appendino piazza san carlo

APPENDINO SOTTO ACCUSA: S' INCRINA IL MODELLO TORINO - IL BRACCIO DESTRO DELLA SINDACA, PAOLO GIORDANA, ESTERNO AL M5S, NEL MIRINO PER I FATTI DI SABATO IN PIAZZA SAN CARLO - E ORA I GRILLINI VOGLIONO CONTARE DI PIÙ - VIDEO

 

 

Andrea Rossi e Maurizio Tropeano per la Stampa

APPENDINO PAOLO GIORDANAAPPENDINO PAOLO GIORDANA

 

Quando, nell' ultimo anno, qualcuno azzardava paragoni con Virginia Raggi, costretta a rendere conto al Movimento 5 Stelle delle sue scelte, Chiara Appendino ha sempre avuto buon gioco nel rivendicare il «modello Torino».

 

«Non è mai successo, nemmeno quando ero consigliera di opposizione, che qualcuno mi dicesse cosa fare. Sento Grillo e Casaleggio, sono per me un supporto, ma non c' è ingerenza». Nessuno l' ha mai smentita, anzi, è stata elevata a emblema del Movimento che sa governare le città e può ambire a gestire il Paese.

 

Piazza San Carlo rischia di incrinare l' anomalia torinese: una sindaca autonoma e i cui più stretti collaboratori sono estranei al Movimento, una giunta di tecnici, la stretta collaborazione con Sergio Chiamparino, voce autorevole anche se critica dell' odiato Pd ma soprattutto emblema del «sistema» che i grillini volevano abbattere. Le elezioni, tra qualche giorno, nei piani dei Cinquestelle dovrebbero consacrarne lo sfondamento a livello locale.

PIAZZA SAN CARLOPIAZZA SAN CARLO

 

Oggi Grillo sarà ad Asti e Alessandria per provare a dare la spallata alle giunte Pd. Domenica sera sarà tempo di bilanci. E, se non saranno lusinghieri, ci si chiederà quanto possa aver influito lo scivolone di Torino. E se non sia il caso di mettere le briglie al «modello Appendino» accentuando il peso del Movimento e dei suoi leader.

 

Se finora la sindaca ha potuto godere di una cornice privilegiata molto si deve al suo braccio destro, Paolo Giordana. Competente, abile e spietato. Profondo conoscitore delle dinamiche di Palazzo. L' ha aiutata a «studiare» da sindaco, affiancata nel gestire i dossier più delicati, consigliata nei passaggi critici.

 

CHIARA APPENDINO JUVENTUSCHIARA APPENDINO JUVENTUS

Così Appendino ha lavorato in totale autonomia, forse troppo, almeno secondo una fetta consistente (e agguerrita) dell' ala romana dei Cinquestelle, che a Torino non ha mai toccato palla, respinta anche dai parlamentari piemontesi come Airola, Della Valle e Castelli che hanno svolto spesso un ruolo di cordone sanitario.

 

Adesso però il modello è sotto accusa. La riorganizzazione della macchina comunale voluta da Appendino si fonda su un notevole accentramento di competenze e poteri (compresa l' organizzazione degli eventi) in capo all' ufficio di gabinetto della sindaca, passato dai 25 funzionari dell' era Fassino a 155.

 

IL RAGAZZO CON LO ZAINETTO A PIAZZA SAN CARLOIL RAGAZZO CON LO ZAINETTO A PIAZZA SAN CARLO

Non a caso, il caos di piazza San Carlo ha scatenato chi patisce lo strapotere di Giordana: gli assessori, più volte commissariati; i consiglieri, molti dei quali lo vivono come un corpo estraneo al Movimento; e naturalmente le opposizioni, da cui è arrivata una polpetta avvelenata. È passata la linea del Pd che non chiede le dimissioni della sindaca ma propone una commissione d' inchiesta con cui di fatto inchiodare politicamente il suo braccio destro. «Si dovrebbero accertare possibili ingerenze del capo di gabinetto, che forse ha sconfinato rispetto ai suoi ruoli», dice il capogruppo dem Stefano Lo Russo.

APPENDINOAPPENDINO

 

I grillini hanno i numeri per far nascere o affondare la commissione. Non hanno ancora deciso. Appendino sembra intenzionata a resistere a chi le suggerisce di sacrificare il suo braccio destro per uscire dall' angolo.

 

È vero che ha partecipato alle riunioni su piazza San Carlo, ma non ci sarebbe alcun atto che porti la sua firma. Fare a meno di lui sarebbe difficile. E, particolare di cui va tenuto conto, di mezzo ci sono una sincera amicizia e una certa dose di riconoscenza. Tutte cose che potrebbero non bastare, se dai vertici dovesse arrivare un messaggio secco. A quel punto la sindaca non avrebbe scelta, ma per lei si aprirebbe uno scenario inedito.

 

 

Dovrebbe cambiare schema di gioco, abbandonare il suo «modello» e la sintonia con Sergio Chiamparino che, fiutando il vento, si è smarcato consigliandole umiltà. Non le resterebbe che snaturarsi e ridimensionare l' impronta civica della sua amministrazione in nome dell' ortodossia Cinquestelle.

 

La base esulterebbe, ma la sindaca si esporrebbe al rischio di una opa, anche se in una versione soft rispetto a Virginia Raggi.

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