trump petraeus

AMERICA FATTA A MAGLIE - SORPRESA ALLA TRUMP TOWER: ARRIVA IL GENERALE PETRAEUS, CHE PUÒ SPARIGLIARE IL DUELLO SUL POSTO DA SEGRETARIO DI STATO TRA RUDY GIULIANI E MITT ROMNEY - LA STRATEGIA DEI DEMOCRATICI: RICONTEGGIO FINO A DICEMBRE, COSÌ TRUMP NON PUÒ CONTARE SU 270 VOTI E DEVE ESSERE ‘ELETTO’ DAL CONGRESSO, E ARRIVARE DELEGITTIMATO AL SUO GIURAMENTO

 

 

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

Arrivano i nostri! Sorpresa alla Trump Tower, dove il presidente Trump è tornato dopo il lungo fine settimana di Thanksgiving in Florida, è arrivato il mitico generale Petraeus e tutti tremano perché se tra i contendenti al posto di segretario di Stato finisce che la spunta lui, è una bella bomba per la politica estera degli Stati Uniti ed è soprattutto una grande rassicurazione sull'impegno americano nel mondo.

rudy giuliani   donald trumprudy giuliani donald trump

 

La diatriba probabilmente concordata sulla scelta del ministro più potente del governo americano è l'argomento del giorno assieme alla dichiarazione fatta dal presidente eletto sulla possibilità di annullare gli accordi raggiunti da Barack Obama con Cuba.

 

Donald Trump ha seguito il suo stile ancora una volta e non si è unito né al coro delle prefiche mondiali in lode di Fidel Castro morto né all'altro coro dei possibilisti che affidano alla storia il giudizio finale su quello che Trump ha definito invece un brutale dittatore. Il giorno dopo l'insediamento, il 21 gennaio, il nuovo presidente a dire la verità può annullare con una firma numerose decisioni prese con decreto esecutivo dall'attuale presidente, e questo agita molto le lobby intorno a Obama che pensano ai loro affari giustamente.

 

Barack Obama un po' fa il garante delle istituzioni svillaneggiare dal Partito Democratico in agitazione suprema da sconfitta, un po’ pensa al mestiere suo dal 21 gennaio e fa il pompiere  rilasciando dichiarazioni nette e distensive sul fatto che “la elezione di Donald Trump riflette accuratamente la volontà del popolo americano”.

 

Ma non basta perché nel Partito Democratico la confusione allla vigilia del la resa dei conti, ma anche nello staff smisurato della Clinton la frustrazione dopo la certezza di vittoria, sono tali che la mano della piccola candidata verde Jill Stein è stata armata, il Partito Democratico ha finto di accodarsi per rispetto della legge, è in Wisconsin è stato autorizzato il riconteggio dei voti.

ROMNEY TRUMP 1ROMNEY TRUMP 1

 

Naturalmente quando la differenza di voti è bassa, poco più di ventimila a favore di Trump, il riconteggio e legittimo ma è anche inutile perché se sono pochi quei voti di differenza sono anche troppi per essere modificati da un riconteggio, a meno di non credere alle chiacchiere surreali sugli hacker e le potenze straniere.

 

Donald Trump non ha taciuto neanche questa volta, anzi ha emesso tweet durissimi ventilando anche una spiegazione sua sulla differenza a favore della Clinton nel voto popolare, ovvero che in Stati come la California è stato permesso agli illegali di votare. Sarà anche accaduto, io non mi stupirei, ma significa mettere in dubbio la legalità della intera elezione, meglio non scherzare.

 

PETRAEUS E JILL KHAWAM KELLEY PETRAEUS E JILL KHAWAM KELLEY

Tuttavia c'è una precisa ragione negli strepiti del presidente eletto, ovvero Trump manda a dire ai democratici guardate che il vostro gioco è chiaro, state provando a farci arrivare al 19 dicembre, quando i grandi elettori depositano il voto ufficiale, con i conteggi aperti. Se dopo il Wisconsin anche Michigan e Pennsylvania cominciano un riconteggio autorizzato e il 19 dicembre quei voti non vengono portati come definitivi alla riunione dei grandi elettori, Trump sta a 260 voti e la sua nomina diventa opzione del Congresso.

 

Poiché la maggioranza è repubblicana, il Congresso lo elegge ma il progetto di delegittimazione può proseguire sui giornali nelle cancellerie internazionali e nelle piazze. I media non hanno cambiato atteggiamento, giornali come il New York Times il Washington Post e televisioni come la Cnn, scivolata al terzo posto negli ascolti, non ritengono in alcun modo scandaloso che Hillary Clinton autorizzi un riconteggio dopo aver espressamente dichiarato che la vittoria di Trump era legale, ma ritengono scandaloso che il presidente eletto risponda insinuando che dei clandestini degli illegali abbiano votato.

 

allen e petraeus allen e petraeus

Oppure, quel che è peggio, se Donald Trump annuncia che l'accordo che ha messo fine a embargo e sanzioni con Cuba, poiché è frutto di privilegio del presidente, potrebbe saltare se da L'Avana non arrivano promesse concrete sulla libertà dei cubani e sui prigionieri politici,  il titolo è “Trump minaccia Cuba”.

 

A tutto questo dovrebbe mettere fine l'avvio di una resa dei conti seria nel Partito Democratico che faccia fuori la vecchia guardia liberal in favore di nuovi leader più moderati. Insomma, fuori le Nancy Pelosi, dentro i Tim Ryan. Il deputato del Ohio, 43 anni, ha lanciato la sfida alla veterana capogruppo in una lettera al caucus nazionale, dichiarando che il risultato disastroso delle elezioni dimostra che il partito ha bisogno di una nuova direzione e di nuovi leader.

xxx paula e david petraeus xxx paula e david petraeus

 

La Pelosi ha risposto che ha due terzi del Caucus che la sostengono senza neanche muovere un dito, Ryan le ha risposto di non esserne più così sicura e ha poi spiegato che il Partito Democratico sta perdendo la sua base, la classe lavoratrice, e che se la leadership del partito rimane intoccata non si potrà mai recuperare.

 

Intanto alla Trump Tower c'è l'ospite inatteso, il possibile sparigliatore della rissa tra Mitt Romney e Rudy Giuliani per il posto fondamentale il segretario di Stato. Petraeus è un generale a quattro stelle e l'eroe prima dell’Afghanistan poi dell'Iraq dove arrivo e rovescio una situazione terribile cambiando tattiche e strategie e cominciando a vincere. E’ stato direttore della CIA con Obama, costretto alle dimissioni perché aveva una relazione con la sua biografa e le aveva passato alcuni documenti classified, riservati.

 

michelle e raul castromichelle e raul castro

Anche in campagna elettorale Donald Trump ne ha difeso la reputazione, peraltro intatta tra gli americani, spiegando che la colpa di Petraeus era davvero veniale rispetto allo scandalo delle mail trafugate e poi fate sparire da Hillary Clinton segretario di Stato.

 

Certo, dopo le dimissioni Petraeus è diventato presidente di un istituto il KKR che analizza per importanti compagnie americane le tendenze globali. È stato in giro per il mondo, Asia Medio Oriente America Latina. Quando fu nominato direttore della CIA il Senato lo votò 94 a 0; ora sarebbe una nomina contrastata per alcuni versi visto lo scandalo delle dimensioni, ma sarebbe una nomina fortissima.

 

Petraeus ha già detto  che quando il presidente chiama un soldato obbedisce, ha anche cortesemente contestato in campagna elettorale le critiche alla campagna dell'Iraq di Donald Trump, e durante una conferenza stampa a Washington il mese scorso ha parlato dell'ipotesi di una no fly zone in Siria e di maggior sostegno militare per i gruppi siriani che combattono contro Assad, ma anche contro quelli che combattono l'Isis. Insomma, non ha opinioni eguali a quella di Trump su rapporti con Mosca.

OBAMA CUBA CASTRO OBAMA CUBA CASTRO

 

I gossip della Torre vogliono che sia proprio lui il prescelto del presidente eletto virgola e che la polemica pubblica su Romney. Opposto a Giuliani l'abbia dietro le quinte incoraggiata proprio Trump per poter sparigliare. Davvero Trump vuole un personaggio che se necessario batterebbe il pugno sulla scrivania dello Studio Ovale, cosa che ha già fatto con Barack Obama? Sì, è tipico dell'uomo.

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…