ALE-DANNO ABBANDONATO (AL SUO INTESTINO) - SENZA GIANNI LETTA E IL BANANA, SI FA 3 ORE DI ANTICAMERA PER SUBIRE L’UMILIAZIONE DEL RIFIUTO DI MONTI: “NON POTEVA DIRCELO PRIMA?” - E QUESTO DOPO IL FLOP DELLA FORMULA UNO, LE POLEMICHE SULLA SICUREZZA, SUL NUBIFRAGIO DI OTTOBRE E LA NEVICATA DI FEBBRAIO. AGGIUNGI LE VOCI DI DIMISSIONI E LA CONFERENZA STAMPA ANNUNCIATA E POI ANNULLATA - CHE FARÀ ORA ROSELLA SENSI, ASSESSORE ALLE OLIMPIADI (PER MANCANZA DI QUOTE ROSA), APRE UNA MERCERIA?...

1 - ALEMANNO FURIBONDO. ABBANDONATO DA TUTTI...
Pierre de Nolac per "Italia Oggi"


Furibondo: così è stato descritto il sindaco di Roma Gianni Alemanno, per tutta la giornata. Tutta colpa della bocciatura che Mario Monti ha dato alla candidatura romana alle olimpiadi del 2020: e la situazione non cambierà, nei prossimi giorni. Il primo cittadino della capitale ha prima dovuto ingoiare la smentita da parte di palazzo Chigi di un incontro con il premier, e poi, minuto dopo minuto, cercare di tamponare le voci negative che provenivano dal governo.

Fino all'annuncio di Dagospia che alle 11.39, solennemente, con un flash, anticipava il "no" di Monti: da quel momento, Alemanno non ha avuto pace. Altri tentativi di incontrare Monti, ma dall'esecutivo si offriva solo la possibilità di vedere il presidente del consiglio solo dopo la decisione: un atteggiamento che evidenziava, chiaramente, un parere negativo da parte del governo. Intanto il presidente Gianni Petrucci tentava di smarcarsi convocando una conferenza stampa nel pomeriggio, e a ruota Alemanno programmava il suo incontro con i giornalisti, poi spostato di un'ora e quindi annullato.

Tutto questo mentre su twitter il dileggio nei confronti del sindaco non conosceva sosta, e partivano rumors di dimissioni del sindaco, che non ha tardato a smentirle. Tra le polemiche degli esponenti del Pd (per l'ex presidente della provincia di Roma Enrico Gasbarra «sulla decisione del presidente Monti hanno senza dubbio pesato sia la tendenza al fallimento della giunta che governa Roma sia un progetto non all'altezza come Alemanno sindaco che si aggiudica la medaglia d'oro delle brutte figure»), contrari alla gestione alemanniana del dossier olimpiadi, e i festeggiamenti della Lega di Umberto Bossi.

E in serata Alemanno ha commentato la decisione di Monti con queste parole: «Non si comprende quale sia il progetto di sviluppo di questo governo. In questo modo non si scommette non solo sul futuro di Roma ma neanche su quello dell'Italia», assicurando che «noi andremo avanti sullo sviluppo, e Roma continuerà a scommettere sul futuro e a parlare alle nuove generazioni».

Inoltre «le entrate fiscali dirette sarebbero state superiori agli investimenti pubblici», e quindi quello di Roma 2020 «era un progetto che non costava nulla all'Italia e senza gli investimenti e senza la speranza l'Italia non torna a crescere, e se non c'è la crescita non c'è neanche la possibilità di sostenere i conti finanziari».


2 - LA RABBIA DI ALEMANNO «CE LO POTEVA DIRE PRIMA»...
Ernesto Menicucci per il "Corriere della Sera - Roma"

L'ennesima «giornata nera» è un duro colpo da mandar giù. Anche perché, dopo il flop Olimpiadi che arriva dopo quello sulla Formula Uno, le polemiche sulla sicurezza, sul nubifragio di ottobre e la nevicata di febbraio, Gianni Alemanno finisce nell'occhio del ciclone politico. I partiti di centrosinistra chiedono le sue dimissioni, e le voci su un suo passo indietro arrivano fino alla Camera.

Lui, all'uscita del Consiglio dei ministri, nega: «Mi dispiace per i miei oppositori, ma non mi dimetto». La conferenza stampa in Campidoglio, però, convocata mentre il sindaco è in attesa di parlare con Monti, salta dopo il no del premier. Un «giallo»? «Fino all'ultimo - spiegano in Campidoglio - pensavamo che il premier potesse dire sì. Le voci sulle dimissioni non c'entrano niente».

Il sindaco arriva in Comune, l'idea di mollare tutto forse gli frulla in testa - magari solo per farsi riconfermare la fiducia politica - poi ci ripensa e affida il suo pensiero ad una nota: «Rispetto le considerazioni di Monti, ma non le condivido». E poi, al Tg5: «Mi chiedo quale sia il progetto di sviluppo del governo. La candidatura non sarebbe costata un euro». I rapporti con Palazzo Chigi, senza più l'ombrello protettivo di Gianni Letta e il legame politico con Berlusconi, sono al minimo storico.

E, nel centrodestra, si aprono le riflessioni: puntare ancora sul sindaco, per il 2013? Oppure cambiare cavallo, per non perdere anche l'ultimo baluardo - tra le grandi città - rimasto al Pdl? Ufficialmente, quasi tutti fanno quadrato intorno al sindaco. In realtà, dopo il congresso romano (dove però Alemanno ha un accordo col coordinatore uscente, ex Fi, Gianni Sammarco per la sua rielezione), i giochi si possono riaprire. In Campidoglio, il primo cittadino convoca staff, assessori, collaboratori. C'è anche Rosella Sensi, che ora diventa un «caso»: da assessore alle Olimpiadi in omaggio alle quote rosa, le sue deleghe risultano svuotate.

Conscio del rischio, comunque, fino all'ultimo il sindaco cerca di salvare la candidatura. Arrivando anche, nel colloquio con Monti, a proporre «un dimezzamento della spesa pubblica, riducendo gli investimenti infrastrutturali sulla città, spostandoli sul Giubileo 2025». Tra le opere cancellate, il bacino remiero. Mentre i fondi per Tor Vergata sarebbero stati coperti da privati. Quando Monti dice no, Alemanno ha un moto di stizza: «Non ce lo poteva dire prima? Avremmo pensato ad una exit strategy».

In mattinata, la telefonata anche al «rivale» Nicola Zingaretti: «Non sappiamo se Monti ci riceve, possiamo sentire qualcuno?». Mosse della disperazione: fin da lunedì Alemanno sapeva che il governo era verso il no. Ieri sera, il contatto con Napolitano che gli esprime «apprezzamento per lo sforzo». È la telefonata che il sindaco aspettava venti giorni fa, dopo la richiesta d'aiuto al Capo dello Stato. Adesso, invece, il sapore è quello dell'amaro calice.

 

Il sindaco AlemannomontiPETRUCCI PETRUCCI-PESCANTE-ALEMANNO-MONDELLORossella Sensi

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni times musk sunak edi rama

COME AL SOLITO, I GIORNALISTI ITALIANI SI FERMANO AI TITOLI: L’ARTICOLONE DEL “TIMES” SUI LEADER INTERNAZIONALI “TUTTI PAZZI PER LA MELONI” NON È PROPRIO UNA CAREZZA SUL FACCINO DELLA SORA GIORGIA, COME CI VOGLIONO FAR CREDERE “CORRIERE”, “LIBERO” E GLI ALTRI MEGAFONI DELLA FIAMMA MAGICA. ANZI, È PIENO DI FRECCIATONE ALLA THATCHER DE’ NOANTRI, TIPO “L’UMILTÀ BEN PREPARATA” DI FRONTE AL PREMIER ALBANESE EDI RAMA. O LA CHIOSA SULL’INCONTRO CON JD VANCE: “IL FLIRT DELLA 48ENNE ERA SOLO NATURALMENTE SIMPATICO O SI È RESA CONTO CHE RIDENDO DELLE BATTUTE DEGLI UOMINI DI POTERE OTTERRÀ L'ACCORDO COMMERCIALE CHE DESIDERA?” – RICORDA I “THREESOME” E IL PACCO DI GIAMBRUNO, SMONTA LE ORIGINI PROLETARIE DELLA DUCETTA E CHIUDE CITANDO BERLUSCONI: “È UNA PERSONA CON CUI NON SI PUÒ ANDARE D'ACCORDO”. VI SEMBRANO COMPLIMENTI?

giampaolo rossi giorgia meloni silvia calandrelli felice ventura matteo salvini gianfranco zinzilli giancarlo giorgetti

C'È UN NUOVO CAPITOLO NELL'ETERNO SCAZZO MELONI-SALVINI E RIGUARDA LA RAI - NEL CDA DI DOMANI FELICE VENTURA, DIRETTORE DELLE RISORSE UMANE, SARÀ NOMINATO PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ - SULLA POLTRONA DELLA CASSAFORTE DEL SERVIZIO PUBBLICO SI È CONSUMATO L'ENNESIMO SCAZZO: L'AD, GIAMPAOLO ROSSI, VOLEVA ISSARE SILVIA CALANDRELLI (NONOSTANTE LA VICINANZA AL PD), OSTEGGIATA PERÒ DALLA LEGA CHE VOLEVA GIANFRANCO ZANZILLI - IL MINISTRO GIORGETTI HA CONVOCATO ROSSI AL MEF (AZIONISTA DELLA RAI) PER IMPORRE IL NOME, MA QUELLO, DI FRONTE AL DIKTAT, HA OPPOSTO UN "ME NE FREGO". E ALLA FINE È STATO TIRATO FUORI DAL CILINDRO IL NOME DI VENTURA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - LE MANOVRE DA "DOTTOR STRANAMORE" DI ELLY SCHLEIN: SFANGARLA AI REFERENDUM, VINCERE IN AUTUNNO IN TUTTE E 6 LE REGIONI CHE ANDRANNO AL VOTO, QUINDI ANDARE AL CONGRESSO ANTICIPATO DEL PD A GENNAIO 2026 PER POI FARSI INCORONARE LEADER DEL CENTROSINISTRA ALLE POLITICHE DEL 2027 (CONTE PERMETTENDO) – A FAVORE DI ELLY GIOCA IL FATTO CHE LA MINORANZA DEM E' FRANTUMATA CON BONACCINI E LO RUSSO TRATTATI DA TRADITORI DELLA CAUSA DEI RIFORMISTI E PICIERNO E GORI GIUDICATI TROPPO EX RENZIANI – NEL CENTRODESTRA GIRA GIÀ LA BATTUTA: “LUNGA VITA AD ELLY SCHLEIN”, CHE RESTA PER "LA STATISTA DELLA GARBATELLA" LA SUA MIGLIORE POLIZZA PER FARSI ALTRI 5 ANNI A PALAZZO CHIGI...

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...