del suo Paese. «Sa come chiamano quelli del “sì” come il mio nonno?», racconta, con un sorriso amaro: «“Germanotsolias”, collaborazionisti nazisti». Non lo può raccontare al nonno, ne morirebbe. 

Il «no» che ha conquistato la Grecia è un «no» di rabbia e di rifiuto dell’austerità. Forte di questo risultato travolgente, il governo vuole riprendere una trattativa con i creditori. Di Tsipras si vocifera che abbia avuto un esaurimento nervoso, in questi mesi complessi. Tempo fa disse sorridendo che se avesse ceduto troppo con la vecchia Troika, la moglie Betty avrebbe divorziato.

referendum in grecia 05c01ca2referendum in grecia 05c01ca2

 

E nelle ultime, convulse settimane, sembra essere diventato sempre più ostaggio dell’ala radicale del partito, dei duri e puri euroscettici capeggiati dall’arcinemico di sempre, Panagiotis Lafazanis. Di sicuro, quando ha deciso di rovesciare il tavolo della trattativa, il leader di Syriza sapeva di non avere più la maggioranza in Parlamento per far passare un eventuale accordo. Ma ora ha dimostrato che il Paese è con lui. Mai come adesso avrà bisogno di mantenere i nervi saldi.

referendum in grecia   acropolis  cc2fe199referendum in grecia acropolis cc2fe199


«Il no - ha detto ieri notte in tv - non è una rottura con l’Ue. I greci hanno fatto una scelta coraggiosa che cambierà il dibattito in Europa». Fino a sabato, da Bruxelles a Berlino, i messaggi sono stati molto chiari: il «no» rischia di buttare la Grecia fuori dall’euro.

 

Ieri, però, il ministro francese dell’Economia Macron ha detto che un negoziato va ripreso in ogni caso. E stasera, Angela Merkel incontrerà François Hollande all’Eliseo per decidere cosa fare. Uno spiraglio? Chissà. Ieri anche Tsipras ha parlato al telefono con il presidente francese. Se l’ingegnere quarantenne e Varoufakis hanno vinto una scommessa impossibile, la Grecia è al collasso. 


Il guardiano delle sempre più disastrate finanze greche si è riunito ieri con i banchieri per evitare che i risparmi del nonno di Achille e quelli di altri milioni di greci si polverizzino. In serata, quello che tra gli omologhi dell’eurogruppo è considerato più un ostacolo che un mediatore serio, ha detto che il «no» è «una liberazione dalla gabbia dell’Eurozona».

alexis tsipras cffc9145balexis tsipras cffc9145b

 

Dopo che la trattativa si era totalmente arenata per gli eterni duelli tra Varoufakis e Wolfgang Schäuble, Merkel ha dovuto riprendere il dialogo ai massimi livelli, qualche settimana fa. Per poi rendersi conto che anche Tsipras non era più disponibile al compromesso.

 

Il premier ha riunito ieri sera il governo, secondo fonti politiche, per decidere il da farsi. La presidente dei banchieri, Louka Katseli, ha messo in guardia già venerdì che gli istituti avranno soldi soltanto fino a oggi e che il destino della Grecia, da stamane, è in mano alla Bce. Ma sul «piano B» del governo girano voci agghiaccianti. C’è chi parla dell’introduzione temporanea di una moneta parallela ad uso interno. «Se necessario - ha ammesso Varoufakis - emetteremo moneta parallela».

 

Secondo una fonte, il governo pagherebbe salari e pensioni al 30% in euro e al 70% nella nuova valuta; unificherebbe i fondi pensione, nazionalizzerebbe banche e aziende. Soprattutto: sequestrerebbe la banca centrale greca per ricominciare a garantire sufficiente liquidità alle banche. Una mossa che rischierebbe di provocare l’espulsione di Atene dall’euro.

 

alexis tsipras 080c898af9alexis tsipras 080c898af9

Ma i colpevoli, in quel caso, sarebbero gli altri. E qualcuno pensa che questo sia stato, sin dall’inizio, il piano di Tsipras. C’è un’incognita: il presidente della Repubblica Pavlopoulos. Giorni fa ha detto che nel caso di un pericolo di ritorno alla dracma, si dimetterebbe, spalancando le porte a elezioni anticipate. A giudicare dagli ultimi sondaggi, Tsipras rivincerebbe a mani basse.


Oggi si riunisce il consiglio direttivo della Bce per una delle consultazioni più difficili della sua storia. Ieri sera la banca centrale greca le ha chiesto di poter aumentare l’Ela, di poter dare più fondi emergenziali agli istituti di credito, fermi a 89 miliardi di euro dal 26 giugno scorso. L’Eurotower è spaccato: tra chi vorrebbe interrompere subito i finanziamenti e chi teme di interpretare il ruolo del «cattivo» e costringere la Grecia al default prima che i suoi creditori prendano una decisione politica.

tsipras junckertsipras juncker


La morsa della liquidità ha già costretto Tsipras a chiudere le banche e introdurre un controllo «soft» dei capitali, con i prelievi quotidiani limitati a 60 euro. Indiscrezioni che avvelenavano ieri l’aria già asfittica della capitale, parlavano di una nuova stretta imminente: il governo potrebbe decidere di limitarli ulteriormente a 20 euro al giorno. Una corsa contro il tempo: il destino della Grecia si deciderà a cominciare da stasera, dal vertice parigino tra Angela Merkel e Hollande.

 

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…