conte di maio

ARMAGEDDON A 5 STELLE – DOPO LA PREVEDIBILE BATOSTA ALLE AMMINISTRATIVE, DI MAIO SI PREPARA AD INFILZARE CONTE E CHIEDE UN POSTO IN SEGRETERIA PER LA SUA FEDELISSIMA CASTELLI (AL POSTO DELLA CONTIANA TODDE) - GLI UOMINI DI "GIUSEPPI" TEMONO L'ASSE TRA DI MAIO E GIORGETTI E A FAR AUMENTARE LA TENSIONE NEL M5S CI SI METTE ANCHE CASALINO CON LA DECISIONE DI NON MANDARE IN TV GLI UOMINI VICINI A DI MAIO. CON QUESTE PREMESSE L’ELEZIONE DEL CAPO DELLO STATO PUO’ DIVENTARE LA WATERLOO DI CONTE

Federico Capurso Francesco Moscatelli per "la Stampa"

di maio conte

 

In queste ultime battute di campagna elettorale, Novara è stata teatro di un casuale incrocio delle rivalità interne al Movimento 5 stelle e alla Lega. Prima ha ospitato Giancarlo Giorgetti e Giuseppe Conte, ieri Matteo Salvini e Luigi Di Maio, con il ministro degli Esteri che ha visitato lo stabilimento della Igor Gorgonzola e incontrato un gruppo di imprenditori locali.

 

Ma se da parte leghista il vaso di Pandora è già scoperchiato, con Salvini e Giorgetti in aperta contrapposizione, sul fronte M5S l'antagonismo Conte-Di Maio non è ancora deflagrato. Anche se i segnali di un'insofferenza crescente tra le truppe dei due sono sempre più evidenti. E i risultati delle Amministrative - avvisano i parlamentari vicini a Di Maio - «apriranno una vera partita». Il primo banco di prova per il ministro degli Esteri sarà la nomina dei membri della nuova segreteria grillina, composta da 5 vicepresidenti, che arriverà subito dopo le elezioni.

giuseppe conte e luigi di maio con la card del reddito di cittadinanza

 

Tre donne e due uomini, con i nomi di Mario Turco, Alfonso Bonafede, Chiara Appendino, Alessandra Todde e Paola Taverna già finiti sul taccuino dell'ex premier. Il primo obiettivo di Di Maio è quindi quello di far entrare la viceministra dell'Economia Laura Castelli nella squadra: «Una quota per noi deve esserci», puntano i piedi i suoi fedelissimi. Di Maio, lasciando il palco di Novara, preferisce glissare: «Non mi sono ancora confrontato con Giuseppe», dice. Ma per far posto a Castelli, il ministro degli Esteri sa che dovrà bruciare un nome dalla lista di Conte e infatti ne ha già cerchiato uno in rosso: quello di Todde, viceministra allo Sviluppo economico e braccio destro di Stefano Patuanelli.

 

conte di maio

Gli uomini dell'ex premier temono, anche in quest' ottica, l'asse tra Di Maio e Giorgetti, che guida proprio lo Sviluppo economico: «Da settimane Giorgetti non fa altro che isolare Todde per indebolirla», si lamentano. E Di Maio fa poco per nascondere il rapporto strettissimo intrecciato con il numero due della Lega: «Quello che ha detto a La Stampa? Non lo commento - dice riferendosi alla recente intervista di Giorgetti su questo giornale -. Se devo dire qualcosa a Giancarlo, ci parlo direttamente». E coglie l'occasione per colpire Salvini: «Nella Lega c'è una dinamica di partito e c'è la questione Morisi. Io credo che il vero problema lì sia come hanno trattato tutti quelli che si sono trovati nella stessa situazione di Morisi in passato».

QUANDO LAURA CASTELLI INCONTRA MARIO DRAGHI

 

I tempi in cui era lui l'unico faro del Movimento, però, sembrano lontani. Ieri, sotto il palco di Novara, tra gli attivisti del Movimento si faceva di conto: «In piazza ci saranno un centinaio di persone. Quando è venuto Conte erano almeno 500». Ma non servono i numeri dei comizi a Di Maio. Si è accorto da tempo del vento che è cambiato. Da quando, di colpo, gran parte delle sue truppe gli ha voltato le spalle per abbracciare la leadership di Conte. «Non c'è stato un minimo di riconoscenza per Luigi» sibila un deputato che gli è rimasto vicino . Si stanno quindi formando due squadre contrapposte. Di Maio parte in svantaggio, ma ha ancora il controllo di ampi territori al Sud e i malumori che crescono nel gruppo parlamentare nei confronti di Conte sono ossigeno puro.

 

A partire dalla gestione della comunicazione: Rocco Casalino avrebbe infatti stilato una lista ristretta di chi può andare in tv e chi no. Non c'è nulla di più prezioso, per deputati e senatori, di un'ospitata nei salotti televisivi, «ma in quella lista non c'è praticamente nessuno di quelli vicini a Luigi», protesta un parlamentare campano.

CONTE E DI MAIO CON HAFTAR

 

Termometro dell'insofferenza interna, poi, è sempre stato il calcolo di quanti non restituissero parte dello stipendio. Si sperava che con l'avvio del nuovo corso i problemi sparissero e invece, ad oggi, si contano più di 40 parlamentari che non hanno versato quanto dovuto. L'ex reggente Vito Crimi ha inviato un messaggio durissimo ai coordinatori regionali: «Dite a chi non è in regola con le restituzioni che non potranno salire sul palco ai comizi, fare foto con Conte o partecipare alle cene elettorali con lui». Le vittime della bolla di Crimi, però, minacciano sabotaggi: «Se Conte continua così, sconterà gli effetti di questo atteggiamento al momento dell'elezione del Capo dello Stato». E Di Maio, in questo caos montante, per recuperare forze e consensi non deve muovere un dito. Gli è sufficiente ascoltare e prestare una spalla.

luigi di maio giuseppe conte by oshogiuseppe conte e luigi di maiolaura castelli con mascherinaconte zinga di maio speranza

Ultimi Dagoreport

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)

ignazio la russa giorgia meloin zaia fedriga salvini fontana

DAGOREPORT - MEGLIO UN VENETO OGGI O UNA LOMBARDIA DOMANI? È IL DILEMMA SPECULARE DI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI – L’APERTURA SUL TERZO MANDATO DEL NASUTO DONZELLI È UN RAMOSCELLO D’ULIVO LANCIATO VERSO IL CARROCCIO (ANCHE PER DESTABILIZZARE IL CAMPO LARGO IN CAMPANIA) - MA ALLA PROPOSTA S’È SUBITO OPPOSTO IL GENERALE VANNACCI – L’EX TRUCE DEL PAPEETE, CHE HA CAPITO DI NON POTER GOVERNARE TUTTO IL NORD CON L'8%, È DISPOSTO A CEDERE IL PIRELLONE A FRATELLI D'ITALIA (SI VOTA TRA TRE ANNI), MA LA SORA GIORGIA RIFLETTE: SOTTO LA MADUNINA COMANDA LA RUSSA, E SAREBBE DIFFICILE SCALZARE LA SUA PERVASIVA RETE DI RELAZIONI – I MALIGNI MORMORANO: VANNACCI AGISCE COME GUASTATORE PER CONTO DI SALVINI, PER SABOTARE IL TERZO MANDATO, O PARLA PER SE'?