DA ASSAD ALLA JIHAD - IL “NEW YORK TIMES” SI SCHIERA CONTRO LA GUERRA IN SIRIA E SBATTE IN PRIMA PAGINA I RIBELLI CHE FANNO STRAGE DI SOLDATI DI ASSAD (VIDEO)

1 - IL VIDEO DELL'ESECUZIONE DAL "NEW YORK TIMES":
www.nytimes.com

 

 

2 - L'ESECUZIONE DEI SOLDATI DI ASSAD
Guido Olimpio per "Il Corriere della Sera"

Video e foto girano da mesi. Documentano scene di guerra ma anche gli eccessi, le torture, gli abusi. Compiuti da entrambe le parti in Siria. Ma la decisione del New York Times di pubblicare l'immagine in prima pagina e il filmato sul sito ha un alto impatto politico. Perché mostra un gruppo di insorti uccidere, nel mese di aprile, alcuni soldati lealisti e cade nel pieno del dibattito al Congresso sull'opportunità di attaccare la Siria.

La foto verrà usata da quanti, nell'opinione pubblica e tra i deputati, sono contrari all'intervento. Un no spesso motivato dalla scarsa fiducia o ostilità nei confronti dei ribelli considerati estremisti e vicini ad Al Qaeda. Tema forte, che fa presa e che ha dei sostenitori anche all'interno dell'amministrazione Obama.

Nell'articolo che accompagna l'immagine, il quotidiano spiega che a capo del gruppo autore dell'esecuzione è Abdul Samad Issa, 37 anni, ex commerciante trasformatosi in guerrigliero. Noto come «lo zio», ha formato e finanziato lui stesso la sua fazione composta da circa 300 elementi e attiva nel Nord della Siria. Issa sarebbe mosso dallo spirito di vendetta. Suo padre sarebbe scomparso nell'82 quando il regime schiacciò la rivolta di Hama, con decine di migliaia di persone trucidate o fatte sparire.

Il documento ha fatto discutere ed è rispuntato sulle tv. Però è anche vero che ve ne sono altri non meno terribili che testimoniano la ferocia dei soldati di Assad. Questa non è una giustificazione ma la prova che in conflitto civile si commettono brutalità indicibili. Solo che in questo modo il New York Times sembra sposare il famoso detto «meglio il diavolo che conosci dell'angelo sconosciuto». Un vecchio proverbio che ben coglie gli umori della Washington politica e militare.


3. VIAGGIO NEGLI ORRORI DEI "CATTIVI RAGAZZI"
Pietro Del Re per "La Repubblica"

Lo chiamano tutti "zio", il feroce comandante della rivolta siriana che in un video pubblicato ieri dal sito del New York Times dirige l'esecuzione di sette soldati del regime di Damasco. "Zio" perché tra i trecento uomini del suo piccolo battaglione, Abdul Samad Issa
ha arruolato anche due nipoti, con i quali compie le peggiori nefandezze nella parte del Paese conquistata dalle forze di opposizione.

Il momento dell'esecuzione è oscurato: si sentono solo gli spari mentre le didascalie spiegano che i cadaveri saranno poi gettati in un pozzo. Queste immagini, fornite al quotidiano newyorchese da un ex ribelle che si dice disgustato da tanta barbarie, portano nuove prove della crescente presenza tra i ribelli di gang di banditi e assassini, oltre che di estremisti islamici legati ad Al Qaeda. La sola ragione che muove lo "zio" è infatti la vendetta: contro Bashar al Assad, e contro suo padre Hafez, che fece imprigionare, torturare e uccidere diversi suoi parenti.

Nessuno è in grado di fornire né le dimensioni né la trama della vasta e composita galassia dell'opposizione in Siria, neanche gli stessi ribelli. Sono gli stessi ribelli ai quali, secondo alcune testimonianze, una settimana prima del massacro chimico del 21 agosto, un emiro saudita avrebbe fornito gas letali simili. Questo assegnerebbe a loro la responsabilità del massacro. «Mio figlio due settimane fa mi ha mostrato delle armi che gli erano state affidate, e mi ha chiesto cosa io pensassi che fossero», dice Abu Abdel-Moneim, il padre di un ribelle morto nell'attacco, stando a un freelance dell'agenzia
Afp.

Le armi «dalla struttura simile a un tubo » e altre «dalla forma di una enorme bombola del gas» erano state riposte in tunnel. Secondo il segretario di Stato americano, John Kerry, tra le forze della rivolta siriana vi sarebbe il 15 o forse il 20 per cento di "bad guys", cattivi ragazzi. Qualcuno gli ha risposto che i "cattivi" sono ormai il 50 per cento. Il resto è però composto da quegli insorti che vogliono rovesciare la dittatura di Assad e che sono oggi stretti tra il criminale fanatismo degli islamisti e la sanguinaria determinazione dei generali di Damasco.

Sono stati proprio i jihadisti del Fronte al Nusra a lanciare l'offensiva contro la cittadina cristiana di Ma'aloula. L'attacco contro l'antico villaggio, 55 chilometri a Nord di
Damasco, l'unico luogo al mondo dove si parla ancora la lingua di Gesù, l'aramaico, è stato sferrato ieri mattina con un kamikaze che si è fatto esplodere davanti a un checkpoint. La conquista di Ma'aloula avrebbe un valore altamente simbolico: il villaggio è una reliquia vivente dell'alba del cristianesimo.

Dal monastero di Santa Tecla, abitato da monache ortodosse, è giunta la voce terrorizzata di una di esse. Al telefono ha detto: «Da stamattina all'alba i jihadisti sparano sulla città con le mitragliatrici, diversi proiettili hanno raggiunto le case». Come il monastero di Santa Tecla anche il convento di San Sergio è un luogo di pellegrinaggio per cristiani e musulmani. Ma'aloula è perciò diventato un simbolo della convivenza interreligiosa, un'oasi di un ecumenismo inviso ai guerriglieri del Fronte al Nusra.

Lo scorso autunno altri ribelli, meno radicali, conquistarono Ghassanieh, a Nord Ovest del Paese, anch'esso un paesino a maggioranza cristiana. I fedeli sono fuggiti, perché quando cadde nelle mani dell'opposizione le forze dei lealisti cominciarono a bersagliarlo, e perché a fianco dei ribelli dell'Esercito libero siriano arrivarono quegli islamisti il cui scopo è fare della Siria un nuovo califfato. In quei giorni incontrammo padre François Mourad, il quale ci disse che per le poche anime rimaste ancora recitava la Messa nella chiesa dell'Assunta.

Lo scorso giugno, padre François è stato ucciso nel convento francescano dove si era rifugiato. Con il suo assassinio naufragò il tentativo da parte della frangia meno estremista dell'opposizione di mostrare l'aspetto più virtuoso della rivolta, che prefigurava una Siria multi-confessionale.

Che ne sarà delle monache e dei preti e degli abitanti di Ma'aloula se i jihadisti riuscissero a espugnare la città? C'è già chi ha rilevato le similitudini tra la rivolta siriana e la guerra di Spagna del 1936-1939, quando l'intolleranza religiosa dei repubblicani fece giustiziare, tra preti e suore, settemila religiosi.

 

SIRIA RIBELLI CON CADAVERE siria ribelli LA DECAPITAZIONE DI TRE MONACI FRANCESCANI DA PARTE DEI RIBELLI SIRIANI DI AL NUSRA ribelli siriani a damasco siria-insortiRIFUGIATI IN SIRIA SIRIA v2SIRIA VITTIME DEL GAS NERVINO SIRIANI IN FUGA siria scontri siria GUERRA IN SIRIA

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)